Lezioni di Storia 2017: l'elefante di Carlo Magno

Per «Guardando a Oriente» Franco Cardini sarà al Teatro Zandonai di Rovereto il 15 ottobre alle ore 11

Sarà Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale all’Istituto Italiano di Scienze Umane, il protagonista del secondo appuntamento delle «Lezioni di Storia. Guardando a Oriente».
Il titolo della conferenza, in programma domenica 15 ottobre al Teatro Zandonai di Rovereto alle 11, è «L'elefante di Carlo Magno»: una storia vera capace di evocare l'Europa di dodici secoli fa, tra imperatori e califfi d’Oriente.
Le lezioni proseguiranno fino al 26 novembre a Trento (Teatro Sociale e Sala della Filarmonica) e a Rovereto (Teatro Zandonai) con mattinate dedicate a raccontare il confronto millenario tra culture da sempre in relazione tra loro.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. I biglietti potranno essere ritirati presso le casse dei teatri a partire dalle ore 10.
Le lezioni, ideate dagli Editori Laterza, sono promosse dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, dal Comune di Trento e dal Comune di Rovereto, e realizzate con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Cavit, Dolomiti Energia e la collaborazione tecnica del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.
La partecipazione alle singole lezioni è valida ai fini dell'aggiornamento professionale dei docenti della scuola della Provincia autonoma di Trento. La frequenza di una lezione corrisponde ad un'ora di formazione.
 
 PROGRAMMA 
Domenica 15 ottobre, Rovereto, Teatro Zandonai
Franco Cardini: 798 d.c. - Carlo Magno e l’elefante
Ad Aquisgrana Re Carlo si è fatto costruire un serraglio di animali esotici, inclusi pantere e leoni: l’emblema della sua forza. Gli manca però la bestia capace di rappresentare al meglio la qualità regale della saggezza nonché di far riemergere le glorie degli imperatori romani e delle corti di Bisanzio e d’Oriente: manca l’elefante. Una storia vera capace di evocare l’Europa di più di dodici secoli fa, tra imperatori e califfi d’Oriente.
Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale all’Istituto Italiano di Scienze Umane.
 
Domenica 22 ottobre, Trento, Teatro Sociale
Amedeo Feniello: 1219 - San Francesco e il Sultano
Nel campo crociato di Damietta, in Egitto, mentre cristiani e musulmani si fronteggiano aspramente, appare una figura inaspettata: povero, umile, scalzo, deriso dagli appartenenti alla sua stessa fede, Francesco d’Assisi ha deciso di affrontare a modo suo il Sultano al-Kamil. Un incontro in cui il fanatismo e il pregiudizio cedono il posto ad un reciproco sforzo di conoscenza che resta ancora oggi emblematico.
Amedeo Feniello lavora all’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del CNR e insegna Storia medievale presso l’Università degli Studi dell’Aquila.
 
Domenica 29 ottobre, Rovereto, Teatro Zandonai
Vito Bianchi: 1271 - Marco Polo verso il Catai
Sono i mercanti che sanno come andare alla ricerca di mondi ‒ fin lì ignoti e solo immaginati ‒ per svelarne i contenuti, capirne e carpirne i segreti. Marco Polo è il nuovo Parsifal: non più il cavaliere della classicità medievale, bensì il mercator, col suo spirito libero e con la sua forza; forza che consiste nell’accostarsi all’altro e all’altrove all’insegna della reciproca convenienza e quindi a un livello paritario, intrinsecamente pacifico.
Vito Bianchi, archeologo, scrittore e docente all’Università degli Studi di Bari.
 
Domenica 5 novembre, Trento, Teatro Sociale
Anna Foa: 1486 - Cabala ebraica, cabala cristiana
Misticismo e magia. Durante l’Umanesimo la cultura cristiana si appropria della tradizione cabalistica ebraica facendone uno dei principali fondamenti del mito di un’antica sapienza comune tanto agli ebrei che ai cristiani. Una contaminazione tra due mondi lontani e insieme vicini che produce una miscela basata sulla convinzione che gli insegnamenti occulti della Cabala ebraica fossero compatibili con la verità cristiana.
Anna Foa ha insegnato Storia moderna all’Università di Roma La Sapienza.
 
Domenica 12 novembre, Rovereto, Teatro Zandonai
Franco Farinelli: 1492 - Colombo: cercare l’Oriente attraverso l’Occidente
Colombo è il primo dei moderni perché è il primo ad applicare al mondo il modello cartografico con la pretesa che sia il mondo ad adeguarsi alla mappa e non viceversa. È questa l’inversione fondamentale che sta al cuore della sua impresa, mentre l’inversione direzionale tra Oriente ed Occidente è soltanto una delle conseguenze di quel ribaltamento iniziale. La terra che Colombo tocca diventa un Nuovo Mondo appunto perché è l’esito di un inedito rapporto tra modello e realtà.
Franco Farinelli dirige il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna, è presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani (Agei).
 
Domenica 19 novembre, Trento, Sala della Filarmonica
Maria Giuseppina Muzzarelli: 1590 - La moda guarda all’Oriente
Al centro dell’Orientalismo sta l’idea della differenza profonda fra Occidente ed Oriente; questo anche nel campo della moda: l’Occidente apprezzava cambiamenti, tessuti pesanti e corpetti opprimenti; la moda orientale proponeva, o si immaginava che lo facesse, abiti poco strutturati e fogge immutabili. Nel Cinquecento due grandi rivoluzioni ‒ la stampa e le scoperte geografiche ‒ favorirono la conoscenza a distanza e in Occidente ci si cominciò a vestire all’orientale.
Maria Giuseppina Muzzarelli insegna Storia medievale e Storia del costume e della moda all’Università di Bologna.
 
Domenica 26 novembre, Rovereto, Teatro Zandonai
Domenico Quirico: 2014 - ISIS, nascita di un nuovo califfato
La ricostruzione del Califfato a Mosul non è un semplice episodio nella guerriglia globale dei movimenti fondamentalisti. Segna il tentativo esplicito di capovolgere la storia recente imponendole un nuovo Tempo: riavvolgere il filo della storia per riportarla dinamicamente al suo Tempo perfetto, puro. Non utopia, ma tempo politico in cui si colloca un progetto di società perfetta ferocemente totalitaria.
Domenico Quirico è giornalista e scrittore.