Verso il 150° anniversario dell'Unità d'Italia/ 8
Sembra un ossimoro: «la festa dell'Unità che più ha diviso gl'Italiani» Ma in realtà questa è democrazia. - Lo svarione di Gianni Morandi
Come abbiamo osservato più volte,
questo 150° dell'Unità d'Italia sembral'ossimoro della festa
delle divisioni, perché nessuno si è fatto problemi a dire la
sua.
Il più contrario ai festeggiamenti, per definizione, è stato
Durnwalder. Come abbiamo scritto a suo tempo, Durni ha tutte le
ragioni per dirlo («non abbiamo scelto noi di appartenere
all'Italia»), ma lo ha fatto in un clima di assoluta
serenità.
Non impedisce a nessuno di festeggiare, neppure ai suoi assessori
di lingua italiana.
Se si pensa a come era stato festeggiato in Alto Adige il
centenario nel 1961, con minacce, attentati e repressioni, possiamo
dire che in questo mezzo secolo è cambiato tutto.
Ma anche la Lega, sia pure in modi diversi, ha provato
ripetutamente a prendere le distanze dalla ricorrenza che
rappresenta l'opposto dei propri aneliti. Inutile parlare di
separazione della Padania, se poi festeggiamo l'unità
d'Italia….
Questi i contrari. Poi ci sono stati quelli che avevano riserve su
mille dettagli.
Hanno cominciato gli Industriali, che si sono lamentati della
perdita di una giornata lavorativa. Il che potrebbe far sperare che
sia in atto una ripresa.
Sulla loro scia si sono messi molti altri, a partire ancora dalla
Lega che abbraccia ogni ipotesi di declassamento della festa
dell'Unità d'Italia.
Qualcuno ha ipotizzato di celebrare sì la testa, ma lavorando. In
questo modo gli industriali avrebbero continuato la produzione, ma
pagando il sovrapprezzo del festivo.
Ovviamente a questa ipotesi si sono ribellati tutti coloro che
hanno programmato da tempo la chiusura (o l'apertura)
dell'attività.
In primi contrari alla festa lavorativa sono stati i presidi delle
scuole, perché ormai hanno messo in calendario la chiusura delle
scuole.
Ma si sono accodati anche gli operatori turistici, che vedono il
rischio una loro minor produzione nel caso di festività
parziale.
Noi stessi, che organizziamo il circuito invernale di golf (il
Reale Winter Golf Tour), abbiamo fissato la data di gara a
Venezia per il 17 marzo, giorno dell'Unità d'Italia.
Siamo tuttavia convinti che alla fine la festa si farà.
E comunque questo clima di ordini e contrordini non è insano.
Rappresenta piuttosto la varietà di idee presenti del nostro Paese
e soprattutto la piena libertà di esprimerle.
Piuttosto, possiamo auspicare che insieme alle celebrazioni cresca
anche la cultura storica della nostra gente.
È di questa sera lo svarione di Gianni Morandi, che al Festival di
san Remo ha detto a Andy Garcìa che il 17 marzo festeggiamo il
150° anniversario della Repubblica Italiana.
Ovviamente nella pausa lo hanno informato e lui si è scusato,
precisando che in realtà la Repubblica Italiana è nata… beh,
insomma... «parecchio tempo dopo».