Verso il Natale/ 5 – Torna il «Natale nelle Pievi» nel Bresciano
Arte, fede e solidarietà per 44 comuni della provincia di Brescia
La rassegna che per la prima volta
nel 2005 si è affacciata sulla scena, ampia e diversificata,
dell'offerta teatrale bresciana, lo ha fatto con semplicità e
rispetto, ma con l'intenzione di dire qualcosa di nuovo.
L'originalità dovrebbe essere il requisito primo di ogni creazione
artistica. Il «Natale nelle Pievi» nasce dalle radici profonde
dell'identità bresciana: nel 2005 lavoravo a «Penna e calamaio»,
uno spettacolo in onore del poeta dialettale Angelo Canossi, e
arrivò come una folgorazione l'idea di estendere quel tipo di
ricerca e di lavoro anche all'ambito della produzione testuale
attuale.
Canossi è il nume tutelare della poesia dialettale
bresciana...
È stato un grande poeta e le bellezza
della sua parola è destinata a resistere nel tempo: ne
ho potuto sperimentare l'efficacia anche in scena, la capacità di
evocare un mondo vivo, pensante, pieno di energia. Ancor oggi
moltissimi autori mi confermano di sentirsi legatissimi alla
memoria di Canossi, e non ho difficoltà a comprenderli. Il contatto
con la produzione testuale dialettale bresciana, in poesia e in
prosa, è stato davvero stimolante per me. Forse era impreparato a
tanta creatività, benché ispirata dal Natale, momento di puro
incanto all'interno dell'anno, e non solo da un punto di vista
religioso.
Anche la fede è ben presto entrata a far parte del
progetto.
Ho individuato una sorta di analogia tra il dialetto,
«lingua seconda», messa talvolta in ombra dai puristi, e le piccole
e grandi chiese che subiscono un destino d'abbandono, mentre si
perde la memoria della loro primitiva funzione e gli agenti
atmosferici ne minacciano l'integrità. Sono ricettacoli di fede,
veri e proprio gioielli architettonici, estromessi ormai dai
canali pulsanti della nostra affaccendata vita
sociale.
«Natale nelle Pievi» è tornato puntualmente (con
il patrocinio del Comune e della Provincia di Brescia - Assessorato
alle Attività e ai beni Culturali e alla valorizzazione delle
Identità, Culture e Lingue Locali) ad animare le serate d'Avvento
per tre anni fino ad oggi.
Sono convinto che la bontà dell'idea originaria sia alla base della
fortuna di quest'iniziativa, che resta un unicum sul piano
nazionale ed è ben accolta
dalle amministrazioni pure in questo momento oggettivamente
difficile. Ho condiviso, con gli autori, con gli artisti, con le
amministrazioni comunali che hanno sempre risposto con entusiasmo,
una tensione positiva, lontana dai clichè. Un'esperienza
che mi ha dato moltissimo e ha forse dato qualcosa in termini
d'identità e di maggior consapevolezza, ad ogni spettatore. Fare
cultura significa, sempre più per quanto mi riguarda, includere: se
è vero che il dialetto ha dimostrato di saper vincere qualche
«battaglia» in termini di efficacia comunicativa, spero che l'idea
del «Natale nelle Pievi» abbia contribuito a restituire l'immagine
viva di una comunità che si identifica proprio nella lingua delle
origini e torna nei luoghi in cui la fede più autentica trova
alimento e conforto, mentre vibrano l'attesa, la speranza e infine
la gioia del nuovo inizio che ha il sorriso del Bambino.
Fitto, come sempre, il carnet degli appuntamenti tra il 1°
dicembre e il 6 gennaio.
E c'è qualche sorpresa ad attendere gli spettatori! Ne anticipo
una: tra le molte realtà di ricerca sul territorio ho incontrato
l'Associazione Onès, di Ponte
Caffaro, impegnata nella tutela del patrimonio musicale e
letterario dell'alta Valle Sabbia e di Bagolino in particolare. Un
aiuto importante per scrivere una pagina sull'amore per la
tradizione e sulla capacità di attualizzarla. Per il resto, sarà un
piacere ritrovare il Circolo Fotografico Click di Flero, prezioso
partner in ogni edizione e custode di un ricco archivio
fotografico, Piergiorgio Cinelli, Daniele Gozzetti, Mariateresa
Scalvini, Beppe Pasotti, Luciano Bertoli, Gabriella Tanfoglio,
Alberto Zacchi, Sara Martina Venosta, Silvio Gandellini, Il Coro
Prealpi di Erbusco, il quartetto d'archi La nuova Meta, gli
Zampognari di Sarezzo, il burattinaio Giacomo Onofrio, la cantante
Tiziana Morzenti…
Ogni pieve, ogni chiesa si fa «teatro» come luogo
d'accoglienza per tutti.
Proprio in tema di «inclusione» e «solidarietà» si registrano gli
indirizzi più recenti del progetto.
Uno degli spettacoli (nella serata di Santa Lucia, il 13 dicembre)
sarà offerto alla piccola Camilla, affetta da tetraparesi spastica
con ipertono muscolare, per facilitare l'iter delle cure negli
Stati Uniti. Dagli istituti di pena, Canton Mombello e Verziano,
con cui è in essere una collaborazione, ho ricevuto molti, toccanti
testi sul tema del Natale. Grazie ai detenuti, coinvolti
direttamente dalla direzione in veste di autori e attori, la
Rassegna acquista una inedita profondità, includendo tra le «Pievi»
anche la piccola chiesa di Canton Mombello, in uno spettacolo
dedicato, in data 15 dicembre.
Le foto pubblicate sono dell'edizione Natale nelle
Pievi 2007.