I 50 anni dell’Autostrada del Brennero/ 2 – Secondo Silvio Ducati
Splendido articolo pubblicato sul «Economia Trentina» del dicembre 1966

Dopo il reportage pubblicato il
giorno della celebrazione del 50esimo anniversario
dell'Autobrennero (vedi),
abbiamo pensato di riportare due altri articoli per ricordare quel
grande avvenimento che è stata per la nostra regione la
realizzazione dell'A22.
Oggi riportiamo un articolo scritto da Silvio Ducati per il N. 6
dell'anno 1966 della rivista della Camera di Commercio di Trento.
Nel prossimo riporteremo una serie di ricordi personali di chi ha
vissuto la costruzione dell'arteria negli anni che vanno dal 1959
(anno in cui è stato firmato l'atto costitutivo) al 1974 (anno in
cui l'A22 è stata ultimata).
Il primo, che pubblichiamo oggi, è un articolo interessante perché
è stato scritto a metà del periodo della sua costruzione, e
precisamente nell'anno della grande alluvione, ricordando come si
fosse arrivati al tragitto esecutivo. Dal punto di vista storico, è
interessante vedere quali fossero state le alternative all'attuale
percorso, mentre dal punto di vista giornalistico è significativo
fare un raffronto tra i dati del traffico sulla strada del Brennero
nel 1966 e quelli attuali.
«Nel luglio e agosto del 1961 - scriveva Ducati - transitarono al
Passo del Brennero, giornalmente, circa 12.000 veicoli, mentre le
possibilità attuali della strada sono di appena 600
macchine-ora.»
Oggi, nel mese di gennaio 2009, i transiti sono stati 3.661.563,
pari a 118.115 al giorno. I transiti di allora avvengono oggi in
meno di tre ore.
Nell'immagine sotto il titolo riportiamo quello che nel testo della
rivista in questione era stato definito «fotomontaggio» (oggi si
dice «rendering») del grande viadotto di Colle Isarco. «sarà lungo
1.036 metri - si legge - con campate da 121 metri di luce e
un'altezza massima di 100 metri».
Qui di seguito, ecco l'articolo di Silvio Ducati riportato per
esteso.
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L'Autostrada del Brennero
Un nuovo fattore d'incalcolabile importanza
per i rapporti turistici e commerciali europei.
La strada del Brennero, sulla quale corsero fin dai tempi più
remoti i traffici fra il bacino del Mediterraneo e l'Europa centro
settentrionale, e attualmente uno stretto corridoio nel quale
s'ingolfa la corsa delle macchine e degli autotreni, con uno
stillicidio snervante di tratti percorsi quasi a passo d'uomo, nei
periodi e nelle giornate di puma, e di code lunghe anche 10
chilometri.
Il traffico e in vertiginoso aumento e queste cifre che riportiamo
sono più significative di qualsiasi commento: nel periodo dal 1950
al 1959 il traffico estivo sulla strada del Brennero si era
accresciuto del 290 per cento; nel luglio e agosto del 1961
transitarono al Passo del Brennero, giornalmente, circa 12.000
veicoli, mentre le possibilità attuali della strada sono di appena
600 macchine-ora.
Nel 1965 arriviamo alle seguenti cifre giornaliere rilevate
dall'ANAS: dalle 7 alle 19 del giorno 14 agosto passarono, fra il
Passo e Vipiteno, 26.305 veicoli, pari ad una media oraria di 2.200
veicoli e con un massimo di 2.717 veicoli nell'ora fra le 12 e le
13.
Ma questa non e una «punta» del tutto eccezionale: anche il 25
luglio 1965 l'ANAS aveva rilevato un passaggio di 16.450 veicoli
nelle 12 ore con un massimo di 2.069 veicoli nell'ora dalle 11 alle
12.
A ragione si parla quindi di «paralisi progressiva» della strada
del Brennero e sempre più vivo e scottante si è fatto il problema
di sostituirla, con un percorso che rispondesse all'incremento
vertiginoso del turismo e degli scambi commerciali fra l'Italia ed
i Paesi del centro Europa.
Non si può dire pero che la Regione Tremino - Alto Adige,
promotrice assieme alle Provincie, Comuni e Camere di Commercio di
Bolzano, Trento, Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena, non abbia
fatto quanto possibile verso questo traguardo.
Già nel 1955 si era chiesto l'inserimento dell'Autostrada del
Brennero nel piano Romita, ma si dovette attendere la legge 24
luglio 1961 n. 729 per avere dall'ANAS la concessione per la
costruzione.
La Società Autostrada del Brennero ebbe la concessione per il
tratto Brennero-Verona splo nel gennaio 1963 e nel maggio dello
stesso anno per il tratto Verona-Modena.
Un ulteriore grave ritardo si determinò per la ormai nota questione
della «variante» di Merano che qui riassumiamo in breve, dato che
ogni ostacolo e stato fortunatamente superato.
Il progetto dell'ing. Bruno Gentilini, un tecnico di grande valore
che ha ideato l'aereo ponte a Barberino di Mugello sull'Autostrada
del Sole e che ha al suo attivo i progetti del traforo dello
Stelvio, dell'autostrada Piacenza - Cremona - Brescia e della
superstrada della Valsugana, prevedeva un percorso chepartendo dal
Brennero raggiungeva Bolzano lungo la valle dell'Isarco, per
scendere poi verso Trento, Verona, Villafranca, Mantova, Carpi e
Modena.
Contro questo tracciato, che risponde ad ogni esigenza di sicurezza
e che ha superato, anche sotto il profilo idraulico, il collaudo di
illustri tecnici dopo la recente alluvione, si e battuta a lungo
una Società con sede in Merano che aveva presentato una «variante»
per il tratto Bolzano-Vipiteno; essa doveva svilupparsi lungo la
Val Venosta sino a Merano, risalire la Val Passiria e, in un primo
tempo, sottopassare il monte Giovo con un traforo di 5,5 km.
Successivamente, per limitare la quota del traforo, la Società per
l'Autostrada via Merano presentava un nuovo progetto che prevedeva
una galleria di valico lunga ben 11 km.
Era tuttavia estremamente evidente, anche alla luce delle
esperienze fatte con la galleria del Monte Bianco, che questa
galleria sarebbe stata, per il traffico, come un'improvvisa
strozzatura in una tubatura d'acqua, cioè una soluzione
assolutamente inaccettabile.
I veicoli infatti sarebbero stati costretti a marciare ad una
velocità di 50-60 km. all'ora ed il passaggio nella galleria
sarebbe stato di un massimo di 500 macchine-ora.
Si sarebbero, in tal modo, ricreati scioccamente tutti i problemi
dell'attuale strada, con le snervanti soste e le code lunghe
chilometri, mentre si sarebbero instaurati anche i disagi di ordine
fisico e psicologico derivanti dal dover guidare in una lunghissima
galleria che non può essere ben ventilata e che può dare a molti
un'opprimente sensazione di occlusione.
Cercheremo ora, per quanto pub consentire la dimensione di un
articolo, di dare almeno i dati essenziali di quest'opera colossale
che, al Brennero, si collegherò con la autostrada austriaca, la
«Brenner Autobahn» che sarà ultimata verso la fine del 1969.
Il costo complessivo dell' Autostrada Brennero - Modena sarà di
circa 150 miliardi, mentre il costo chilometrico medio e di 480
milioni, con un massimo superiore al miliardo nei tratti difficili
ed un minimo di 250 milioni per alcuni tratti a Sud di Verona.
Il percorso: parte dal Brennero (m. 1370), scende lungo la Valle
dell'Isarco fino a Bolzano, prosegue lungo la valle dell'Adige sino
alla Chiusa di Verona e continua nella zona collinare che separa la
Val d'Adige dal Lago di Garda, per toccare Dossonuovo, presso
l'aeroporto di Villafranca ove incrocia la «Serenissima »,
1'autostrada Milano-Venezia, con un raccordo di estrema eleganza e
modernità.
Di qui si va verso Sud, lasciando Mantova sulla destra, si
attraversa il Po, si tocca Carpi per collegarsi all'Autostrada del
Sole in corrispondenza della stazione di Modena Nord.
Lungo i 313 km. del percorso si costruiranno 116 ponti e viadotti
importanti per la sede autostradale, per una lunghezza complessiva
di metri 17.800, ed altri 41 ponti e viadotti per le strade deviate
per complessivi 2.150 m.; le gallerie si svilupperanno per circa
7,5 km. ed in esse la larghezza della piattaforma stradale sarà di
m. 9,70, mentre quella normale fra Brennero e Verona sarà di m. 24,
in due carreggiate, e di m. 33 sul tratto Verona-Modena.
La velocità di sicurezza sarà di 120 km/h sul tratto
Brennero-Bolzano (km. 85) e di 168 km/h sul tratto Bolzano-Modena
che e lungo 228 km.
Molto interessante, ai fini della sicurezza che godranno gli
automobilisti, e il dato riguardante i raggi di curvatura
dell'Autostrada; essi saranno di 500 metri, e cioè esattamente il
doppio dei raggi di curvatura dell'Autostrada del Sole.
Sul tratto da Modena a Verona, inoltre, lo spartitraffico sarà di
12 m. anziché di 3 m., raggiungendo in tal modo un limite di
sicurezza che dovrebbe addirittura annullare gli incidenti
mortali.
A questo punto diventa naturale la domanda circa il progredire dei
lavori e le date finali della loro
ultimazione.
Il Direttore Generale della Società, avv. Renzo Morelli, ci ha dato
recentemente dei dati che, salvo eventi eccezionali, non dovrebbero
subire mutamenti:
entro il 1968 sarà aperto al traffico il tratto Trento-Bolzano e
molto probabilmente i tratti fra Vipiteno e Chiusa e fra Verona e
Mantova; entro il 1969 si dovrebbe completare il lavoro, tranne sul
tratto fra Chiusa e Bolzano che si ultimerà entro il 1970, e ciò
per il ritardo nell'appalto dei lavori, determinato da remore
frapposte dalla Provincia di Bolzano che doveva dare il nulla-osta
in relazione alla protezione del paesaggio, nulla-osta concesso
soltanto nel settembre del 1966.
Attualmente si sta lavorando su 124 km. del tracciato e
precisamente nei lotti n. 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 sul tratto da
Stazione Brennero a Chiusa, sui lotti 16, 17, 18 e 19 da Laives a
Trento (Campo Trentino) e sui lotti 27 e 28 da Verona Sud a
Mantova.
Fra tre anni l'Autostrada diventerà il necessario completamento di
quel tracciato destinato a collegare la rete autostradale del Nord
Europa con l'Autostrada del Sole e con il Meridione e sarà un
prezioso frammento della E 6, la strada internazionale da Oslo alla
Sicilia.
Sembra superfluo illustrare quali saranno i riflessi economici e
turistici di questo collegamento rapido fra Nord e Sud, che
permetterà ad esempio il trasporto in 24 ore dei prodotti
ortofrutticoli dall'Italia meridionale ai mercati di Monaco, che
valorizzerà le splendide spiagge dell'Italia centro meridionale
permettendo ai turisti del centro Europa di raggiungerle in tempi
minimi e su di un tracciato sicuro.
L'autostrada del Brennero, che e stata giustamente definita «un
ponte sull'Europa», potrà essere dunque considerata, senza alcuna
retorica, una grande tappa nelle relazioni fra le popolazioni del
centro Europa ed un fattore importante nei rapporti economici del
Mercato comune.
Silvio Ducati