Se ne è andato Mino Martinazzoli, l’uomo che sciolse la DC
Aveva capito che con il comunismo era finita la fase storica della Democrazia Cristiana. Il ricordo del presidente Dellai
È morto a Brescia Fermo Mino
Martinazzoli, importante uomo politico della Dc, della quale fu
segretario, e più volte Ministro della Repubblica.
Era nato a Orzinuovi nel 1931.
Malato da tempo, si è spento stamattina a Brescia, della quale fu
sindaco.
Aveva quasi 80 anni.
Martinazzoli è l'uomo che sciolse la Democrazia Cristiana nel
1993.
Aveva provato poi a lanciare la proposta di costituire sulle ceneri
della DC, in continuità ideale con la forza trainante del partito
nato da Alcide De Gasperi ma in discontinuità con la classe
dirigente, il nuovo Partito Popolare Italiano, riprendendo tale
nome dal partito che fu di Don Luigi Sturzo.
In realtà, però, l'Italia aveva chiuso con la Prima Repubblica e
quindi anche con i due partiti che nel bene e nel male l'avevano
ricostruita.
Il suo tentativo infatti fu deludente e i seggi ottenuti non
consentirono nemmeno di essere ago della bilancia in Parlamento,
dove iniziava ad affermarsi l'alleanza di centrodestra guidata da
Berlusconi.
Anni dopo, in un'intervista a «Sette» del Corriere della Sera,
avrebbe consegnato alla storia le sue motivazioni.
«Non fummo tempestivi nel considerare che la fine del comunismo in
Europa chiudeva, anche in Italia, una fase storica, quella che
condannava la Dc a governare. […] Quando ci provammo era ormai
troppo tardi. Non fummo capaci, in un contesto sempre più reattivo,
di convincere gli italiani che le nostre ragioni erano maggiori dei
nostri torti.»
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Appresa la notizia, il presidente della Provincia autonoma di
Trento, Lorenzo Dellai, ha espresso cordoglio per la scomparsa di
Mino Martinazzoli, «esponente storico dell'anima
cattolico-progressista della Democrazia Cristiana».
«Per mille motivazioni - ha scritto Dellai in un comunicato -
ritengo che con lui scompaia uno dei più qualificati e straordinari
testimoni di quel cattolicesimo democratico che ha assicurato al
nostro Paese un sicuro punto di riferimento per la vita
democratica.
«Anche nella sua esperienza personale - ha commentato il
Presidentre, - Martinazzoli ha interpretato, talvolta con
drammaticità, la progressiva rivoluzione della presenza dei
cattolici nella politica del nostro Paese.
«Penso che proprio alle sue caratteristiche etiche e politiche - ha
concluso - occorra ancora una volta riferirsi per ritrovare la
bussola perduta.»