Un pezzo di Luna al Museo di Scienze naturali di Bolzano
Da oggi e fino a fine febbraio, una parte della roccia portata sulla Terra è esposta in una delle vetrine della nuova mostra temporanea «Pazzi per la Luna»

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In una mostra sulla Luna non può mancare un pezzo di Luna. È quello che ha fatto il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige: la mostra «Pazzi per la Luna» espone ora un campione di roccia lunare, raccolto nel 1971 dal comandante della missione Apollo 15.
Sono in totale 382 i chilogrammi di roccia lunare portati sulla Terra dagli astronauti delle sei missioni lunari Apollo.
Da oggi e fino a fine febbraio, una parte di questa roccia è esposta in una delle vetrine della nuova mostra temporanea «Pazzi per la Luna» del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.
Il pezzettino di Luna, denominato «campione numero 15015,78», pesa circa 93 grammi e venne prelevato nel 1971 da David Scott, comandante della missione Apollo 15.
La roccia proviene dal Johnson Space Center della NASA, Houston (USA), dove il direttore del museo, l’astronomo David Gruber, l’ha presa in consegna personalmente pochi giorni fa.
Il frammento, in esclusivo possesso della NASA, ovviamente non era in vendita.
È stato prestato al museo di Bolzano dopo un’attenta valutazione delle motivazioni da parte di una giuria e per un periodo limitato, in competizione con numerose altre richieste.
Andrà a affiancare, nella mostra, il meteorite lunare (un pezzo di Luna caduto sulla Terra in forma di meteorite) prestato dal Museo di Storia naturale di Vienna.
Il campione di roccia lunare 15015,78, custodito in una piramide trasparente, è stato collocato oggi al museo dal presidente della Provincia Arno Kompatscher, dal direttore del museo David Gruber e dal geologo del museo Benno Baumgarten.
Descrizione del campione di roccia lunare 15015,78
Sulla Luna esistono in pratica tre tipi di roccia: il basalto (una lava), l’anortosite (il suo corrispondente plutonico) e la breccia di basalto.
La superficie lunare è inoltre coperta da polvere, la cosiddetta regolite.
Questa polvere è composta da farina di basalto mescolata a piccole pietre e frammenti di vetro.
La roccia lunare ha pressappoco la stessa età della Terra, ma al contrario di essa, la Luna è geologicamente inattiva da 4,5 miliardi di anni.
Il campione esposto rappresenta una breccia regolitica.
Questa si forma quando un meteorite colpisce la Luna e la polvere lunare viene parzialmente fusa, amalgamandosi con altro materiale per formare una roccia.
La breccia regolitica contiene inoltre molte minuscole sferule e frammenti di vetro. Le brecce di basalto sono le rocce più comuni sulla superficie lunare.
I basalti lunari assomigliano alle lave basaltiche dell’Alpe di Siusi.
Le rocce lunari sono tuttavia povere di elementi volatili e prive di minerali che contengono acqua, che invece sono tipici dell’Alpe di Siusi.
Inoltre, i frammenti di roccia che coprono la superficie lunare hanno subito alterazioni dovute alle radiazioni del vento solare a cui sono sottoposte da miliardi di anni.
La missione Apollo 15
Rispetto alle precedenti missioni, l’Apollo 15 aveva un taglio più marcatamente scientifico delle precedenti: numerosi strumenti e attrezzature erano stati migliorati e i tre astronauti astronauti (ex piloti di aerei militari) avevano ricevuto una specifica formazione geologica.
L’allunaggio avvenne il 30 luglio e la permanenza degli astronauti sulla Luna durò quattro giorni, nel corso dei quali riuscirono a prelevare numerosi campioni di suolo.
La navicella lasciò la superficie lunare il 2 agosto; cinque giorni dopo ammarava tranquillamente nel Pacifico.
La mostra «Pazzi per la Luna»
La mostra «Pazzi per la Luna» è dedicata al primo uomo sulla Luna, a 50 anni da quell’impresa, alle sei missioni lunari Apollo e alla Luna stessa.
È aperta fino al 2 giugno 2020 ogni giorno, tranne il lunedì, dalle ore 10 alle 18.
Nell’ambito della mostra è previsto un programma di contorno di conferenze e osservazioni al telescopio.