Cavallo e cavalieri. Quale futuro? – Di Alberto Pattini

Continuare sui percorsi alternativi in alta montagna, modi antichi di assoluta attualità

Molto è stato fatto ma mai abbassare la guardia; l'ambiente, il territorio hanno avuto molti vantaggi da questa disciplina.
Le ippovie sono e rimarranno, nel tempo, testimoni mute ma presenti del rispetto alla natura, da mantenere e sviluppare in modo oculato ed attento, nel futuro più immediato.
Nelle sedi opportune, attraverso un'attenta e puntuale regolamentazione, in primis a livello provinciale.
 
«Servono interventi ad hoc, mirati, mettendo a frutto le esperienze che in questi anni il privato ha saputo mettere a disposizione della comunità. Ritengo non sia corretto relegare e spesso sovraccaricare alla passione di un cittadino fardelli pesanti. Quelli che si possono alleggerire con una specifica regolamentazione.»
 
A parlar chiaro è Diego Moltrer Milordo, da anni promotore di iniziative per il mantenimento e la valorizzazione di questa disciplina, che puntualizza «il cavallo non è solo una passione, no, si deve giungere ad una Cultura di Vita. Con la maiuscola».
«E qui serve lavoro e azioni. Fatti e non parole, – continua Moltrer, nel ricordare la sua paternità delle doppie canalette e molto altro. – Sto lavorando a dei documenti specifici sulla materia.»
 
Ma lei candida per il 27 ottobre?
«Si, con le stelle alpine. A sostegno di Ugo Rossi, uomo pratico, dell'azione. L'uomo con cui sedersi ad un tavolo con una certa certezza.»
 
Quale?
«Di alzarsi dalle sedia con una parola, un impegno concreto. Padre migliore dell'azione. La politica che serve a tutti noi. A me in primis. Io sono un uomo semplice, un mocheno che guarda la gente negli occhi, per poi stringerle la mano. Un uomo tra la gente, per la gente.»
 
Alberto Pattini
(Il Taumaturgo)
 
Nella foto Diego Moltrer Milordo con il figlio a cavallo in Val dei Mocheni.