È morto a Roma Francesco Cossiga. Aveva 82 anni
«Presidente emerito della Repubblica Italiana» per decreto del Presidente del Consiglio, è stato il più giovane politico in tutte le cariche dello Stato. Passerà alla storia come «Presidente picconatore»

Francesco Cossiga è nato a Sassari
il 26 luglio 1928 ed è stato un uomo politico, un giurista e
docente, ottavo presidente della Repubblica dal 1985 al 1992.
Infine assunse, di diritto, l'ufficio di Senatore a vita.
A seguito di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri
può fregiarsi del titolo di «Presidente emerito della Repubblica
Italiana».
È stato ministro dell'Interno nel terzo Governo Andreotti dal 1976
al 1978, quando si dimise in seguito all'uccisione del suo amico e
presidente della DC Aldo Moro.
A dimostrazione che in Italia la dignità e la coerenza ripagano,
divenne presidente del Consiglio dei ministri dal 1979 al 1980 e fu
eletto presidente del Senato della Repubblica nella IX legislatura
dal 1983 al 1985.
Lasciò la Presidenza del Senato quando venne eletto Presidente
della Repubblica.
Avendo iniziato il mandato all'età di 57 anni, è stato il
presidente della Repubblica italiana eletto alla più giovane età.
Succedeva a Sandro Pertini.
E va detto subito che fu durante la sua presidenza al Quirinale,
che Cossiga impresse la propria figura nella storia del Paese.
La presidenza Cossiga fu sostanzialmente distinta in due fasi quasi
eterogenee.
Nella prima fase fu assai rigoroso nell'osservanza delle forme
dettate dalla Costituzione (essendo peraltro docente di diritto
costituzionale) fu il classico presidente notaio nei primi cinque
anni di mandato.
La caduta del muro di Berlino segnò l'inizio della seconda
fase.
Cossiga aveva capito che con la fine della guerra fredda e della
contrapposizione di due blocchi ci sarebbe stato uno sconvolgimento
nel sistema mondiale e, in particolare, quello italiano.
Se era scomparso il Comunismo, andava da sé che sarebbe scomparso
anche l'anticomunismo, rappresentato dal suo partito, la Democrazia
Cristiana.
Iniziò quindi per Cossiga una fase di conflitto e di polemica
politica, spesso provocatoria e volutamente eccessiva.
Con una fortissima esposizione mediatica (fu detto il «grande
esternatore»), assunse il ruolo che la storia gli avrebbe
attribuito di «picconatore» del sistema.
Cossiga si dimise dalla presidenza della Repubblica il 28 aprile
1992, a due mesi dalla scadenza naturale
del mandato, annunciando le sue dimissioni con un discorso
televisivo che tenne simbolicamente il 25 aprile.
Fino al 25 maggio, quando al Quirinale fu eletto Oscar Luigi
Scalfaro, le funzioni presidenziali furono assolte, come previsto
dalla Costituzione, dall'allora presidente del Senato, Giovanni
Spadolini.
Tre le vicende di importanza strategica che accompagnarono la vita
umana e politica di Francesco Cossiga.
La prima è quella del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro,
vicenda che sconvolse profondamente l'uomo Cossiga, in quanto si
ritenne responsabile della sua morte.
La seconda fu la rivelazione dell'esistenza di Gladio, la sezione
italiana di «Stay Behind Net», organizzazione segreta dell'Alleanza
Atlantica (di cui facevano parte anche Austria e Svezia).
Quando il giudice Casson, che indagava sulla strage di Peteano,
volle conoscere gli atti di «Gladio», Andreotti glieli concesse. A
quel punto Cossiga si assunse le responsabilità, chiedendo di
essere processato definendosi «unico referente politico»,
precisando di «essere stato perfettamente informato delle predette
qualità della struttura».
I maligni affermano che Andreotti fu indotto a divulgare la
struttura segreta dello Stato per dare luogo ad un regolamento di
conti con il Capo dello Stato, da poco esternatore assai sgradito
alla maggioranza DC.
La terza vicenda fu quella di Presidente Picconatore.
Nel secondo biennio del suo mandato, Cossiga iniziò ad attaccare il
sistema della Prima Repubblica in quanto impostato sulla
corruzione.
Allora pensavamo che il Presidente volesse cavarsi qualche grosso
sassolino dalle scarpe, ma alla fine si capì che voleva proprio
abbattere il sistema, inaccettabile in un Paese di diritto.
Tangentopoli, dunque, avvenne grazie alla volontà morale del Primo
Cittadino del Paese.
Francesco Cossiga è morto a Roma alle 13.18 di oggi 17 Agosto 2010,
presso il Policlinico Gemelli a causa di un insufficienza
cardiorespiratoria.
Resterà nella memoria degli Italiani come la persona che più ha
creduto nello Stato e nell'onestà dei suoi Servitori.