Anche il Trentino ricorda i 200 anni del Catasto Austriaco
A Vienna un convegno celebrativo con la partecipazione anche dell'assessore regionale Giuseppe Detomas
Ci sono innovazioni che, a 200 anni dalla loro introduzione, continuano ad essere moderne e «illuminate» ed a connotare positivamente i sistemi amministrativi di alcuni territori.
È il caso del Catasto Fondiario di origine austroungarica, nato il 23 dicembre 1817 a seguito dell'emanazione della Patente Sovrana a firma di Francesco I d'Austria.
Il Trentino, come parte integrante dell'Impero e del Tirolo storico, è stato direttamente interessato da questa innovazione (all'epoca una rivoluzione) e ne gestisce ancora l'eredità, ora in formato digitale per la totalità del territorio provinciale.
E a Vienna alle celebrazioni per i 200 anni del Catasto Austriaco era presente anche una delegazione regionale guidata dal vicepresidente altoatesino Christian Tommasini e dall'assessore regionale Giuseppe Detomas.
Nel 1861 si chiudeva proprio nel Tirolo, di cui la Regione Trentino Alto Adige era parte integrante, la formidabile opera di formazione della cartografia catastale asburgica.
In Italia il Catasto ex asburgico vige ancora limitatamente alle terre che, prima della fine della prima guerra mondiale, appartenevano all’Impero d’Austria e quindi, oltre all’intero territorio dell’attuale regione Trentino Alto Adige, anche in limitati ambiti territoriali delle regioni Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Il risultato più evidente è costituito dal fatto che attualmente le due province di Trento e Bolzano, possono vantare, rispetto al resto d’Italia, un livello di controllo istituzionale e sociale sul territorio tale da consentire di affermare, senza timore di smentita, che tutto il patrimonio edilizio e fondiario risulta regolarmente registrato nella sua interezza presso il Catasto.
«Gli amministratori ed i tecnici che oggi si trovano a mantenere viva l’eredità formidabile del Catasto asburgico – ha affermato Detomas portando il saluto istituzionale del Trentino al convegno viennese – devono sentire tutta la responsabilità che ne consegue ed essere consapevoli dei compiti che li attendono: mantenere il Sistema Catastale ex-asburgico in modo moderno ed efficiente ma sempre nel solco della tradizione.
«Un plauso dunque a chi l’ha pensato, approvato e realizzato ma anche un forte incoraggiamento ed uno stimolo a fare sempre meglio, a chi lo gestisce per conservare un sistema di gestione immobiliare integrato che dimostra ancora oggi dei pregi indiscutibili e rappresenta uno dei cardini della nostra autonomia.»