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Toto Cutungo: «L’Italiano» fu l’incipit della nostra autostima

Trasmise a tutto il mondo il concetto che gli italiani non dovevano vergognarsi di essere italiani – Il testo della canzone

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Quando nel 1983 Toto Cutugno presentò la sua canzone «L’Italiano» al Festival di Sanremo, tutti pensammo che avrebbe dovuto cantarla Adriano Celentano. Sembrava fatta su misura per lui.
A dir la verità, in quei tempi – beata ingenuità – non sapevamo che Celentano non se le scriveva lui le canzoni. Poi abbiamo visto la mole di chi le scriveva. Eppure era Celentano il nostro idolo. Le canzoni erano sue perché le cantava lui.
Poi abbiamo saputo che Celentano si era rifiutato di cantarla e ci restammo male. Ma perché aveva detto di no?
Oggi Celentano offre due versioni al gran rifiuto. Una è che poteva sembrare un’autocelebrazione. L’altra è che in quei tempi non ci si poteva vantare di essere italiani.
 
I giovani non possono ricordarlo, ma l’italiano che andava in Germania veniva ancora considerato un traditore, o quantomeno inaffidabile. L’armistizio dell’8 settembre non l’avevano proprio mandato giù, dimenticando che uno stato non è una persona, ma un ente. Gli italiani non avevano voluto l’armistizio e ancora meno avevano voluto la guerra.
E comunque era acqua passata per tutti coloro che erano nati dopo il 1945.
Se andavi negli Stati uniti gli italiani erano mafiosi. In Francia eravamo semplicemente considerati cugini minori. In Inghilterra eravamo bravi solo a fare i camerieri.
 
Quando Toto Cutugno uscì con la canzone «L’Italiano», molti pensarono che fosse un cantastorie vanaglorioso. In quei tempi se parlavi bene di Italia, di Italiani, di Tricolore, di Inno nazionale… venivi considerato un nostalgico. Un fascista.
Ricordo un commentatore radiofonico che aveva detto che la canzone di Toto Cutugno era un omaggio ad Almirante, lo storico segretario del MSI, ignorando che nel sesto capoverso della canzone aveva scritto «Un partigiano come presidente» (Sandro Pertini).
Insomma, eravamo ancora delle pezze da piedi
 
Poi abbiamo vinto i mondiali di calcio nel 1982 e, guarda caso, meno un anno dopo Toto Cutugno esce con questa canzone che descrive gli italiani non solo per i suoi difetti ma anche per i suoi pregi.
Al Festival di Sanremo si è piazzato solo quinto, ma nel giro di pochi mesi è andato in testa alle classifiche e infine raggiunge il Disco d’oro.
Viene tradotto in moltissime lingue, tra le quali il finlandese e il cinese. Pare che quest’ultima l’abbia anche cantata l’autore…
Insomma, il mondo aveva rivalutato l’Italiano prima degli italiani.
 
Era solo l’inizio. Anni dopo il presidente Ciampi sdoganò l’Inno di Mameli e improvvisamente sentire l’inno nazionale grazie ai campioni sportivi iniziò a metterci i brividi alla schiena.
Poi si volle riguardare la storia con un occhio più obiettivo e scoprimmo finalmente che le Foibe erano esistite davvero.
Siamo rimasti antifascisti, ma ora siamo fieri di avere la Costituzione più bella del mondo.
Mezzo mondo copia i nostri prodotti alimentari, il prosecco ha battuto numericamente lo champagne, persino il PIL sta facendo rabbia al resto d’Europa.
 
Oggi Celentano ha rilasciato al Corriere la dichiarazione che rifiutare di cantare L’Italiano e stata una «ca….a» mondiale. I puntini li ha messi il giornale, non noi,  ma se fosse cavolata non avrebbe messo i puntini.
Abbiamo esagerato ad attribuire a Toto Cutugno l’incipit della ripresa morale del nostro Paese?
Può darsi, ma a noi piace ricordarlo così.

Grazie Toto. Grazie di tutto.

GrM

Testo
Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Sono un italiano
Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente
E un partigiano come presidente
Con l'autoradio sempre nella mano destra
Un canarino sopra la finestra
Buongiorno Italia con i tuoi artisti
Con troppa America sui manifesti
Con le canzoni, con amore
Con il cuore
Con più donne e sempre meno suore
Buongiorno Italia, buongiorno Maria
Con gli occhi pieni di malinconia
Buongiorno Dio
Lo sai che ci sono anch'io
Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
Perché ne sono fiero
Sono un italiano
Un italiano vero
Buongiorno Italia che non si spaventa
Con la crema da barba alla menta
Con un vestito gessato sul blu
E la moviola la domenica in TV
Buongiorno Italia col caffè ristretto
Le calze nuove nel primo cassetto
Con la bandiera in tintoria
E una Seicento giù di carrozzeria
Buongiorno Italia, buongiorno Maria
Con gli occhi pieni di malinconia
Buongiorno Dio
Lo sai che ci sono anch'io
Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
Perché ne sono fiero
Sono un italiano
Un italiano vero
(Ta-na-na-na-na-na-na
Ta-na-na-na-na-na-na
Ta-na-na-na-na, ta-na-na
Ta-na-na, ta-na-na)
Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
Perché ne sono fiero
Sono un italiano
Un italiano vero
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