I Calendari dell’Adigetto.it – Luglio: Trentini uniti per l'Abruzzo
«Tra i nu.vo.la. e i sassi... passano i sogni di tutti. Ma domani è già qui»
Due settimane fa la Provincia
autonoma di Trento ha deciso di portare i giornalisti trentini a
far visita all'Abruzzo presso le basi dove i nostri volontari della
protezione civile e dei vigili del fuoco si stanno prodigando per
alleviare le sofferenze delle migliaia di cittadini sopravvissuti
al terribile terremoto del 6 aprile.
Non fu una scampagnata, dato che partimmo alle 3.30 di mattina e
tornammo a casa alle 23.
Ma quello che abbiamo visto ci ha decisamente aperto il cuore e ci
ha fatto provare un certo orgoglio di essere Trentini.
Tornato a casa e guardate le foto scattate, ho ritenuto opportuno
che i nostri volontari e il nostri concittadini meritassero
qualcosa di più di un semplice reportage redazionale e fotografico,
anche perché i giornali nazionali non hanno detto praticamente
nulla sul nostro operato. Nessuna critica in questo, per carità,
dato che gli aiuti non debbono essere dati per avere un ritorno di
qualche genere, tantomeno in termini di immagine, ma dobbiamo
sottolinearlo per dovere di cronaca.
Insomma, abbiamo deciso di dedicare ai
nostri volontari e ai terremotati d'Abruzzo un calendario, il mese
di luglio, appunto.
Miss Luglio doveva essere Chiara Bruscolini (foto di fianco), la quale ha
accettato volentieri di cedere il passo ai Terremotati d'Abruzzo,
perché in questa maniera si sentiva in qualche modo più vicina agli
Abruzzesi che stanno soffrendo e ai volontari Trentini che stanno
alleviando le loro sofferenze. Il suo servizio è stato pubblicato a
metà luglio, in «Prove di Donna».
Ricapitoliamo i fatti.
La prima colonna dei nostri vigili del fuoco era pronta per partire
poche ore dopo il sisma.
Alle 14 di quello stesso giorno arrivava in zona operazioni, mentre
altri soccorritori stavano ancora attendendo disposizioni da
Roma.
Quella sera i nostri campi di emergenza erano montati e
operativi.
Fin dalle 10.30 di quella stessa mattina due elicotteri della
Provincia si adoperavano sul posto per trasportare i feriti
dall'Abruzzo agli ospedali del Lazio.
I nostri ragazzi continuarono ad operare finché l'emergenza non fu
superata.
Poi giunse il momento di contrattaccare e si decise di regalare 281
casette di legno per soddisfare quattro paesi della provincia de
L'Aquila.
In tutto, la Provincia ha stanziato qualcosa come 7 milioni di
euro.
I nostri ragazzi impegnati sul posto sono 150, alternati con turni
settimanali. Non prendono un solo centesimo per la loro prestazione
d'opera.
Noi giornalisti arrivammo alle 9 di mercoledì 17 giugno.
Erano passati quindi 71 giorni dal terremoto. Abbiamo trovato 9
casette di legno quasi pronte. Quasi un centinaio di platee di
cemento perfettamente urbanizzate erano già state approntate per
supportare altrettante casette, mentre macchine movimento terra
stavano lavorando alacremente per preparare le platee mancanti,
alcune delle quali sul pendio di una collina per evitare i fondi
alluvionali.
A parte i direttori lavoro, anche per la costruzione di platee e
casette ci si avvale di volontari trentini.
Entro questo mese di luglio saranno erette tutte le casette di
legno che abbiamo promesso, e che verranno perfettamente attrezzate
di tutto, compresa la centrale termica, forse prima della scadenza,
fissata per la metà di settembre. Un record che nessuno ci
toglierà.
Il centro che abbiamo visitato in mattinata è stato Onna, dove
costruiremo le prime casette, secondo un progetto realizzato da una
giovane architetta che lo aveva presentato alla sua tesi di laurea.
La poverina è deceduta la notte del terremoto e la popolazione
ritiene giusto ricordarla così.
In ogni paese dove piazziamo le casette non ci sarà una sola
famiglia senza casa, nessuno resterà fuori. E la nostra impressione
è che gli inquilini vi resteranno per almeno una ventina
d'anni…
A Paganica, dove abbiamo eretto il campo Trento Tre, non
costruiremo casette perché la Protezione Civile nazionale, con la
quale la Provincia ha firmato un accordo in nostra presenza, ha
stabilito dove le costruiremo. La scelta dei siti dunque non è
spettata a noi, ma questo ha generato un senso di disagio presso le
popolazioni escluse dalle nostre iniziative. Al campo Trento
Tre, dicevamo, in molti hanno avvicinato Lorenzo Dellai per
chiedergli di costruirne anche da loro, ma purtroppo le istanze
hanno solo imbarazzato il presidente, perché appunto non poteva
farci nulla.
Al campo Trento Tre, tuttavia, qualcosa di più di una
tendopoli e di una mensa abbiamo lasciato: una biblioteca
perfettamente attrezzata e dotata di qualche migliaio i libri.
A mezzogiorno abbiamo pranzato al campo
Trento Uno, dove non solo ci sembrava di essere a casa per
via dei visi conosciuti dei forestali trentini e dei cappelli
d'alpino dei nu.vo.la, ma soprattutto si è mangiato così
bene che lo stesso Nereo Pederzolli (giornalista esperto di
culinaria) si è complimentato per il pasticcio davvero superbo.
«Meritava il bis…»
Insomma, abbiamo capito perché anche dai <</font>paesi
vicini facevano il possibile per trovare un posto a tavola da noi.
«E noi, - assicurano gli addetti alla mensa - se c'è
qualcuno in più, aggiungiamo un posto a tavola». È così che si
fa.
Nessuno si vanta per quello che stiamo facendo, semplicemente va
fatto e basta.
La consapevolezza che abbiamo respirato è la più pulita che si
possa immaginare: La Provincia autonoma di Trento siamo noi. Quei
ragazzi che lavorano senza stipendio, siamo noi. Ognuno di noi.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare tutti i villaggi in fase di
costruzione. A Villa Sant'Angelo le casette saranno 90. Tra Stiffe
e San Demetrio (il cui sindaco ha pranzato con noi) le casette
saranno 110.
Nei 48 comuni della provincia dell'Aquila saranno necessarie 1.500
casette. Noi ne stiamo regalando 281, le altre sono state
commissionate direttamente dalla Protezione Civile, ad aziende
perlopiù trentine. Come si vede, dunque, la generosità porta sempre
con sé dei benefici.
Per il capoluogo, invece, niente abitazioni in legno. Il Governo
vuole costruirle direttamente in cemento. Speriamo che ce la faccia
per tempo, non tanto per il freddo che l'inverno porta con sé (dal
quale peraltro è più facile difendersi che dal caldo), quanto
perché la popolazione ha la necessità di tornare al più presto ad
una sia pur minima parvenza di normalità.
Nel servizio fotografico che segue, abbiamo riportato i momenti
salienti del viaggio. Speriamo di aver reso l'idea delle enormi
sofferenze dei terremotati e dei sacrifici sostenuti dai nostri
ragazzi, perlopiù volontari, che stanno facendo il possibile per
alleviarle.
Guido de Mozzi
Siamo a Onna, dove le immagini parlano da sole. Qui sopra
tuttavia, c'è qualcosa che merita una descrizione a parte. Quei
gruppi di cellofane sono una cinquantina di mazzi di fiuori che i
sopravvissuti di Onna continuano a portare pietosamente sul posto
dove l'indomani del sisma erano state depositate le decine di salme
di persone sestratte dalle macerie. Qui sotto la
chiesa.
Le foto in alto sono prese dal campo Trento Uno, che è un
po' la base operativa di tutta la nostra spedizione. E' qui che la
gente del luogo cerca di venire a pranzo, non solo perché trovano
un buon pasto caldo, ma anche l'atmosfera che la nostra gente di
montagna, i nostri Alpini, riescono sempre a nutrire. Come il
sindaco di San Demetrio, ad esempio. La freccia con l'indicazione
«Trento - 650 km», ricorda che lassù c'è
qualcuno che li aspetta.
Qui sotto, la biblioteca che abbiamo costruito e allestito a
Paganica.
In queste immagini si è ripreso il momento istituzionale in
cui la Provincia autonoma di Trento e la Protezione Civile italiana
sottoscrivono il contratto di collaborazione. Dopo la firma,
avvenuta nella sala stampa della Guardia di Finanza, si va a vedere
le prime casette ormai quasi approntate, costruite appena fuori la
cittadella militare. Vi andranno ad abitare delle famiglie della
GdF che hanno perso la casa a causa del sisma.
Nell'immagine qui sotto, il bel panorama che si gode dalle
nostre casette.
In questa serie di immagini, si vedono gli avanzamenti
lavoro dei vari siti nei quali stiamo costruendo le 290 casette di
legno. Anche la manodopera è formata da volontari trentini.
Entro luglio le platee di cemento saranno tutte approntate e a
seguire le casette verranno montate secondo i progetti concordati
con i sindaci dei paesi colpiti dal sisma. Anche se dovrebbero
essere utilizzate lo stretto tempo necessario per avere le case in
cemento, ci è stato fatto presente che possono durare
tranquillamente 20 anni e più.
Nelle ultime due foto qui sotto, il riposo dei
guerrieri...