Il sarcofago dei caduti austroungarici restituito alla città di Trento
Oggi, al cimitero di Trento, la cerimonia alla presenza di un folto pubblico e delegazioni delle associazioni d'arma

Contiene i resti mortali di 6.000
soldati austro-ungarici, caduti a Trento e dintorni, il monumento
inaugurato oggi presso il cimitero del capoluogo, dopo un
intervento conservativo curato dalla Soprintendenza provinciale per
i Beni architettonici.
Una solenne cerimonia dedicata a tutti i caduti ha suggellato la
restituzione del monumento ideato dall'architetto Rudolf Perco nel
1917.
Presenti delegazioni dei Kaiserjäger, Kaiserschützen e Schützen del
Tirolo storico, degli Alpini, delle associazioni d'Arma e
combattentistiche, e numerose autorità fra cui l'assessore
provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco
Panizza, l'assessore alla cultura del Comune di Trento Lucia
Maestri, il presidente della Croce Nera del Tirolo Hermann Hotter
con la delegata per il Trentino Annemarie Wieser Cattani,
l'assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi,
il presidente del Circolo «Michael Gaismayr» Stefano Frenez.
La cerimonia è iniziata alle 11, all'interno del Sacrario Militare
del cimitero di Trento dove sono sepolti i caduti di tutte le
guerre, con la messa officiata in due lingue, italiano e tedesco,
da don Fortunato Turrini e padre Armando. Al termine della
funzione, allietata dal corpo musicale «Città di Trento» e dal coro
«Stella del Cornet», le delegazioni si sono spostate verso la zona
dove si trova, dagli anni '70, il monumento austro-ungarico, unendo
idealmente in un percorso di pace i caduti della Grande Guerra, sia
quelli dell'esercito italiano, sia quelli che militavano nelle fila
dell'esercito imperiale.
«Oggi è un giorno importante per il Trentino - ha commentato
l'assessore provinciale Franco Panizza (nella foto in basso) - perché
recupera il senso della memoria e restituisce piena dignità a
quest'area e a questo monumento che contiene le spoglie dei caduti
austro-ungarici fra cui molti trentini.
«Stiamo lavorando ormai da tempo, con le istituzioni museali locali
e con associazioni e storici del territorio, per ricostruire la
storia dei nostri caduti: uno dei progetti più importanti, sotto
questo profilo, è il Memoriale 'Nel cuore nessuna croce manca',
promosso dall'Assessorato provinciale alla cultura assieme al Museo
Storico italiano della Guerra.»
«Oggi restituiamo un'altra tappa importante di questo percorso - ha
aggiunto l'assessore provinciale - un percorso europeo, poiché in
questo sarcofago vi sono caduti di tutti gli Stati che facevano
parte dell'ex Impero d'Austria e d'Ungheria. Il monumento lancia
quindi un messaggio ideale all'Europa di oggi, all'Europa dei
popoli.»
L'assessore Franco Panizza, nelle sue conclusioni, ha auspicato che
l'area dove è collocato il monumento ospiti, in futuro, una
cerimonia internazionale per tutti i caduti di ogni conflitto, come
quella che si tiene tutti gli anni nel cimitero militare di Amras,
presso Innsbruck.
Un forte messaggio di pace è arrivato anche dall'assessore alla
cultura del Comune di Trento Lucia Maestri, e dal presidente della
Croce Nera tirolese Hermann Hotter.
Infine, gli interventi di Lorenzo Baratter, direttore dell'Istituto
culturale cimbro di Luserna, che ha tracciato il contesto storico,
e dell'architetto Fabio Campolongo della Soprintendenza, che ha
diretto l'intervento di restauro assieme all'architetto Lorenza
Arlango.
Il sarcofago fu costruito con materiali del luogo, estratti dalle
cave di Civezzano, e vi lavorarono soldati artisti in servizio
presso il Festung Trient.
Il progetto è dell'architetto Rudolf Perco, tenente della riserva
nato a Gorizia nel 1884, la realizzazione degli scultori Remo
Stringari di Aldeno e Josef Rauch, rispettivamente comandante di un
plotone il primo e artigliere il secondo.
L'opera, è introdotta da una scalinata di quattro gradini in marmo
rosso che, elevandosi ad altezza d'uomo, costituiva il primo
ossario.
Sopra questo basamento fu posto un monumentale sarcofago in marmo
bianco, che custodiva il secondo ossario.
Il monumento, rosso e bianco come i colori del Tirolo, raggiunge
un'altezza di 10 metri e presenta una pianta quadrangolare di 9x7
metri.
L'effetto celebrativo fu accentuato da un colonnato circolare
sormontato da architrave, innalzato in occasione dell'inaugurazione
del 1917.
Con la fine della Grande Guerra e l'annessione del Tirolo
meridionale all'Italia, iniziarono i lavori per la costruzione
della Cappella Ossario italiana in memoria dei caduti.
Il nuovo Ossario venne inaugurato il 4 novembre 1932, in occasione
delle celebrazioni per il decennale della marcia su Roma.
Il sacrario austro-ungarico venne allora spostato al centro del
cimitero militare, dove rimase sino agli anni settanta quando, in
occasione dell'ampliamento del cimitero cittadino, venne smontato e
collocato nell'attuale posizione.
I due trasferimenti influirono sullo stato di conservazione,
rendendo necessario il suo restauro, eseguito tra il 2008 e il 2010
dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della Provincia
autonoma di Trento. L'intervento è costato circa 35.000 euro.
Queste note storiche sono contenute nella pubblicazione dedicata al
monumento ai caduti del cimitero di Trento, curata dall'architetto
Campolongo e distribuita nel corso della cerimonia.
La commemorazione si è conclusa sulle note del «L'inno agli eroi»,
eseguito dal corpo musicale di Trento e dal Coro «Stella del
Cornet», basato su uno spartito musicale del 1916 e dedicato ai
Kaiserjäger del II Reggimento, nel quale militavano molti trentini,
che si sacrificò in Galizia nella battaglia di Hujcze (settembre
1914) per consentire la ritirata al resto dell'armata
austro-ungarica.