Trentino Rock, dagli anni '60 a oggi/ 14 – Le Nuove Sensazioni
«La vera vittoria della musica sono l’aggregazione e le grandi amicizie che ne scaturiscono. Suonare vuol dire allegria e felicità»
È l’inizio del 1970 quando 4 amici da sempre decidono di riunirsi per costruire una band.
Sono Gianni Antoniacomi alla batteria, Claudio Buratti alla chitarra, Camin Luciano alle tastiere e Luca Primon al basso.
Oggi questa band, che ha attraversato 40 anni di musica, esiste ancora ed ogni tanto si propone in concerto.
La Band nasce con un grande punto di riferimento di quegli anni, I Creedence Clearwater Revival.
Sono grandi fans dei quattro ragazzi californiani che dal 1967 al 1972 raggiungeranno un’incredibile popolarità e fama mondiale.
«Fin da subito – ricorda Gianni Antoniacomi – firmammo degli ottimi contratti per lavorare tutto il mese di luglio al Bar Rancio di Predazzo e tutto agosto al Caminetto di Canazei.»
Ma poi le tournée continuano anche l’inverno e tutte le estati successive.
«In quegli anni – ci confida Claudio Buratti, – in un posto si suonava un mese di fila e tutte le sere. E poi nei tempi morti si facevano prove tutte le sere, cosa che adesso è pura utopia.»Durante gli anni la formazione subisce dei cambiamenti. A partire dal 1978 per quattro anni la formazione si avvale della collaborazione di una sezione fiati che comprende Mario Biasioni al Sassofono, Maurizio Chini alla tromba e Luigi Telch al clarino.
Nel frattempo Iginio Santoni sostituisce Luca Primon al basso.
Poi negli anni a venire il gruppo collaborerà con altri diversi artisti. Ricordiamo il compianto Paolo Albarello, Romeo Marcotto, Patrizio Miarelli e Silvano Trentini.
Anche la proposta in questi anni è cambiata. Ora Le nuove sensazioni propongono, insieme alle canzoni rock degli anni 70, anche i classici dei grandi cantanti Italiani. Nei loro concerti ormai stabilmente sono proposte le ultime cover di Vasco e Liguabue.
Oggi sono nostri ospiti Gianni Antoniacomi e Claudio Buratti che sono sempre stati punti fermi all’interno della Band in questi 40 anni di musica.
Certo che ne avete di cose da raccontare in 40 anni, ma avete ancora qualcosa da realizzare?
«Il mio sogno, – risponde Claudio Buratti – è quello di rifare per l’ultima volta un concerto con i Tuborg [band con i fratelli Smadelli e Laura Belli – NdR].»
«Per me invece – si inserisce Gianni Antoniacomi – fare una grande session insieme ad altri batteristi sarebbe fantastico. Però anche morire mentre suono la batteria non sarebbe male…!»
Rimpianti?
«Nessuno. – Risponde senza dubbi Gianni Antoniacomi. – Nella vita sono fatalista, si vede che doveva andare così. Ho sempre scelto di dare priorità ai legami di amicizia con tutti i musicisti con i quali ho suonato e ne ho tratto grandi soddisfazioni. Per me questa è la vera vittoria della musica.»
Ma oggi è davvero cambiata molto la musica?
«Oggi è tutto diverso, – commenta Claudio Buratti – Nei testi non c’è quella spontaneità di allora, quella voglia di dare dei messaggi su cui riflettere.
«Nella musica Italiana di adesso ci sono i 10 cantautori che di fatto hanno in mano il mercato, il resto fatica ad emergere grazie a strane strategie di marketing dove al centro dell’attenzione non c’è la musica e l’artista ma solo il business.»
Alla luce di questa disanima cosa devono avere i giovani musicisti per emergere?
«Per un batterista – spiega Gianni Antoniacomi, – avere il senso del tempo è senza dubbio la cosa più importante. Ma credo lo sia ancora di più il sapersi adattare al gruppo e mettersi al suo servizio senza per forza essere protagonista o prima donna.
«Per un chitarrista – aggiunge Claudio Buratti, – l’immediatezza e il senso dell’improvvisazione possono essere caratteristiche importanti per emergere.»
Qual è l’ultimo concerto che avete visto?
«Ho visto proprio l’altro giorno Tony Ippolito dal vivo insieme a un gruppo di Ferrara. – Ci ha risposto Gianni Antoniacomi. – Degli autentici fenomeni.»
Qualche aneddoto da raccontare in 40 anni di musica credo lo abbiate di sicuro, vero?
«Gli aneddoti e le cose simpatiche sarebbero molte. – Racconta Gianni Antoniacomi. – Ricordo con simpatia quella volta che ci misero a dormire in una casa in costruzione. In quel cantiere le ragazze dell’albergo ci portarono le coperte per la notte. Fu grande l’imbarazzo quando l’indomani il geometra del cantiere ci scoprì mezzi infreddoliti e insonnoliti.»
«Io invece – interviene Claudio Buratti, – mi ricordo quando finito un concerto dovetti dormire in un fienile per mancanza di posti letto.»
Che musica ascoltate oggi?
«Io quasi esclusivamente musica anni 60/70, – ammette Claudio Buratti. – La vera culla della musica a parer mio è di quegli anni.»
«In quegli anni – aggiunge Gianni Antoniacomi – ho cercato di seguire tutte le tipologie musicali per imparare il più possibile nuove tecniche e sonorità.»
Chi sono i vostri punti di riferimento?
«Steve Gadd, Virgin Donati, Daniele Chiantese, Alfredo Golino e Marco Volpe.» È la risposta di Gianni Antoniacomi
«Io non ho dubbi – aggiunge Claudio Buratti – Clapton, Santana e il mitico David Gilmour.»
E quali gli strumentisti della nostra regione avete stimato maggiormente?
«Sergio Decarli, Franco Aprovitola e Lorenzo Raffaelli.» Ci dice Gianni Antoniacomi.
«La mia luce invece è sempre Andrea Braido, nessuno come lui qui in regione.» Ci confida Claudio Buratti.
Cosa vi ha insegnato la musica in tutti questi anni?
«Credo che a entrambi – risponde Claudio Buratti, – ci abbia insegnato a condividere molte cose e a sopportare la vita di gruppo. La musica insegna l’aggregazione e la condivisione ed è uguale per tutti. La musica è sempre una sola e non importa come la suoni.»
Difficilmente abbiamo riscontrato nei nostri intervistati una serenità e motivazione tale nel continuare a fare musica.
Ci hanno colpito l’umiltà e il senso del divertimento che sia in Gianni che in Claudio sono emersi quasi subito.
Ma questo si evince anche da quanto Gianni Antoniacomi ci dice.
«Mia moglie in questi anni ha sopportato sempre tutto, anche quando per un lungo periodo ho dovuto tenere la mia batteria premier in camera da letto.»
Poi ricorda quando portava in giro la sua prima batteria in una valigia di cartone. E con quella tutte le emozioni che la musica gli ha dato in tutti questi anni.
Siamo sicuri che loro continueranno a suonare ancora per molto, hanno ancora voglia di imparare e mettersi in gioco e questo a parer nostro fa la differenza.
E quando chiediamo lumi su quale sarà la data del prossimo concerto la risposta è all’unisono.
«Il giorno 26. E non vediamo l’ora di tornare in sala prove per suonare.»
Se non è passione questa…
Roberto Conci
[email protected]
(Continua)
Il prossimo Giovedì sarà la volta del Gruppo Nuovo Punto Zero, l’intervistato sarà Tony Monreale storico cantante della Band.