È il Trentino Alto Adige dove si nasce di più – Di Alberto Pattini

Istat: solo 509 mila nascite in Italia nel 2014, livello minimo da Unità d’Italia, sale il numero degli stranieri che ora sono l'8.3% della popolazione

Foto d'autore: Nido di cicogne bianche - Foto © Luigi Bellandi.
 
«Sono 509mila le nascite nel 2014, cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall’Unità d’Italia. I morti sono 597 mila unità, circa quattromila in meno dell’anno precedente.»
Questa è l'immagine della popolazione italiana  fornita dall’Istat che ieri ha diffuso i dati sugli indicatori demografici per l’anno 2014, evidenziando che «il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013. L’età media al parto sale a 31,5 anni».
Calano le nascite da madri sia italiane sia straniere, «con le prime che nel 2014 procreano 1,31 figli contro 1,97 delle seconde».
Gli stranieri residenti in Italia al primo gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila (+151 mila rispetto all’anno precedente) e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale, sottolinea l’Istituto di statistica.
Il saldo migratorio netto con l’estero è pari a +142 mila unità, corrispondente a un tasso del 2,3 per mille.
Si tratta del valore minimo degli ultimi cinque anni. Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità estera sono 255 mila, mentre i rientri in patria degli italiani sono 26 mila.
Le cancellazioni per l’estero riguardano 48 mila stranieri e 91 mila cittadini italiani. Il saldo migratorio con l’estero relativo ai soli cittadini stranieri ammonta a +207 mila mentre per gli italiani risulta negativo nella misura di 65 mila unità.
 
La regione italiana col primato della natalità è il Trentino Alto Adige che ha un tasso pari al 9,9 per mille. Un livello che supera anche la Campania che invece nel 2014 ha registrato l’8,9 per mille.
In generale, il tasso di natalità - rileva l’Istat nel rapporto sulla demografia - scende dall’8,5 per mille nel 2013 all’8,4 per mille nel 2014, mentre il tasso di mortalità scende dal 10 per mille al 9,8 per mille.
È ovvio che calando i decessi aumenta la speranza di vita e l'Italia diventa sempre più vecchia.
la denatalità comporta conseguenze gigantesche che toccano tanti settori: economico, sociale, sanitario, pensionistico, tanto per citarne alcuni.
Occorre quindi promuovere una consapevolezza nelle persone e un cambiamento culturale che porti negli anni ad una inversione di tendenza, anche se la crisi economica ha contribuito in maniera determinate al calo delle nascite.
Le regioni col più basso livello di natalità sono la Liguria (6,9), la Sardegna (7,1), il Molise (7,2) la Basilicata (7,3).
Oltre alla bassa natalità, alla Liguria compete anche il più alto tasso di mortalità (13,2 per mille) e, di conseguenza, anche il tasso d’incremento naturale più sfavorevole (-6,3 per mille), a fronte di una media nazionale pari al -1,4 per mille.
Le realtà del territorio nazionale nelle quali la natalità eccede la mortalità si limitano al Trentino-Alto Adige (1,6 per mille) e, seppur di poco, alla Campania.
 
Alberto Pattini