Lech Walesa, una vita spesa nella solidarietà e per la libertà
La vicenda di un elettricista che ha cambiato la storia europea

Le sue battaglie contro il regime
polacco filosovietico hanno aperto ai paesi dell'Est la strada
verso la democrazia.
La sua visita in Trentino sottolinea i forti legami che il nostro
territorio vanta con la sua terra, il terzo mercato turistico dopo
Germania e Paesi Bassi
I forti legami che uniscono, ormai da parecchi anni, il Trentino e
la Polonia, uno dei mercati esteri cruciali per l'economia
turistica della nostra provincia, hanno reso possibile una visita
davvero speciale. Dal 12 al 15 settembre sarà infatti ospite del
nostro territorio Lech Walesa, uno dei personaggi che hanno
contribuito a cambiare la storia dei paesi dell'Est europeo alla
fine del Ventesimo secolo.
L'ex leader di Solidarnosc giunge all'ombra delle Dolomiti,
patrimonio mondiale dell'umanità, per una visita istituzionale nata
da un'idea del'Assessore provinciale Tiziano Mellarini, dopo che
migliaia di suoi concittadini hanno scelto il Trentino per le
proprie vacanze, soprattutto quelle attive (in inverno), attirati
dalle piste da sci e di fondo e dalle infrastrutture di cui
dispongono le nostre località.
Nel solo 2009, vale la pena ricordarlo, dalla Polonia si sono
contati ben 82.400 arrivi e 560.000 presenze, numeri incrementati
rispettivamente del 13% e del 17% in relazione al 2008.
La crescita, d'altronde, è costante da parecchi anni. Basti pensare
che dal 2005 queste cifre sono raddoppiate: allora si registrarono
42.000 arrivi e 281.000 presenze.
Si stanno così raccogliendo anche i frutti di importanti
investimenti nel campo della comunicazione, grazie ai quali si sta
sviluppando una forte richiesta di livello medio - alto, che
qualifica sempre di più questo mercato.
Nella storia del XX Secolo non solo molti i personaggi polacchi che
si sono ritagliati un ruolo importante come quello giocato da Lech
Walesa.
Si deve a lui, infatti, e al sindacato che riuscì a fondare e a
legittimare nel 1980 (Solidarnosc), il merito di aver introdotto le
prime forme di pluralismo all'interno del blocco di paesi dell'est
europeo controllati dall'Urss.
Le sue battaglie, e quelle dei lavoratori dei cantieri navali di
Danzica, rappresentarono l'innesco di una reazione a catena che,
anche grazie alle profonde riforme introdotte da Gorbaciov in
Unione Sovietica, portarono alla grande svolta del 1989, quando
quei regimi collassarono uno dopo l'altro.
La storia di Lech Walesa, nato nel 1943 a Popowo (un paesino a metà
strada fra Varsavia e Bydgoszcz), è quella di un uomo che ha
consacrato la propria vita alle battaglie per i diritti umani,
civili e politici.
Già nel 1970 prese parte ad uno sciopero illegale nei cantieri di
Danzica, soffocato nel sangue dalle forze dell'ordine, un
coinvolgimento che gli costò un anno di prigione. Nel 1980, dopo
essere stato privato del lavoro, emerse come il leader degli operai
che occuparono nuovamente i cantieri.
Walesa, in breve tempo, ottenne un accordo con il governo comunista
che permise la nascita di una organizzazione legale di sindacati
liberi.
Il Comitato diventò così il NSZZ Solidarnosc: Walesa fu scelto come
presidente e mantenne questa carica fino al dicembre 1981. Subito
dopo conobbe, per 11 mesi, l'internamento in un campo di prigionia,
seguiti da sei anni di arresti domiciliari.
Nel 1983 gli venne assegnato il Premio Nobel per la Pace e nel 1988
organizzò un nuovo sciopero dopo il quale si aprì una trattativa
con il governo, che portò ad un accordo per riabilitare il
sindacato e organizzare elezioni «semi libere» per il parlamento
polacco.
Una svolta epocale.
Il comitato civile di presidenti del sindacato, una sorta di
partito politico, si aggiudicò quasi per intero i seggi assegnati
attraverso questa consultazione popolare (il 49% del totale), poi,
alla fine dell''89 Walesa convinse i partiti alleati con i
comunisti a formare una nuova coalizione di governo non comunista,
la prima del blocco sovietico.
Nel 1990 il leader di Solidarnosc venne eletto presidente della
Repubblica, carica che esercitò fino al '95.
Oltre al Premio Nobel, ha ricevuto molti altri riconoscimenti
internazionali. Benché non abbia conseguito un diploma di scuola
superiore gli è stata conferita una laurea honoris causa da molte
università europee e statunitensi.