Gli auguri di fine anno del sindaco Andreatta ai giornalisti

«Salviamo l'Italia»: un auspicio citato dall'ultimo libro di Paul Ginsborg

«Salviamo l'Italia»: un auspicio e insieme il titolo dell'ultimo libro dello storico inglese Paul Ginsborg, che proprio un paio d'anni fa ha scelto di diventare cittadino italiano.

Nella sala Falconetto di Palazzo Geremia, «Salviamo l'Italia» è stato oggi anche il filo conduttore del tradizionale incontro tra i giornalisti, il sindaco Alessandro Andreatta e la Giunta per gli auguri di fine anno.
Tema impegnativo, ma affrontato con leggerezza, grazie alla buona musica della Alan Farrington Band e alle poesie lette da Renzo Fracalossi e Fabrizio da Trieste del Club Armonia, rappresentanti, come ha spiegato il sindaco, della «trentinità più intelligente e creativa».

«Nonostante la crisi, nel fare gli auguri a ciascuno di voi dovrei essere ottimista, come ci ha raccomandato il presidente della Repubblica Napolitano - ha detto tra l'altro il sindaco - Non ne sono capace del tutto e preferisco essere realista, visto che qualcuno dice che il 2011 sarà anche più difficile dei due anni che l'hanno preceduto. Avremo a che fare con la povertà, intesa soprattutto come precarietà e incertezza, che tocca anche le famiglie trentine. Avremo a che fare con una crisi che purtroppo non è solo economico-finanziaria, ma riguarda anche i valori».

Rifacendosi al libro di Ginsborg e al paragone tra l'Italia del primo Ottocento e quella attuale, il sindaco ha poi proseguito: «Allora la crisi si è risolta con l'unità, per l'Italia di oggi Ginsborg indica la strada delle riforme: ma riforme dal basso, che devono avere anche i Comuni tra i protagonisti, visto che secondo Cattaneo sono le municipalità a costituire la spina dorsale della nazione».

Infine il sindaco ha ringraziato i giornalisti per il loro lavoro fondamentale e ha chiesto la loro collaborazione: «Talvolta siamo accusati di essere troppo lenti nel decidere. Ma noi amministratori quando assumiamo delle decisioni dobbiamo avere la città al nostro fianco. In questo i giornalisti ci possono essere di grande aiuto, perché credo che le scelte spiegate e motivate abbiano maggiore possibilità di essere comprese».

Il presidente dell'ordine dei giornalisti Fabrizio Franchi ha esordito ringraziando i musicisti e gli artisti, «perché la nostra vita sarebbe molto più povera senza la musica e la cultura».

Poi, rifacendosi al libro di Ginsborg, ha proseguito: «L'autore nelle prime pagine ricorda che gli amici l'hanno preso per pazzo quando lui ha deciso di prendere la cittadinanza italiana. Eppure io credo che sia da qui che occorre ripartire: da uno storico inglese che sceglie di raccontare a noi l'Italia e di diventare italiano. Occorre ripartire dal senso di responsabilità e del bene comune per riannodare i fili della storia del nostro paese, che tra l'altro quest'anno compie 150 anni».

Infine Franchi ha ringraziato i giornalisti trentini, che «possono anche commettere degli errori o apparire 'cattivi', ma sempre in buona fede, sempre perseguendo l'obiettivo del bene comune».