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Fortunato Depero torna a Folgaria con «DISPLAY»

A maso Spilzi il percorso sulla collezione d’arte di Fondazione Caritro: trecento opere di cento artisti diversi «da portare a casa»

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Continua l’estate animata dalle proposte artistiche a maso Spilzi di Folgaria, dove è stata allestita la nuova tappa di «DISPLAY», il progetto sulla collezione d’arte di Fondazione Caritro.
Negli spazi al primo piano, accanto alla mostra permanente che racconta il territorio, fino al 22 settembre è possibile riflettere, immergersi e creare il proprio catalogo con le opere d’arte. Trecento tra quadri, sculture, mappe e bozzetti a firma di cento artisti diversi.

Il progetto ha preso forma a maso Spilzi grazie alla collaborazione con il Comune di Folgaria e l’Apt Alpe Cimbra. Questi gli orari: sabato e domenica orario 10 – 12 e 15 – 18, da martedì a venerdì orario 15 – 18. Per visite guidate scrivere a display@fondazionecaritro.it.
Maso Spilzi in questo periodo ospita anche la mostra Eden con le opere di Luciano e Ivan Zanoni allestita dentro al fienile.
 
L’artista di cui Fondazione Caritro possiede il più alto numero di opere d’arte è Fortunato Depero, tra i maggiori esponenti del Futurismo.
Nella collezione si trovano, infatti, ben 45 suoi lavori, di cui 33 bozzetti databili agli anni Venti.
Si tratta di disegni esecutivi soprattutto per cuscini e arazzetti, ma anche per manifesti pubblicitari e locandine, soggetti per sigarette, e per la pubblicità di Campari, che è stato uno dei più grandi committenti.



Depero è presente nella zona degli altipiani cimbri di Folgaria, Lavarone e Luserna già negli anni della Grande Guerra.
Instaurò un legame più stretto e duraturo con Serrada con soggiorni estivi e invernali, ove, infine, si rifugiò nel corso del secondo conflitto, assieme alla moglie Rosetta Amadori quando fuggì da Rovereto, giacché la loro casa era stata confiscata dai militari tedeschi.
 
Nella quiete alpestre della sua casa a Serrada, l’artista trovò l’ispirazione futuristica per molti suoi capolavori, così come pure nei piccoli borghi limitrofi e nelle case desolate e abbandonate.
Sono molti i soggetti di Depero con citazioni serradine e altri di indefinita ambientazione alpina, ma evidentemente realizzati sulle suggestioni di Serrada e dintorni.

In «Casolari diroccati» (1943) di Fondazione Caritro, Depero accentua lo scenario bellico di desolazione usando la matita e il carbone, scelta dovuta anche alla scarsezza dei mezzi.

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