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Doppio appuntamento al Teatro Cuminetti di Trento

Martedì 22 ottobre, ore 20.30, «Dov’è più profondo» – Mercoledì 23 ottobre, ore 20.30, «Solo gli sfigati lavorano la domenica»

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Prosegue la programmazione del Teatro Cuminetti di Trento curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, che martedì 22 e mercoledì 23 ottobre aprirà le porte al pubblico per un doppio appuntamento nel segno della Piattaforma regionale per la circuitazione dello spettacolo professionale dal vivo, l’iniziativa sostenuta dalla Regione Trentino-Alto Adige e promossa da Teatro Stabile di Bolzano, Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento e Coordinamento Teatrale Trentino, nata nel 2022 con l’obiettivo di rilevare e mappare le compagnie professionali sul territorio attraverso le loro proposte artistiche.
Si comincia martedì 22 ottobre con dov’è più profondo, progetto di Irene Russolillo sulle identità e le tradizioni, per proseguire il giorno successivo, 23 ottobre, con Solo gli sfigati lavorano la domenica, un racconto che mette al centro il lavoro con le sue contraddizioni, visioni e speranze, proposto da I Teatri Soffiati e Rifiuti Speciali.
 
«Dov’è più profondo»
Realizzato dalla danzatrice, vocalist, performer e coreografa Irene Russolillo, con l’Associazione Culturale VAN, «dov’è più profondo» è uno spettacolo fatto di corporeità, suono e immagini, esito di un processo creativo in cui praticanti di forme canore e di oralità tradizionali dei territori ospitanti, sono stati invitati a condividere il proprio patrimonio musicale e culturale.
Le loro voci sono state registrate, andando così ad implementare il repertorio di cori e di cantori spontanei ritrovabile in rari archivi e collezioni della Puglia, del Piemonte e della Valle d'Aosta.
In dov'è più profondo convivono narrazioni sovrapposte, canti spogliati da una provenienza unica e pensieri sulle identità e le tradizioni svincolati dall'ideale di purezza, per lasciare spazio all'imperfezione della mescolanza.
 
Vi sono tracce di persone presenti e passate, abitanti di luoghi distanti tra loro, accomunate dal tempo della fatica e del lavoro, della socialità e del rapporto con la natura e la Storia.
Apparteniamo a una società che non contempla quasi più spazi-tempo dedicati alla ritualità, se non in forme spesso condizionate da immaginari largamente appiattiti.
La creazione coreografica convoca allora a sé la potenza del canto, come luogo di una possibile condivisione sensibile tra esseri umani, per analizzare e celebrare aspetti semplici e importanti del vivere insieme.
«…Uno spettacolo stratificato fatto di coreografie evocative, tappeti sonori a cura del producer Edoardo Sansonne e canti che fondono la tradizione walser con il dialetto cerignolano, – come ha scritto Valerio Veneruso su Artribune. – Una performance scandita da più atti, tenuti insieme da un filo conduttore che scala vette altissime per raccontare della natura lenitiva del cantare…»
 
«Solo gli sfigati lavorano la domenica»
Prodotto da I Teatri Soffiati e Rifiuti Speciali, «Solo gli sfigati lavorano la domenica» è uno spettacolo che, mescolando teatro d’attore, narrazione, musica dal vivo e danza, rivolge al pubblico una spassionata dichiarazione di delusione verso un mondo che ci vuole performanti, credibili, attivi, eroici, produttivi anche quando il lavoro non c’è.
Interpretato sul palco da Manuela Fischietti (autrice del testo originale) e Alessio Kogoj (che ha firmato la drammaturgia e la regia), lo spettacolo è un racconto tutto al femminile sulle diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro e non solo.
Un manuale di sopravvivenza per chi lavora, per chi continua a cercare lavoro, per chi vorrebbe cambiare lavoro, per chi non sa più lavorare.
 
Ma è anche un atto d’amore verso il nostro io profondo, quell’io speranzoso, che ogni tanto, stanco sul divano a fine giornata, torna a chiederci “Era questa la vita che sognavi da bambino?”
Parole, azioni, opere, omissioni e musica sintetica s’inalberano sulla scena scandendo tempi di grande leggerezza e profonda riflessione.
Uno specchio in cui ogni spettatore potrà riconoscersi, aldilà di ogni deformazione professionale e pura consapevolezza.
Tra cambi di registro, dal comico al grottesco e dal drammatico al tragico passando per la farsa, la scena si colora di quadri, atmosfere sfocate o vivide, il cui centro pulsante è il lavoro con le sue contraddizioni, visioni, speranze.
 
Informazioni.
Biglietti disponibili su https://ticket.centrosantachiara.it/content oppure presso le biglietterie del Centro S. Chiara.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.centrosantachiara.it o chiamare il numero verde 800013952.

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