In Piazza Dante gli interventi per i 150 anni dell’Unità d’Italia
Pioveva, come all'inaugurazione del momumento, nel 1896 Hanno parlato Squarcina, Pacher e il sindaco Andreatta
Dopo 65 anni di purgatorio,
si può finalmente parlare di Patria, Bandiera, Inno di Mameli,
senza passare da fanatici, per la semplice ragione che abbiamo
scontato l'overdose di nazionalismo nutrita dal Fascismo.
Nessuno stamattina in Piazza Dante ha parlato così chiaramente, ma
tutti intendevano dire questo. L'emozione era quella della fine di
un incubo.
Siamo liberi, liberi di appartenere a questo Paese e di esserne
fieri.
Qualche centinaio di persone ha presenziato alla cerimonia,
nonostante la pioggia battente, nel corso della quale hanno preso
la parola il Commissario del Governo Francesco Squarcina, il vice
presidente della Provincia Alberto Pacher e il sindaco Alessandro
Andreatta.
Anche nel 1896, quando venne inaugurato il monumento a Dante,
pioveva. Erano migliaia gli ombrelli aperti, come dimostrano le
foto storiche di allora.
Stesse anche le emozioni, di gente che ascoltava le parole dei
propri amministratori, i quali hanno avuto buon gioco a ricordare
come sia stato possibile ottenere la nostra preziosa Autonomia solo
grazie al fatto che apparteniamo allo Stato Italiano.
«Autonomia è responsabilità, anche di sentirsi parte di un percorso
comune che ci impone oggi di superare le divisioni, valorizzando le
differenze con un rinnovato impegno verso il nostro Paese e quel
paese ancora più grande che è l'Europa.»
Questo in sintesi il messaggio pronunciato dal vicepresidente della
Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher stamani in piazza Dante
a Trento, a nome del presidente Dellai in viaggio verso Roma per
partecipare alla cerimonia con il capo dello Stato, Giorgio
Napolitano.
Poi hanno preso la parola anche il sindaco di Trento, Alessandro
Andreatta, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti
e il commissario del Governo, Francesco Squarcina.
Per tutti l'autonomia è anche figlia di quel grande processo
culturale e sociale politico che ha accompagnato lo sviluppo del
nostro paese e che ha trovato nella sua Costituzione un momento
alto di sintesi delle istanze di un popolo che per tanti secoli è
stato diviso.