Trentino Rock, dagli anni '60 a oggi/ 10 – Gastone Albano

Senza l’indimenticabile Gastone Albano, i ragazzi di allora non avrebbero comperato neppure un solo strumento

Gastone Albano nasce in Francia il 3 Gennaio 1939.
Da subito sembra predestinato. Il papà pittore e musicista, che poi suonerà per anni a fianco dell’indimenticabile Gorny Kramer, la mamma cantante piuttosto famosa e imparentata con la grande Maria Callas, il fratello musicista giramondo che suonerà per decenni con la grande orchestra dei solisti veneti.
 
Il padre, dichiarato socialista, in quegli anni fatica a trovare lavoro in Francia e quindi si trasferisce con tutta la famiglia a Verona.
Appena arrivato in Italia, il padre propone 2 scelte a Gastone. La prima è andare a lavorare all’Olivetti. Le seconda, aiutare un suo amico riparatore di strumenti.
 
Il Giovane Gastone Albano, allora tredicenne non ha dubbi. Inizia qui il suo incredibile percorso nel mondo musicale.
L’azienda dove lavora acquisisce il negozio di riparazioni di strumenti Roncolato di Trento, che è in cattive acque, e manda il giovane Gastone appena ritornato dal servizio militare a dirigerlo.
 
Nel 1962 rileva il negozio e si trasferisce nella storica sede di via Madruzzo, dove comincia a riparare ance e acquisisce clienti importantissimi in tutta Italia.
«All’inizio - ricorda Gastone Albano – ho trovato un muro da parte della gente trentina, molta diffidenza e poca fiducia. Poi però, con gli anni, mi hanno adottato e mi hanno sempre rispettato e dato molto.»
 
Nel 1964 grazie ai contributi provinciali inizia il fenomeno delle bande di paese.
«Era un fenomeno inarrestabile, – continua Gastone. – Nascevano bande come i funghi e io ero l’unico negozio a Trento che poteva dare un servizio adeguato.
 
«Ho vissuto quel momento in modo esaltante, - ci spiega Gastone. – Infatti di soldi nel cassetto ne cominciavo a girare davvero molti. Ma, oltre a questo, ero molto vicino alle bande e soprattutto agli strumenti a fiato. Infatti, nessuno lo sa, ma io ero l’unico in regione a saper costruire da zero un clarinetto.»
 
Sono gli anni d’oro del boom economico. Il negozio Albano strumenti musicali diventa l’unico punto di riferimento dei giovani musicisti. Partecipa a tutte le fiere più importanti d’Europa importando tutte le novità del settore, apre il noleggio strumenti e attrezzature luci.
«Allora – ricorda Gastone – venivano a chiedermi le prime lampadine psichedeliche rudimentali per le feste nei garage o nelle cantine.»
 
L’aumento del lavoro impone l’assunzione di nuovi commessi. Allora ecco che negli anni si alterneranno Bepi Saccomani, Ezio Lunelli, Mauro Lusuardi, Mariano Bonomi (che diventerà anche socio), Guido Smadelli e Michele Moschetta.
«Nonostante l’apertura di piccoli negozi a Pergine, Mezzolombardo, Riva e Rovereto – ci confida Gastone, – il lavoro procedeva alla grande senza mai fermarsi.»
 
L’ascesa è inarrestabile, tanti nomi importanti della musica mondiale passano dal suo negozio, Mina, Cick Corea, Tullio De Piscopo, Lucio Dalla, Dario Fo.
«Questi musicisti di livello mondiale – ricorda Gastone – prima venivano ad affittare le strumentazioni per i concerti in zona e poi, trovandosi bene, me li compravano.»
I progetti sono ambiziosi e le esigenze di ingrandirsi per dare un servizio migliore sono davvero pressanti.
 
 
 
Ma proprio nel momento del grande passo succede il dramma.
La sera del 5 Gennaio 1988 di ritorno da una cena fra amici insieme alla sua compagna Rosalba, la sua autovettura in una curva esce di strada, complice la strada ghiacciata.
Mentre la macchina si capovolge riesce con la forza della disperazione a salvare Rosalba estraendola dal finestrino e a mettersi in salvo senza nemmeno farsi un graffio.
 
Ma l’ironia della sorte era in agguato. Mentre i due attendono il carro attrezzi chiacchierando con i carabinieri, improvvisamente nella stessa curva sbanda un’altra autovettura puntando verso il gruppetto.
Gastone, con una spinta, riesce a spostare il più giovane dei carabinieri e a metterlo in salvo, ma per lui non c’e’ nulla da fare.
Viene centrato in pieno. La gamba spappolata dovrà essere amputata. L’incredibile destino si è ripreso la sua vittima nel modo più tragico, drammatico e beffardo.
 
Dopo 2 anni di operazioni in vari ospedali, Gastone Albano si riprende.
Può così dare il via al vecchio progetto di migrazione della sua attività nell’elegante e grande negozio in via Perini, aprendo anche una succursale in Via Verdi legata solo ai Service degli impianti voci.
 
«Molti mi criticarono – ci spiega Gastone – per aver aperto un negozio così grande e lussuoso. Ma il mercato in grande sviluppo in quel momento lo richiedeva.»
E invece l’apertura del nuovo negozio decretò l’inizio della parabola discendente del marchio Gastone Albano.
Da li a poco, con l’apertura di molti altri negozi in città cominciarono le difficoltà.
 
«Ma però furono l’apertura del Music Center – precisa Gastone Albano – e la nascita di una distribuzione di strumenti da San Marino a mettermi in seria difficoltà.»
Il negozio storico di Gastone Albano chiude definitivamente nel 1998.
Con lui se ne va anche una piccola parte di Trento, quella silenziosa ma molto attenta dei musicisti. Quella che grazie a lui ha potuto iniziare a suonare, a emozionarsi. Quella che grazie a lui ha costruito le fondamenta della musica del trentino.
 
In città nessuno vede Gastone Albano da molti anni ormai, per noi questa è un’intervista speciale.
Oggi intervistiamo con lui una piccola parte di Trento che dagli anni 60 agli anni 90 è stata fondamentale per la diffusione musicale in tutta la regione.
Alcuni momenti prima di incontrarlo la nostra memoria torna indietro e ricorda quando anche noi prima di andare a scuola passavamo dal negozio di strumenti musicali Albano.
 
Era meraviglioso vedere in vetrina le batterie colorate, i piatti scintillanti, le nuove chitarre, le prime luci psichedeliche che sembravano atterrate da qualche pianeta lontano.
Ma quando lo vediamo, insieme alla moglie Rosalba, torniamo subito al presente con malcelata commozione.
Lo guardiamo negli occhi e scopriamo che è uguale a 30 e a 40 anni prima, la sua voce bassa, discreta ed educata è sempre la stessa.
Le domande che dobbiamo fare sono molte, intendiamo svelare anche molti misteri legati alla sua persona, sappiamo di dover rivangare anche dolorose esperienze.
Vogliamo andare comunque fino in fondo!
Cosa ha pensato prima di iniziare questa intervista. Qual è il suo stato d’animo?
«Non sono emozionato – ci confessa Gastone Albano, – ma molto incuriosito. Prima di venire qui nella mia mente sono cominciati a riaffiorare mille ricordi legati alla mia attività, alla mia vita.
     

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In 30 anni di attività ha avuto la consapevolezza di essere stato così importante per la diffusione della musica fra i giovani di Trento?
«Quei trent’anni sono volati via come un soffio di vento. – Risponde Gastone. – Condividevo l’entusiasmo dei ragazzini quando venivano nel mio negozio, li aiutavo a raggiungere i loro sogni. Era bello vedere di sabato il negozio tutto pieno di musicisti che si confrontavano e discutevano sull’ultima novità appena uscita.
«Il sabato – continua Gastone, – magari non vendevo niente. Ma guardare e sentire questi ragazzi fantasticare per me era meraviglioso e mi dava un entusiasmo incredibile. Sembrava che il negozio si trasformasse in salotto.»
 
Dalle sue parole emerge un carattere piuttosto passionale, è così?
«Qualsiasi cosa io abbia fatto nella mia vita ci ho messo molta passione, – ci confida Albano. – Sono convinto che in qualsiasi cosa che fai, prima delle mani e della mente è importante il cuore.
È il cuore, – continua Gastone – che ti fa superare i momenti difficili, che ti fa vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, che ti fa vedere in lontananza la fine di un tunnel.»
 
E che ricordo ha dei commessi che hanno lavorato nel suo negozio?
«Per me sono stati dei veri figli. Purtroppo però, fatta eccezione per uno solo, sono rimasto molto amareggiato dai loro comportamenti.
«A loro ho dato molto – continua Gastone Albano, – e in cambio ho solo avuto dei comportamenti umilianti per non dire di più.»
 
Ha qualche ricordo speciale di quei tempi?
«Naturalmente sono molti, – ci dice Gastone Albano. – Mi piace ricordare quando ero il mecenate dei ragazzini musicisti, quando Chick Corea mi fece i complimenti dopo aver suonato su un piano che gli avevo affittato e volle che lo portassi a Trieste dove avrebbe fatto il suo prossimo concerto.»
 
Qualche strano o simpatico aneddoto?
«Avevo raggiunto il budget per l’acquisto dei Piatti Paiste e per questo Tullio de Piscopo sarebbe salito a Trento per un concerto gratis.
«Dopo il concerto, – racconta Gastone Albano – siamo andati al ristorante Roma a cena, io lui e Andrea Braido che allora era un perfetto sconosciuto.
«Durante la cena – continua Gastone, – Tullio cominciò a suonare sui bicchieri e su qualsiasi oggetto nel raggio di 10 metri, Andrea invece prese la chitarra e cominciò a seguirlo con le note.
«Dopo solo 5 minuti tutto il ristorante si era raggruppato davanti ai 2 artisti applaudendoli ed esortandoli a continuare per oltre un ora.
«Grazie a quell’incontro – ci confessa Albano, – dopo circa 2 mesi De Piscopo chiamò Andrea Braido alla sua corte ed ebbe inizio l’incredibile ascesa di questo grande chitarrista.»
 
Come vorrebbe essere ricordato Gastone Albano?
«Come un uomo buono e onesto.»
 
Si riconosce qualche difetto?
«Si, non riesco a nascondere i miei stati d’animo e credo di essere troppo ambizioso.
«Forse, – aggiunge Gastone Albano – proprio questi due difetti sono stati una delle cose che mi hanno creato più problematiche sul lavoro.
 
Ha qualche rimpianto?
«Gli unici rimpianti che mi sono rimasti sono legati ai rapporti personali, ho riposto la fiducia nelle persone sbagliate, sono stato tradito.»
 
Rifarebbe tutto uguale?
«Probabilmente no, anche se con il senno di poi è facile parlare. Ma se potessi davvero cambiare una decisione che ho preso nella mia vita, – confessa – sceglierei di rimanere in Via Madruzzo con il negozio.
«Se dopo aver preso i soldi dell’assicurazione per l’incidente fossi rimasto in quel negozio non avrei poi passato vent’anni tragici e drammatici.
 
Ha sofferto molto dopo la chiusura dell’attività?
«Sono stati momenti molto difficili e drammatici. A Continua. – Ho dovuto – prendere delle decisioni molto difficili. Ho deciso di vendere tutto quello che avevo per pagare i debiti, così facendo ho dovuto modificare il mio stile di vita e quello della mia famiglia.
«Ma mia moglie e mia figlia mi sono sempre rimaste vicino, anche nei momenti di sconforto più difficili dove sembrava davvero finita.»
 
Dov’è stato Gastone Albano negli ultimi 15 anni?
«Non mi sono mai mosso da Trento. Dopo essermi ricostruito moralmente ho iniziato a lavorare per un’assicurazione e poi ne sono diventato il consulente.
«A volte mi succede – ci racconta Gastone Albano – che presentandomi al telefono a dei clienti, gli stessi mi dicano:« Gastone Albano? Ma quello del negozio di strumenti musicali? E allora capisco che la storia è infinita…»
 
E le famose cambiali che tutti i musicisti di Trento hanno firmato e magari in molti non hanno mai pagato?
«Non nutro rancore per questo, anzi le ricordo con simpatia. Sapevo benissimo che il 50% di quelle cambiali non sarebbero mai state pagate, ma i margini di guadagno allora era così ampi da poter anche permettersi questo. Fino a 5 anni fa in ogni trasloco mi sono sempre portato dietro tutte le cassette di legno piene di cambiali scadute e mai pagate. Forse era l’unica cosa che mi legava ancora al passato.
«Poi un giorno – continua Gastone Albano, – io e Rosalba ci siamo guardati e abbiamo deciso di metterle tutte nel trincia carte. Ma prima le abbiamo pesate. Erano quasi 50 Kg di cambiali mai pagate. Mentre diventavano pezzettini di carta inutile vedevo passare nella mia mente, sogni, persone, speranze. L’ultimo legame con il passato era diventato solo un coriandolo.»
 
Queste brutte esperienze di vita cosa le hanno insegnato?
«Mi hanno insegnato che grazie all’amore delle persone che ti stanno vicino è possibile superare tutto.
 

 
 
Poi Gastone Albano ci racconta dei suoi Hobby e delle sue passioni, della pesca e delle gare di Buraco che organizza insieme alla moglie con la quale ha fondato un club.
Con emozione e nostalgia ci parla dei suoi viaggi a New Orleans nella patria del jazz, dei suoi nipotini, del bel rapporto con la figlia, della musica dei Beatles e dei Nomadi che ascolta spesso.
 
È una persona che dopo aver superato molti problemi anche fisici ora è viva più che mai. Oggi è un uomo che ha ritrovato una straordinaria serenità e voglia di intraprendere percorsi nuovi.
Gli chiediamo se con la musica ha davvero chiuso e lui ci risponde.
«Ora non penso più al passato, guardo e sogno solo il futuro. E ho molte cose da fare.» – risponde Gastone.
 
Noi siamo sicuri che per lui questa intervista sia stata sofferta e che abbia riaperto ferite magari cicatrizzate nel tempo.
Durante l’incedere delle nostre domande, molte volte Gastone Albano ha chinato la testa, ha riflettuto molto prima di rispondere.
Alle domande più difficili e dolorose, dove la commozione sembrava prendere il sopravvento, vicino a lui Rosalba non ha mai fatto mancare il suo affetto con delle carezze come si fa tra due innamorati.
 
Noi crediamo che Gastone Albano con questa intervista abbia saldato anche l’ultimo debito che era rimasto.
Quello con la città che quasi 50 anni fa l’aveva adottato e che per anni si è chiesta dove fosse finito.
E mentre li vediamo andare via lentamente mano nella mano come due giovani innamorati, comprendiamo l’importanza delle parole di Gastone Albano sull’amore, sul valore della famiglia, sulla bontà e l’altruismo.
Poi d’improvviso scompaiono, e con loro molti ricordi. E anche un pezzettino della nostra bella città di Trento.
Stavolta sia noi ad esserci commossi…
 
Roberto Conci
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