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Empatia significa percepire quello che prova l’altro, saper mettersi nei suoi panni o, come dicono gli anglosassoni, nelle sue scarpe
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I social sono buoni o cattivi? Servono agli adolescenti o sono dannosi?
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Come aiutarli: osservare bene i comportamenti dei giovani in crescita; annotare i progressivi segni di distanza dagli amici reali, dallo sport, dalla scuola e dalla vita
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No, la dobbiamo chiamare «mala educazione» che è quella che stiamo proponendo in questo momento ai nostri ragazzi
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Già nel corso dell’infanzia i genitori dovrebbero contenere nei figli l'utilizzo continuo dei videogiochi perché alimenta l’abitudine a ottenere esclusivo piacere dal gioco
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La «baby gang» è una sorta di combriccola guidata da un capo capace di aggregare altri bambini o ragazzini e farli esercitare in atti trasgressivi e offensivi
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Per fermare l’orco abbiamo bisogno anche dell’aiuto degli altri piccoli che vedono, sentono e percepiscono quel che accade a un compagno o a una compagna
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Nei giorni che precedono gli esami è più salutare pianificare lo studio, darsi tempi per le pause che sono assolutamente necessarie e aprire la mente ad altro
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Fare attenzione ai blog che mettono a disposizione un luogo virtuale dove si possono trovare suggerimenti precisi per perdere peso e modificare il corpo
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Così è cambiata sui social la percezione della trasgressività intesa come azione specificatamente evolutiva
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I piccoli vanno educati alle emozioni fin dai primissimi anni di vita, vanno aiutati a dire ciò che sentono
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Educare ai media, prima di tutto vuol dire essere adulti competenti dei nuovi «saperi»
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Il 17 maggio del 1990 l’OMS cancellava l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali dicendo che «è una variante naturale del comportamento umano»
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I social servono. Ma i genitori devono insegnare quali pericoli e quali aspetti negativi presentano questi spazi comunicazionali
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Il «binge drinking» è una di quelle esagerazioni che le adolescenze di oggi sembrano coltivare per scarsa conoscenza del rischio
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Siamo sicuri che quel ragazzo di Lucca che vuol far inginocchiare ai suoi piedi il prof, non abbia dentro di sé uno dei tanti modelli genitoriali carenti e violenti?
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Prima di decidere bisognerebbe comunque domandarsi se abbiamo responsabilizzato i nostri figli e li abbiamo resi consapevoli di come gestirlo
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In rete non c’è scampo. Il cyberbullo ti perseguita ovunque e tutti vedono, sanno, si divertono... E la violenza continua
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Un bambino esposto ad abusi psicologici può sviluppare con gli anni disturbi collegati alla fiducia e all’autostima o può renderlo vulnerabile e fragile da adulto
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C’è la necessità di una normativa adeguata all’emergenza «Hate speech», ma anche il mondo dell’informazione dovrà fare la sua parte