«Banco Alimentare», ovvero la solidarietà al tempo della crisi
Inaugurato oggi all'Interporto il nuovo magazzino dell'associazione È locato da Patrimonio del Trentino Spa a 40.000 euro/anno
In Trentino vi sono 43mila persone
(10.500 famiglie, l'8,2% del totale) che hanno un reddito inferiore
a 9mila euro, che è la soglia di povertà.
Per loro è un problema trovare sempre i soldi per fare la
spesa.
Persone rovinate dalla crisi economica, ma che cadono
nella povertà anche per altre ragioni.
Un fenomeno in preoccupante crescita, ad esempio, è quello che
riguarda in particolare gli uomini separati che si vedono
improvvisamente dimezzare il proprio reddito e che finiscono con
l'ingrossare le file alla mensa dei frati Cappuccini o al Punto
d'Incontro o costretti a bussare alle porte delle parrocchie.
Molti di questi vecchi e nuovi poveri sono aiutati dal Banco
Alimentare del Trentino Alto Adige, la onlus che si occupa di
recuperare eccedenze alimentari e ridistribuirle gratuitamente ad
associazioni ed enti caritativi e che oggi ha inaugurato
all'Interporto, alla presenza di una folta rappresentanza del mondo
della solidarietà e del mondo del volontariato trentini, il proprio
nuovo magazzino.
Al loro fianco, tra gli altri, anche gli assessori alle politiche
sociali della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, e del Comune
di Trento, Violetta Plotegher, il vescovo monsignor Luigi Bressan e
il presidente della Fondazione Banco Alimentare monsignor Mauro
Inzoli.
Una realtà, e lo si capisce subito osservando i bancali di
derrate alimentari stivate sugli alti scaffali del nuovo magazzino,
che presenta grandi numeri quella del «Banco» Alimentare»
Quest'anno sono state raccolte in regione, grazie all'attività di
numerosi volontari, circa 800 tonnellate di alimenti che sono stati
ridistribuiti a 55 enti, metà dei quali trentini.
«Il 26% di questi alimenti - ha spiegato Duillio Porro, presidente
del Banco regionale (nella
foto) - sono raccolti in occasione della giornata nazionale
della Colletta Alimentare (ogni anno l'ultimo sabato di novembre).
Il 28% ricevuti dalle aziende del settore agro-alimentare. L'8 %
riguardano prodotti freschi raccolti tramite il servizio di
Siticibo (servizio attivo in Trentino dall'ottobre scorso, grazie
alla convenzione stipulata con la Provincia autonoma di Trento). Il
33 % sono di provenienza comunitaria e arrivano da Agea. Il 5 %,
infine, raccolti a livello nazionale dal Ministero dell'Agricoltura
e dalle Regioni.»
Pasta, farina, riso, omogeneizzati, conserva di pomodoro, biscotti,
mele («Arrivano da Ferrara, - dice Porro - ci piacerebbe avere
anche quelle trentine») e altro ancora: alimenti che finiscono in
pacchi, pacchi che arrivano ai poveri.
«I numeri però - come ha affermato l'assessore Rossi, intervenendo
all'inaugurazione del nuovo magazzino - non danno la dimensione
vera del problema. Nella povertà si cade anche per le separazioni
coniugali: i padri separati sono oggi la categoria più esposta. E
più dei numeri vale però una parola: gratuità.»
«Ma dietro il Banco Alimentare c'è dell'altro, c'è la capacità - è
ancora Rossi a dirlo - delle molte associazioni di volontariato a
mettersi in rete e di riuscire a mobilitare la gente per un bene
superiore e a farla uscire di casa: meno tivù e più
solidarietà.»
La Provincia sta facendo la sua parte. Con il reddito di garanzia
(10.500 le famiglie che lo hanno percepito), strumento di sostegno
che rimane unico nelle regioni italiane, ma anche con la
convenzione con il Banco Alimentare, attivata quest'anno, per il
recupero dei prodotti freschi (il servizio Siticibo), un sostegno
che Rossi ha annunciato non verrà a mancare, assieme ad un
contributo per le spese di affitto del magazzino
all'Interporto.
Anche il vescovo di Trento, Bressan, ha voluto sottolineare questa
capacità.
«C'è una sinergia dinamica tra privati, enti pubblici, volontari,
imprese che traduce in un impegno collettivo il compito di educarci
alla solidarietà.»
Hanno parlato anche l'assessore comunale Violetta Plotegher («Non
sono solo alimenti, ma il grande dono di una relazione»), il
presidente dell'Ana trentina, Demattè, e i Nu.Vol.A. Giuliano
Mattei.
Appassionate le parole pronunciate da monsignor Mauro Inzoli.
«La società oggi ha bisogno della stessa cosa di cui ha bisogno
ognuno di noi: qualcuno che ci voglia bene. Siamo mendicanti di
carità - ha ammonito il presidente della Fondazione Banco
Alimentare - e la carità ci fa sentire più uomini.»
SCHEDA
L'acquisto dell'immobile ora sede del magazzino dell'associazione
Banco Alimentare del Trentino Alto Adige è avvenuto nel gennaio di
quest'anno ad opera di Patrimonio del Trentino SpA a seguito della
richiesta fatta nell'estate 2009 alla Provincia dall'associazione
onlus, bisognosa di trovare un magazzino più ampio, con una
superficie minima di 800 mq e ben accessibile da mezzi per
trasporto merci, in cui stoccare gli alimenti della Colletta
Alimentare e delle forniture ricevute dall'AGEA e dalle industrie
agroalimentari trentine e di altre realtà territoriali
d'Italia.
La Provincia, rinvenuta tale necessità, ha incaricato Patrimonio
del Trentino SpA di individuare una soluzione adeguata rispetto
alle richieste dell'associazione.
All'avviso di ricerca immobiliare per l'acquisto di immobile
pubblicato da Patrimonio del Trentino SpA risposero quattro
offerenti.
L'azienda vincitrice propose l'immobile di Gardolo, oggi
inaugurato, al costo di 990.000 euro, oltre gli oneri fiscali.
La copertura finanziaria dell'operazione è garantita dal canone di
locazione a carico dell'Associazione Banco Alimentare del
Trentino Alto Adige - Onlus che usufruisce del deposito.
Il contratto di locazione tra Patrimonio del Trentino SpA e il
Banco Alimentare prevede una durata di 6+6 anni e un canone annuale
di 40.000 euro per il 2010 e di 50.000 euro per gli anni
successivi.