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La Fabbrica del Tempo, associazione culturale

Tre giornate ATRIUM dedicate alla storia di Sinigo e alla sua fabbrica, alla centrale idroelettrica di Marlengo e all'arte modernista

ATRIUM è l'acronimo di Architecture of Totalitarian Regimes of the 20th century In Europe's Urban Memory.
L'associazione ATRIUM e la sua rotta sono state fortemente volute e patrocinate dal Consiglio d'Europa con lo scopo di indagare, contestualizzare, spiegare gli edifici costruiti a scopo di propaganda, ma non solo, durante i regimi totalitari del XX secolo.
Nel maggio 2022, La Fabbrica del Tempo, in collaborazione con ATRIUM e il Comune di Merano, ha pubblicato il libro «Less is more - Moderno a Merano», una pubblicazione che, basata su ricerche d'archivio, tratta il contesto storico e le architetture pubbliche, sportive, religiose e private di Merano tra 1920 e 1940 e si pone come guida per tutti quei fruitori interessati a percorrere la rotta europea e comprenderne gli edifici nelle singole tappe.
 
Ora, in collaborazione con il Comune di Merano, ATRIUM, Ripartizione provinciale 15.1 e grazie alla disponibilità di Alperia e REM TEC, La Fabbrica del Tempo ha organizzato tre «Giornate ATRIUM» con le quali si intende invitare la cittadinanza a scoprire, il 7 ottobre alle 15.00, la ex fabbrica Montecatini di Sinigo, il Dopolavoro e Borgo Vittoria, il 14 ottobre, alle 15.00 e alle 16.00, la Centrale idroelettrica di Marlengo, mentre la serata a Palais Mamming del 19 ottobre alle 20.00 sarà dedicata all'arte modernista e a conoscere meglio ATRIUM.
Le visite guidate sono possibili grazie alla generosa disponibilità di REM-TEC e di Alperia, che aprono al pubblico rispettivamente la ex Montecatini e la centrale di Marlengo.


 
I piani della Montecatini per una diffusa elettrificazione e industrializzazione di tutto il territorio italiano risalgono già al 1919-1920 e vennero largamente condotti a compimento con le risorse della società stessa, senza contributi statali.
I primi interventi statali giunsero un lustro più tardi, con l’Opera Nazionale Combattenti e l’istituzione del borgo rurale di Sinigo, adiacente alla fabbrica e al Villaggio Montecatini. Vennero allora costruite le case coloniche, la piazza, la nuova chiesa, le scuole e soprattutto fu realizzato il completamento della bonifica, tra il rio di Nova e il rio Sinigo.
 
La fabbrica era per molti versi un manifesto programmatico di modernità: se alcuni piccoli edifici di servizio come la portineria, gli spogliatoi, l'amministrazione e il laboratorio chimico risentono ancora di uno stile eclettico, decorativista, improntato alla commistioni di parati esterni in mattoni e particolari in pietra artificiale a contrasto tipico del primo ventennio del Novecento e che andrà ad esaurirsi di lì a poco, gli edifici produttivi furono invece improntati a linee assolutamente moderne, che ancora possono essere ravvisate nei pochi edifici originari e a tutt’oggi esistenti.
L’esempio più significativo, il cosiddetto Parabolico, ossia il grandioso magazzino prodotti finiti con il relativo terminale ferroviario di carico interno, caratterizzato dall’infinita fila di oblò circolari, non esiste purtroppo più da trent’anni, a causa dei continui rinnovamenti dettati dalle mutate esigenze produttive.
 

 
Oltre alla fabbrica l’area fu dotata di un proprio spaccio e di un centro di assistenza medica, un quartiere prevalentemente autonomo dove molti impiegati ed operai vivevano con le loro famiglie.
La dirigenza della fabbrica – in linea con lo spirito del tempo – provvedeva anche all’offerta di attività per il tempo libero dei propri occupati attraverso l’Opera Nazionale Dopolavoro, con intrattenimenti sportivi e culturali: oltre a praticare attività sportive si poteva trascorrere il tempo nelle sale comuni ascoltando la radio o assistendo alla proiezione settimanale di un film; venivano organizzate gite e partecipazioni a molteplici celebrazioni e manifestazioni.
Erano presenti inoltre una piccola compagnia teatrale e una banda musicale della fabbrica, che fungeva altresì da veicolo pubblicitario della Montecatini.
 
La centrale idroelettrica di Marlengo, nelle sue raffinate forme architettoniche, ricche di particolari art déco che vediamo oggi, nasce a metà degli anni Venti sempre ad opera della società Montecatini, con il preciso scopo di alimentare il nuovo stabilimento industriale che in quegli stessi anni andava costruendo a Sinigo.
La nuova centrale doveva fornire alla nuova fabbrica sia la potenza elettrica necessaria ai processi industriali di sintesi dei composti azotati, sia l’idrogeno necessario ai medesimi processi, prodotto attraverso celle elettrolitiche collocate nella centrale e quindi portato fino alla fabbrica di Sinigo tramite un gasdotto dedicato.
 

 
Originariamente entrambe – centrale e fabbrica – avrebbero dovuto sorgere a Marlengo, ma alla fine, anche per allontanare la fabbrica dalla «città di cura», si decise per l’attuale ubicazione.
La facciata squadrata con le ampie finestrature riflette pienamente lo stile novecentista e sembra quasi voler gelosamente custodire l’apparato decorativo dell’interno, dove ampie partiture pittoriche, in uno stile che già trascolora dal liberty all’art déco, inneggiano alla forza dell’allora ancora nuova energia, quella elettrica. Le visite guidate saranno a cura di Andrea Nardo, Alexander Zoeggeler e Rosanna Pruccoli.
 
Durante la serata ATRIUM, in cui verrà illustrato anche il libro “Less is more” edito da La Fabbrica del Tempo, che nella occasione sarà inquadrato e contestualizzato da Alexander Zoeggeler, Paola Bassetti presenterà gli affreschi della parrocchiale di Maia Bassa, opera di Rudolf Stolz, e il dipinto sulla facciata di Villa Diessbacher eseguito da Paul Mathias Padua. Il presidente di ATRIUM, Ulisse Tramonti, illustrerà invece il percorso e l'opera di questo sodalizio.
Per la visita alla ex fabbrica Montecatini di Sinigo e alla centrale elettrica di Marlengo, entrambe a numero chiuso, è necessaria la prenotazione, da effettuarsi inviando una e-mail a info@fabbricadeltempo.it.

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