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Il 4 dicembre a Trento un'imponente mole di musica sacra

«Trento Musicantica» chiude l'edizione 2013 con i Codici musicali trentini del '400

Il programma concertistico del Festival Internazionale «Trento Musicantica», organizzato dal Centro di eccellenza Laurence K. J. Feininger con il supporto del Centro Servizi Culturali S. Chiara, si concluderà mercoledì 4 dicembre nella Badia di San Lorenzo con un viaggio vocale e strumentale nella maggiore collezione esistente al mondo di polifonia quattrocentesca: i sette celebri codici musicali trentini del Quattrocento.
Saranno eseguiti dall'Ensemble Leones & Stimmwerck diretto da Marc Lewon.
 
Il programma musicale conduce l’ascoltatore nell’esperienza della grande musica sacra polifonica europea, come è tramandata dalla più importante collezione esistente al mondo: i sette codici musicali trentini del Quattrocento.
È un’imponente raccolta di composizioni a diffusione internazionale copiate per la maggior parte da due sacerdoti attivi nella cattedrale trentina: Johannes Lupi (organista originario di Bolzano) e Johannes Wiser (maestro della scuola capitolare) tra il 1430 e il 1475 circa.
 
Questa imponente mole di musica prevalentemente sacra (canti del Proprio e dell’Ordinario della Messa, antifone, inni, magnificat, salmi, sequenze, mottetti per un totale di quasi duemila composizioni) è giunta a Trento probabilmente grazie ai rapporti internazionali di Lupi, che era stato copista degli Asburgo a Wiener-Neustadt e Graz e che aveva partecipato al concilio di Basilea attorno al 1438.
Il tema prevalente, che lega molti dei mottetti in programma, è il tema mariano, molto caro al mondo inglese, ma diffuso anche nella produzione musicale franco-fiamminga e dell’area tedesca, qui declinato attraverso fortunati pezzi dal testo non strettamente liturgico (a parte Salve Regina), che talvolta tradiscono la loro natura di contrafacta (ossia di composizioni nate con testo diverso – magari anche profano – e trasformate in canti devozionali con l’aggiunta di un nuovo testo latino).
 
Tra gli autori presenti è necessario evidenziare il nome del più celebre compositore franco-fiammingo: Guillaume Du Fay (Bersele, c. 1397 - Cambrai, 1474), la cui carriera si intreccia strettamente con le vicende politiche e religiose del tempo: l’Europa è in pieno Grande scisma, con la compresenza nel secondo decennio del secolo addirittura di tre sedi papali (Roma, Avignone e Pisa), e i tentativi continui di ricomporre la spinosa situazione culminati nel Concilio di Costanza (1414-1418), prima tappa di un lento cammino verso il ristabilimento dell’unità cattolica con l’elezione di papa Martino V. Sembra che i contatti di Du Fay con il suo primo mecenate italiano, Carlo Malatesta, si siano stabiliti proprio a Costanza, dove assieme ai propri signori erano confluite anche le maggiori cappelle musicali europee, che gareggiavano in esibizioni vocali e strumentali di altissimo livello.
Du Fay era probabilmente al seguito dell’allora vescovo di Cambrai, Pierre d’Ailly.
 
Dopo la fine nel concilio, nel 1420, Carlo chiamò a corte il giovane ma già celebre cantore di Cambrai, che cominciò una prestigiosa carriera italiana.
Dopo Rimini il compositore rientrò in Francia, ma poco più tardi ritornò in Italia, per fermarsi a Bologna e soprattutto a Roma, dove le sue conoscenze, oltre che l’obiettivo talento musicale, gli spianarono la strada per una sfolgorante carriera all’interno della cappella pontificia, iniziata sotto Martino V e culminata poi sotto il suo successore, Eugenio IV, al seguito del quale Du Fay entrò anche in contatto con l’ambiente fiorentino.
 
La musica sottolineava tutti i momenti importanti della vita quotidiana e ufficiale dell’epoca; tra i brani di Du Fay proposti in programma spicca il mottetto Supremum est mortalibus bonum, composto per l'incontro di riconciliazione fra papa Eugenio IV e l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, avvenuto a Roma nel 1433.
Il mottetto rispetta le convenzioni del genere isoritmico e presenta una struttura musicale elaborata in base a proporzioni matematiche rigorose.
 
Oltre a Johannes Touront, compositore legato agli Asburgo e poi attivo probabilmente in area Boema, il programma presenta composizioni di tre grandi autori inglesi: John Dunstaple, John Bedyngham e Walter Frye, molto amati per il loro stile in tutta Europa.
Poiché i manoscritti inglesi di musica cattolica furono quasi completamente distrutti nel corso del Cinquecento dagli anglicani, è solo grazie a raccolte come i codici trentini del Quattrocento che noi possiamo ancora conoscere e gustare le composizioni polifoniche sacre dei grandi autori inglesi del secolo XV.
 
Mercoledì 4 dicembre il concerto avrà inizio, nella Badia di San Lorenzo a Trento, alle ore 21,00 e il pubblico potrà assistervi gratuitamente.
 
Nella giornata di mercoledì 4 dicembre è in programma anche, con inizio alle ore 18.00 presso il Castello del Buonconsiglio, la presentazione del volume di Atti del Convegno internazionale «I Codici musicali trentini del Quattrocento: nuove scoperte, nuove edizioni e nuovi strumenti informatici» a cura di Marco Gozzi e Danilo Curti-Feininger.
Il Convegno era stato promosso dal Centro di eccellenza Laurence K. J. Feininger in collaborazione con l'Ufficio beni archivistici, librari e archivio provinciale della Provincia autonoma di Trento e con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento.

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