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Il 15 agosto 1914 la Russia invadeva la Prussia Orientale

Centodieci anni fa la Prima armata russa fece tremare Berlino, ma poi intervennero Hindenburg e Ludendorff

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L’offensiva russa cominciò il 15 agosto 1914, mentre sul fronte occidentale Liegi era caduta da una settimana e i tedeschi stavano per varcare la frontiera Francese.
Immaginando che la Russia avrebbe impiegato almeno un mese e mezzo per completare la mobilitazione, il capo di stato maggiore tedesco, generale Moltke, aveva lasciato alla frontiera orientale non più di 10 divisioni, ritenute sufficienti per trattenere i Russi fino al tracollo della Francia.
E invece la 1ª Armata Russa, forte di 200.000 uomini (nulla in confronto ai 20 milioni di cui poteva disporre), varcò la frontiera esattamente a Ferragosto di 100 anni fa.
Preceduti dalle avanguardie dei cosacchi a cavallo, i russi entrarono in territorio tedesco in due colonne, costeggiando le estremità della vastissima foresta di Rominten, formata da verdi abeti e bianche betulle.
Il piano del Quartier generale russo era semplicissimo: entrare nel territorio prussiano, direzione Berlino, per impegnare al massimo l’esercito tedesco. Esaudivano così le richieste pressanti dei Francesi che avevano bisogno di tempo per organizzare la nuova difesa dettata dalla scelta tedesca di passare dal Belgio.

Paul von Hindenburg.
 
In realtà, la Russia ha impiegato i tempi tecnici calcolati dallo Stato Maggiore tedesco per completare la mobilitazione. Ma la 1ª e la 2° armata russe erano pronte già dal 13 agosto, mentre i precetti di arruolamento non erano ancora giunti a destinazione per intero.
I confini che nel 1914 dividevano gli imperi tedesco e austro-ungarico dalla frontiera russa erano di circa 1.500 chilometri. La linea di confine scendeva tortuosamente da Memel e Cernovitz, attraverso i cento laghi della Masuria, le ampie vallate polacche della Vistola e del Bug, e la Galizia solcata dal San e dal Dniester.
La conformazione orografica portava quasi naturalmente le forze russe ad avanzare verso Berlino, distante solo 400 chilometri dalla frontiera. Il che portava a vedere le cose in due modi completamente diversi.
Per i Russi era la spina nel fianco del nemico, per gli Imperi centrali era una trappola gigantesca dove le forze tedesche avrebbero potuto chiudersi a tenaglia attorno alla Prima armata.
Le cose però non andarono né in un modo né nell’altro, come sempre accade nelle operazioni militari.
 

Tedeschi prigionieri dei russi. 
 
La Prima armata Russa sferrò il suo attacco il 19 agosto, quando incontrò la vera resistenza del nemico, a Gumbinnen, dove i tedeschi resistettero valorosamente, contenendo l’impeto degli avversari.
Poi però i russi riuscirono a spezzare l’Ottava armata tedesca, minacciando così l’avvolgimento. I russi erano talmente tanti che la minore dotazione tecnica in tutti i campi veniva sopperita dall’effetto valanga.
Questo primo cedimento, unito alla fuga dei profughi tedeschi che volevano scappare ai cosacchi, provocò il panico in un esercito che non aveva mai messo in conto la possibilità di un tracollo.
Moltke comprese che il generale Prittwitz, comandante dell’VIII Armata tedesca, stava perdendo il controllo della situazione e decise di sostituirlo. Con chi?
Gli venne in mente un generale messo a riposo perché nel corso delle grandi manovre aveva messo sotto scacco l’intera armata del Kaiser. Si chiamava Hindenburg. Quella volta si era dimostrato improvvidamente il migliore, ma ora a Moltke non serviva un politico, ma un soldato. Lo mandò a chiamare e gli affiancò un giovane generale di nome Ludendorff, noto per essere fortunato.
In questa maniera Moltke poteva contare sulla la riscossa senza dover inviare altre truppe che non poteva distogliere dal fronte francese.
 
Erich Ludendorff.

Hindenburg raccolse i soldati che erano praticamente sbandati e li invitò anzitutto a preparare le trincee (cosa che il suo predecessore non aveva preso in considerazione) perché la situazione era effettivamente critica, ma poi riorganizzò le truppe e le rese perfettamente operative. Adesso i soldati avevano di nuovo dei comandanti vincenti ed erano pronti a contrattaccare.
I Russi, praticamente privi di aviazione, non si accorsero neppure del recupero tedesco e si spinsero troppo in avanti in maniera non compatta.
Hindenburg invece si accorse dei varchi che la Prima armata russa lasciava e non perse l’occasione. Individuò il VI Corpo d’armata russo che era isolato dagli altri e lo attaccò con tutte le forze, sbaragliandolo. A quel punto si preparò a far fronte al resto della 1ª armata russa e alla 2ª che da qualche giorno si era fatta avanti. Si fortificò a Tannenberg in attesa delle contromosse dei russi, che si fecero vivi il 23 agosto.
I primi assalti andarono bene alle truppe zariste, che fecero arretrare i tedeschi. Ma si trattava di una trappola di Hindenburg: con una contromossa preparata nei minimi particolari, contrattaccò e sbaragliò gli avversari.
Avanzò fino a giungere nel cuore della Prima armata e proseguirono fino a giungere alla Seconda armata. I combattimenti furono feroci, ma alla fine Hindenburg vinse. Il Reich era salvo e poteva dedicarsi al fronte francese.
I tedeschi avevano messo in campo 150.000 uomini, i russi 180.000.
I primi persero 37.000 uomini, i secondi 30.000. Ma altri 90.000 russi vennero fatti prigionieri.
 
Russi prigionieri dei tedeschi. 
 

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