Emergenza sicurezza e degrado della Portèla – Di A. Pattini
I cittadini del centro storico di Trento rilanciano: «Ridateci la vita che meritiamo!»
Da diversi anni stiamo assistendo a un costante degrado del quartiere di Santa Maria, che ha da tempo raggiunto una soglia drammatica e pericolosa.
Il Sindaco di Trento ha più volte sostenuto che la «situazione è conosciuta e i cittadini devono aiutare l'amministrazione denunciando».
Ai cittadini non basta e rilanciano con una lettera aperta che riportiamo qui di seguito.
Egregio signor Sindaco,
1) Se la situazione è conosciuta, perché non la si contrasta e non si smantella lo spaccio di stupefacenti che avviene in via Pozzo/via Roma, a tutte le ore del giorno e della notte?
2) Se la situazione è conosciuta, perché non vengono fermate le scorribande notturne in piazza S. Maria Maggiore, via Prepositura e via Cavour, con risse e schiamazzi insopportabili fino all'alba?
Perché si tollera che in tutta la zona, ogni notte, gruppi di sbandati e incivili lordino ovunque, lasciando sul terreno deiezioni organiche d’ogni tipo e cocci di bottiglia e resti di cibo?
(Ricordiamo che i cittadini per bene si occupano sempre con cura delle deiezioni dei propri cani…)
3) Se la situazione è conosciuta, dove sta la coerenza della pubblica amministrazione che rilascia a ben tre pubblici esercizi (bar Picaro, bar Accademia e bar Cavour) permessi di chiusura a tarda ora agevolando, e così pari pari tollerando, assembramenti anche oltre l’orario di chiusura, e che si protraggono con consuetudine anche fino alle 3 o le 4 del mattino?
Ci si chiede ancora perché ristrutturare Piazza Portèla, munendola di costoso arredo urbano, e poi lasciarla trasformare in bivacco diurno e notturno per senzatetto, nullafacenti e alcolizzati, notoriamente cabina di regia per traffici di varia natura?
Il risultato di questa situazione «ben conosciuta» (ma evidentemente poco, o per nulla, contrastata) va a incrementare – oltre al danno esistenziale – il danno patrimoniale dei residenti in questa parte della città, i quali assistono impotenti alla grave diminuzione del valore dei propri immobili, già penalizzati dalla crisi diffusa del settore.
Del pari, gli esercenti pubblici non possono che constatare amaramente il crollo del numero di accessi ai propri negozi e, di conseguenza, dei loro affari.
A ciò si aggiunga altro danno non patrimoniale, ma importante come quello alla salute e alla vita di relazione, arrecato ai residenti per l'impossibilità di riposare la notte, grazie al diffuso senso di insicurezza di chi si trova a transitare ed abitare in queste zone.
Quanto a «I cittadini devono denunciare», egregio signor Sindaco, i cittadini denunciano! Eccome se denunciano…!
Chieda pure conferma al centralino della Polizia di Stato, dei Carabinieri o della Polizia locale quante sono le chiamate ricevute mediamente in una notte provenienti da residenti della zona.
Verifichi del pari le raccomandate inviate alle forze dell’ordine e allo stesso Comune.
Sono stati fatti comitati di quartiere che vi hanno informato e che hanno cercato e promosso il dialogo con le Autorità.
La risposta che ci è stata data è sotto gli occhi di tutti: i poliziotti di quartiere non ci sono più, e se ci sono non si vedono.
La Polizia locale dopo l’una di notte pare non risulti più in servizio.
La Polizia di Stato afferma di trovarsi sotto organico in termini di risorse umane ed economiche e non sempre può intervenire direttamente o in maniera incisiva.
La presenza poi, per due o tre giorni appena, di reparti in assetto anti-sommossa non può essere la risposta unica per «tener buoni» i residenti quando questi alzano la voce, ovvero nell’immediatezza temporale di qualche fatto di cronaca.
La nostra proposta
Egregio signor Sindaco,
La nostra accorata dichiarazione non viene formulata solo in termini demolitivi. Per ripristinare la sicurezza ed uno standard di qualità di vita accettabile, proponiamo dunque quanto segue.
1) Supportare la carenza di risorse e mezzi delle forze dell’ordine, programmando la presenza di militari appartenenti ai reparti presenti in città (Comando regionale Trentino Alto Adige, 2° Reggimento genio guastatori alpini) che, con propri automezzi, assicurino il costante controllo del territorio, fornendo nel contempo elemento di semplice dissuasione per delinquenti e disturbatori, senza dover con ciò attribuire loro status di forza dell’ordine.
Questa iniziativa è peraltro già stata sperimentata efficacemente anche da altri comuni d’Italia, con risultati estremamente positivi (si veda il caso esemplare della vicina Verona).
Lei stesso, peraltro, aveva a suo tempo indicato questa iniziativa come auspicabile, senza però poi darvi seguito.
2) Ripristinare e intensificare la presenza dei poliziotti di quartiere.
3) Programmare con il comitato della sicurezza un intervento giornaliero, con costante attività di Polizia finalizzata al controllo dei documenti di quanti stazionano abitualmente nelle zone di cui sopra.
4) Ridurre l’orario di apertura dei tre locali sopraddetti, imponendo la chiusura al massimo alle ore 23.00 (come peraltro previsto dal Regolamento di Polizia urbana) e controllandone l’effettivo rispetto.
La cronaca anche recente riporta peraltro l’episodio di altro esercizio pubblico sottoposto a provvedimento da parte di codesto comune per episodi apparentemente ben meno gravi e reiterati di quanto andiamo qui ad esporre.
Quanto sopra esposto, chiediamo che le proposte sopra annotate, con le opportune modifiche e integrazioni che il Consiglio comunale vorrà eventualmente apportare, vengano però adottate e rese immediatamente esecutive da parte di questo governo locale.
Egregio signor Sindaco,
Noi cittadini ed esercenti della zona siamo esasperati, stanchi e sfiduciati, al punto da preventivare, in ipotesi di mancato riscontro effettivo delle richieste di cui sopra, fin anche un’iniziativa legale, mediante azione di classe, con inoltro alla competente Autorità giudiziaria d’una domanda diretta in particolare a:
• Accertare l’esistenza di un danno patrimoniale in capo ai residenti della zona, titolari di immobili ed esercizi commerciali svalutati a causa del degrado;
• Accertare l’esistenza di un danno non patrimoniale in capo ai residenti della zona e pubblici esercenti, che risultino privati dei valori di minima qualità di vita e sicurezza;
• Accertare e dichiarare la responsabilità in capo alla Pubblica Amministrazione, e in particolare del Comune di Trento, con conseguente richiesta di ristoro dei danni tutti per quanto subìto;
Auspichiamo tuttavia che Lei, sig. Sindaco, la Giunta ed il Consiglio Comunale tutto vogliate però evitare che si debba giungere ad una simile quanto gravosa conseguenza, il cui impatto mediatico, sia in ambito locale che nazionale, sarebbe dequalificante tanto per i cittadini che per l’Amministrazione tutta.
Alberto Pattini
(Il Taumaturgo)