John McLaughlin apre a Trento la Stagione del Jazz
Il chitarrista britannico John McLaughlin si esibirà con il gruppo «Remember Shakti» all’Auditorium di Trento domenica 27 ottobre
Il progetto Shakti, diventato successivamente «Remember Shakti» con una nuova versione dell’organico, presenta il chitarrista britannico John McLaughlin in uno dei suoi aspetti più profondi, non solo di carattere musicale, ma anche culturale e umano in senso lato: quello rivolto all’India.
Dopo aver approfondito quell’interesse, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, attraverso il contatto con personalità come Balachander e Ramanathan, McLaughlin lo riversò nella sua produzione musicale, dapprima con la registrazione di un album molto significativo, «My Goal’s Beyond» del 1970, poi con uno dei gruppi più celebrati della storia del jazz, la Mahavishnu Orchestra, dove la sintesi tra elementi occidentali e orientali raggiunse picchi di autentica innovazione e spinta creativa.
Shakti, scaturito dalla collaborazione tra McLaughlin e il virtuoso di tabla Zakir Hussain, prosegue cronologicamente sulla traccia della Mahavishnu Orchestra, ma si focalizza sulla componente orientale: il chitarrista si accompagna qui a un organico formato tutto da musicisti indiani.
Lo sforzo di far interagire la sua chitarra con il mondo dell’India, sia sotto il punto di vista timbrico che espressivo, porta a risultati tra i più notevoli nella musica del Novecento.
Interrotto nel 1978 dopo cinque anni di intensa attività, con la registrazione di tre album e la partecipazione ai maggiori festival internazionali, il progetto fu ripreso nel 1997, ma già nel 1984 ci fu la presentazione a Bombay di un concerto della band Shakti-Reunion.
John McLaughlin è uno dei maestri della chitarra contemporanea: la sua presenza in registrazioni fondamentali di Miles Davis, come «In A Silent Way» e «Bitches Brew», lo catapultò all’attenzione della scena internazionale.
Successivamente la Mahavishnu Orchestra ne decretò il ruolo fondamentale nella storia della musica contemporanea: la tecnica superlativa, l’intensità della sua sintesi tra rock e jazz, tra Occidente e Oriente, l’impronta stilistica immediatamente riconoscibile lo rendono uno dei chitarristi più ammirati e imitati.