Presentato ieri sera il nuovo Vernissage natalizio di Anna Gaddo

È stata una serata di grande successo quella che ieri sera ha incoronato Anna Gaddo, da poco Grand'Ufficiale, come regina dell'alta moda.
Le persone presenti alla sfilata dell'anno erano circa 270, provenienti dal Trentino e un po' da tutte le province vicine, a conferma che l'atelier Anna Gaddo è sempre in cima ai pensieri delle donne che amano l'arte e il piacere di viverla.

La serata è stata un'occasione per proporre al pubblico un centinaio di capi unici, disegnati e costruiti attorno al fisico di una decina di indossatrici di tutte le etnie, in rappresentanza del mondo che Anna Gaddo ha girato per presentare le sue creazioni.
Il suo è un made in Italy che dà lustro alla sua terra di origine, il Trentino, che non ha mai voluto lasciare anche quando le piazze più importanti della moda la richiamavano come sirene di Ulisse.
«Ho saputo rinunciare alle grandi tentazioni - ama ricordare senza rimpianti - perché a me è sempre importato molto più essere che avere. Forse rimanere a Trento mi è costato, ma la qualità della vita che vi trovo e l'atmosfera che vi respiro sono impagabili.»

La serata di ieri è stata come l'inaugurazione della personale di un grande artista. Dei quadri di un'esposizione dinamica che meraviglia e sorprende ad ogni soggetto presentato.
Fortunatamente è mancato solo il discorso iniziale del grande critico d'arte, l'esperto abituato a riempire il vuoto di nulla perché, contrariamente all'arte figurativa, le creazioni di Anna Gaddo hanno un solo giudice: la sua clientela.

Grande soddisfazione anche per il nostro giornale, che ha visto sfilare dodici dei molti capi indossati dalle Miss che hanno animato il «calendario» 2009 dell'Adigetto.it.
Un omaggio che Anna e Cristina Gaddo hanno voluto riconoscere alla nostra sia pur modesta creatività e alle ragazze che hanno fatto così il debutto nel mondo dell'alta moda.
Anche il 2010 sarà un anno il cui calendario sarà scandito dai mesi di Anna Gaddo.

Tutte le foto di questo servizio sono di Michele Postinghel.