Un incubo e un sogno. - Il Golf di San Demetrio. - La stupefacente cucina di Pezzopane. - Un generale con doti amministrative. - Gli otto mesi di De Col
Nella foto, un gruppo di giornalsiti trentini venuti ad
assistere alla consegna delle 43 casette.
Il giorno dell'inaugurazione delle prime 43 casette consegnate ai
terremotati di San Demetrio, in provincia di L'Aquila, è stato
pieno di emozioni. Abbiamo raccolto vari interventi, che potrebbero
essere classificati più come dialoghi che come interviste. Ma che
vale la pena leggere.
Un incubo e un
sogno
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Giulia
Carnevale è la ragazza di 24 anni, morta nello studentato crollato
in seguito al terremoto. Era venuta all'Aquila per laurearsi in
ingegneria e stava frequentando l'ultimo anno. Di lei è rimasta la
tesi di laurea, che si articolava nella realizzazione di un asilo
per bambini.
Come si ricorderà, la Provincia autonoma di Trento aveva deciso di
includere nel villaggio in costruzione a Onna un asilo che
sviluppasse il progetto di Giulia.
Ad attendere Dellai c'erano l'ingegner Fabio Andreatta di Borgo
Valsugana, incaricato alla costruzione, e la mamma di Giulia,
Angela.
La mamma della povera ragazza era visibilmente commossa. Perdere
una figlia è un dolore immenso, che non trova consolazione. Ma
vedere la realizzazione del sogno della figlia le ha dato un po' di
speranza.
«Nessuno mi ridarà mia figlia. - Ci dice. - Ma veder crescere un
progetto di mia figlia è come se una piccola parte di lei fosse
ancora qui.»
Insomma, l'incubo rimane, ma adesso sta prendendo piede la
realizzazione di un sogno.
Per il progetto esecutivo, abbiamo detto, era stato incaricato
l'ingegner Fabio Andreatta, il quale aveva immediatamente avviato i
lavori.
Gli chiediamo come sta vivendo questa esperienza.
«Fantastico, - ci risponde entusiasta. - Credevo che non avrei mai
più realizzato costruzioni del genere. Avevo rinunciato. Troppe
carte, troppe licenze, troppe leggi. Tutte giuste, per carità, ma
che avvicinano molto il lavoro dell'ingegnere a quello di un
contabile. Qui invece, il miracolo. L'unica mia responsabilità è
quella propria dell'ingegnere: costruire un immobile con la sola
preoccupazione di farlo nel modo migliore e rapido possibile.»
Nella foto: La mamma di Giulia Carnevale, Angela, l'ing.
Fabrizio Andreatta e Lorenzo Dellai.
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Il golf di San
Demetrio.
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I miei colleghi temevano che io facessi
la domanda sbagliata, ma sapevano che era inevitabile.
Il sindaco di San Demetrio ne' Vestini
(1.605 abitanti nel 2001) Silvano Cappelli è nato a L'Aquila il 6
marzo 1971 ed è stato eletto il 18 maggio 2006. Era emozionato come
se fosse il suo primo giorno di scuola, ma ne aveva ragione. Il suo
comune è quello che avrà per primo le casette di legno, nelle quali
i cittadini potranno difendersi dal freddo dell'inverno
imminente.
Nel corso dell'incontro con autorità e stampa aveva più volte
annunciato che, una volta costruite le case vere e proprie in
cemento, quelle casette di legno sarebbero divenute un villaggio
turistico.
«Signor sindaco, se mi permette una domanda laterale…»
«Può chiedermi quello che vuole.» - Sorride gioioso.
«Che dice, lo facciamo un campo da golf in questa bellissima
vallata? Magari un nove buche…»
«Macché nove buche! - Ci risponde fiero. - Prima del terremoto
avevamo approvato il progetto per 27 buche!»
«Ventisette?»
«Esatto. Un diciotto buche più un executive da ove. Noi crediamo
nel turismo e ci sembra che il golf sia una proposta adatta per
attirare la gente dalle nostre parti.»
Lo guardo dando un'occhiata ai miei colleghi.
«Sì, so cosa pensa. Il progetto slitterà un poco, visto che abbiamo
altre priorità, come sappiamo. Ma, anche se lo mettiamo in coda,
può stare certo che lo faremo.»
Gli stringo la mano.
«E lei può star certo che ci verremo a giocare. Con i complimenti
dei nostri lettori.»
Nella foto: Il sindaco di San Demetrio ne' Vestini, Silvano
Cappelli.
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La stupefacente cucina di
Pezzopane.
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La presidente della
Provincia dell'Aquila (297.424 abitanti) si chiama Stefania
Pezzopane, è nata il 4 gennaio 1969 ed è stata eletta il 13 giugno
2004 per una lista civica di centro-sinistra.
Nel corso della cerimonia aveva fatto omaggio alle nostre autorità,
oltre ai regali ufficiali, delle confezioni di zafferano, che
insieme al tartufo nero è uno dei prodotti caratteristici
dell'Abruzzo.
Del tartufo ne so abbastanza, ma dello zafferano no. E dato che
sulla confezione c'è scritto che il contenuto pesa grammi 0,5, ho
chiesto al vigile urbano che lo teneva quanto potesse costare.
«Sui 15 euro.»
«Ma sono 30.000 euro al chilo! - esclamo. - È stupefacente!»
«No, - osserva. - Uno stupefacente costa meno…»
«Certo, era solo un'esclamazione… E con 0,5 grammi, quanti risotti
si riescono a fare?»
«Beh, non me ne intendo molto di cucina…»
Allora vado dalla presidente della provincia dell'Aquila, che è una
donna.
«Mi scusi signora - le dico, - ma sa dirmi come si fa il risotto
allo zafferano?»
«Certo. - Risponde, mostrandomi il contenuto della boccettina da 15
euro. - Si lascia la canna in una pentolina d'acqua tiepida per una
ventina di minuti. Poi si fa il risotto come si ritiene opportuno,
aggiungendo l'acqua con lo zafferano al posto del brodo.»
«E quanti risotti si riescono a fare con una canna?»
«Si usa una volta sola, quindi si cercherà di farne il più
possibile. Insomma, quanti ce ne stanno in una pentola. Sei, sette,
otto…»
Nella foto: Il sottoscritto, sottobraccio la presidente
Stefania Pezzopane, tiene in mano la confezione di
zafferano.
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Il generale Fabrizio Lisi,
amministratore di condominio.
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Un condominio peraltro piuttosto grande quello della
cittadella della Guardia di Finanza di Coppito, frazione
dell'Aquila, trattandosi di una superficie di 53 ettari e popolata
mediamente di 1.500 persone tra allievi, istruttori e
amministratori.
«Signor generale, - gli chiedo mentre camminiamo per andare vedere
le casette costruite per i familiari della Guardia di Finanza le
cui case sono andate distrutte. - Come aveva appreso la notizia che
Berlusconi aveva deciso di portare a casa sua il G 8?»
«L'ho appresa come voi, dalla televisione.»
«E come ha reagito?»
«Ho telefonato al mio capo e gli ho chiesto se era vero. E lui, che
non aveva ascoltato il TG, ha risposto candidamente: No, il G 8
si farà alla Maddalena, mi creda. Si rilassi.»
«Ma era vero. E allora cosa avete fatto?»
«Beh, io sono un soldato e i soldati obbediscono. Il rapporto tra i
politici e le strutture dello Stato è un po' come quello che c'è
tra gli architetti e gli ingegneri. I primi sognano cosa fare e i
secondi si rompono la testa per renderli realizzabili.»
«Cosa ricorda di quel periodo?»
«In quei giorni io mi sentivo come un amministratore di condominio.
- Risponde sorridendo. - Solo che i nostri amministrati non si sono
lamentati…»
«Ho visto che le palazzine dei vostri alloggi portano i nomi di
Hotel Venezia, Hotel Roma, Hotel
Trieste… Non era così prima del G 8.»
«I cerimonieri avevano voluto sostituire le sigle delle abitazioni
A1, A2, ecc. con dei nomi meno asettici.
"A" stava per abitazione…»
«Adesso lascerete i nuovi nomi?»
«Non sarebbe una cattiva idea…»
Nella foto, il generale della Guardia di Finanza Fabrizio
Lisi, insieme al presidente Dellai.
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Otto mesi come otto
anni.
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Come abbiamo detto, sono stati in molti a collaborare sia per
soccorrere le popolazioni nei primi momenti del sisma, che per
riuscire poi a realizzare le casette in legno entro i tempi
previsti. Tutti meriterebbero di essere citati uno per uno, anche
perché al momento della consegna delle casette stavano
lavorando.
Uno di loro tuttavia merita una menzione speciale, l'ing. Raffaele
De Col, responsabile - tra le altre cose - della protezione Civile
del Trentino. Non solo perché è andato tutto bene, ma perché era
stato nominato dirigente generale della Provincia solo tre mesi
prima del terremoto. Insomma non ha avuto neppure il tempo di
sedersi dietro la scrivania, che subito ha dovuto scendere in campo
per mettere in moto e far funzionare la macchina dei soccorsi. Da
allora ha passato più tempo in Abruzzo che in Trentino.
«Ing. De Col, - gli chiedo con una certa ironia. - Come sono
passati i primi otto mesi dalla sua nomina a Dirigente Generale
della Provincia?»
Ride, ed una delle rare volte in cui lo abbiamo visto
sorridere.
«Otto mesi? - Ripete. - Mi sembra che siano passati otto anni…»
Nella foto, l'ing. De Col, in una delle rare foto senza gli
occhiali neri.
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G. de Mozzi
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