Mercoledì 27 luglio: L’identità secondo Marco Aime
Domani il noto antropologo sarà il terzo ospite dell’Agosto degasperiano
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Mercoledì 27 luglio alle 18 è atteso il terzo incontro della rassegna «Agosto degasperiano - Custodi del fuoco».
Negli spazi di Castel Pergine l’antropologo Marco Aime approfondirà criticamente il tema dell’identità: un concetto molto in voga nella retorica politica contemporanea, fondamentale per dare corpo a ogni progetto comunitario, ma al contempo da maneggiare con cura per non farne, come spesso avviene anche inconsciamente, lo strumento per legittimare discriminazioni vecchie e nuove.
C’è chi la invoca come antidoto alla crisi della comunità, c’è chi ne fa il baluardo contro l’omologazione prodotta dalla globalizzazione, c’è chi vi ricorre per edificare ponti tra generazioni che si sentono sempre più isole… Di fatto la parola “identità” è una di quelle che piacciono al nostro tempo.
Un’attrazione che diventa a tratti quasi un’ossessione: identità nazionale, identità regionale, identità locale, identità digitale, identità sessuale… Concetto al contempo nobile ma facilmente malleabile, identità resta però spesso una parola ambigua: se da un lato spinge a individuare ciò che unisce e si pone ad esempio al centro di ogni progetto collettivo, dall’altro traccia linee di inclusione/esclusione che definendo un “noi” e un “loro” aprono la strada a pregiudizi vecchi e nuovi.
Fino a divenire il perno concettuale di discriminazioni e razzismi. Partirà da queste riflessioni l’analisi di Marco Aime, uno dei più famosi antropologi italiani, lucido e critico osservatore dei movimenti profondi del nostro tempo, che mercoledì 27 luglio alle 18 sarà ospite dell’Agosto degasperiano negli spazi di Castel Pergine con la conferenza «Identità tra passato e futuro».
Un incontro centrato su una delle ambivalenze irrisolte del nostro tempo, alla disperata ricerca di un equilibrio tra la necessità di affrontare mutamenti epocali e il bisogno di restare ancorato alla tradizione.
Ed è proprio in una diversa visione dell’identità, non più concepita come eredità del passato, ma come progetto per il futuro, che Aime individua la via per coniugare le due istanze, interpretando positivamente il cambiamento senza rinunciare per questo alla nostra storia.
Dopo aver riletto al femminile il mito d’Europa con Paolo Rumiz e rovesciato l’approccio al tema della convivenza con Vittorio Lingiardi, la rassegna Agosto degasperiano – Custodi del fuoco prosegue così il suo percorso indirizzato ad esplorare alcune parole dalle forti implicazioni collettive, ricercandone il significato autentico al di sotto delle incrostazioni storiche e delle letture più superficiali.
Parole che rappresentano il fuoco del vivere civile: un fuoco che viene dal passato, ma che può ancora scaldare il presente e illuminare il futuro e che pertanto merita di essere custodito e trasmesso.
L’evento è a ingresso libero e non è prevista prenotazione. Maggiori informazioni sul sito della Fondazione www.degasperitn.it.
Nato a Torino nel 1956, Marco Aime è antropologo e docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova. Dopo aver condotto importanti ricerche sul campo, occupandosi delle differenti etnie in Benin, Burkina Faso e Mali, il suo sguardo attento si è soffermato sulla sua tribù. Ha prodotto innumerevoli articoli scientifici, pubblicato vari saggi di natura antropologica, ma anche coltivato una vena divulgativa, alimentata dalla sua grande curiosità e dalla capacità di posare sguardi originali e lucidissimi sulla modernità.
Tra la sua vastissima produzione ricordiamo: Il dono al tempo di Internet, con A. Cossetta, 2008; La macchia della razza: storie di ordinaria discriminazione, 2013; Etnografia del quotidiano. Uno sguardo antropologico sull'Italia che cambia, 2014; La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio, con G. Pietropolli Charmet, 2014; Comunità, 2019; Il mondo che avrete. Virus, Antropocene, Rivoluzione, con A. Favole e F. Remotti, 2020.