«Il Trento Film Festival c’è!»
Un’edizione speciale: sperimentate nuove formule di coinvolgimento del pubblico
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La 68ª edizione del Trento Film Festival è stata un’edizione «speciale»: programmata come da consuetudine a fine aprile, l’edizione è stata sospesa a causa dell’emergenza sanitaria e poi riprogrammata dal 27 agosto al 2 settembre. A questa è seguita la tradizionale edizione autunnale, che si è svolta dal 19 al 27 settembre a Bolzano.
È stato un evento diverso da quello al quale il pubblico era abituato: i protocolli per il contenimento della diffusione del coronavirus hanno imposto infatti forti limitazioni nell’organizzazione degli eventi.
Ma queste limitazioni non sono state vissute dal Festival solo come «un vincolo», ma anche come un’opportunità per sperimentare nuovi modelli organizzativi, cercando di garantire al pubblico nuovi e diversi livelli di fruizione.
«I dati consuntivi del 68ª Trento Film Festival hanno confermato come il pubblico abbia apprezzato la formula sperimentale e diffusa proposta quest’anno per la manifestazione, partecipando - nel rispetto dei protocolli di sicurezza per la pandemia - sia agli eventi all’aperto e a numero chiuso organizzati a Trento e in diverse località della provincia, sia a quelli in streaming», evidenzia il presidente Mauro Leveghi.
«Una formula flessibile, nuova e oltremodo complessa, che ha richiesto una forte dose di coraggio, ma che ha dato un contributo alla ripartenza di settori economici fondamentali. Quella di quest’anno sarà un’edizione che rimarrà indelebile nella storia del festival, perché costituisce uno spartiacque tra una dimensione della vita precedente alla pandemia e la ripresa di una vita che non potrà più essere come quella di prima, nella consapevolezza che se vogliamo garantire l’esistenza del genere umano sarà necessario adottare nuovi stili di comportamento, più sobri e rispettosi della nostra unica e meravigliosa casa comune.»
I 97 film selezionati – provenienti da 30 Paesi – sono stati protagonisti di 144 proiezioni in sala e nelle Arene all’aperto di Trento e Rovereto, e per la prima volta sono stati proiettati in contemporanea anche nelle sale della Valle di Fiemme.
La più significativa novità di questa edizione è stata la piattaforma online - sviluppata dal provider di servizi di streaming neozelandese Shift72 e dalla società francese Festivalscope - che ha permesso la visione in streaming dei film del Festival su tutto il territorio nazionale: grazie a una campagna di comunicazione mirata e alla collaborazione di partner importanti come il CAI, sulla piattaforma si sono registrati 4.303 utenti, per un totale di oltre 24mila visioni dei film in streaming.
In streaming sono stati trasmessi anche 35 degli 82 eventi in programmazione: ai 2.665 spettatori in presenza – nelle 30 location diffuse in tutto il Trentino - bisogna aggiungere quindi gli spettatori da remoto. Le dirette su Facebook hanno avuto, infatti, oltre 95mila visualizzazioni.
Il tradizionale padiglione di MontagnaLibri in Piazza Fiera, pur con l’inevitabile contingentamento degli ingressi, nei sette giorni di apertura è stato visitato da 9.500 persone.
Il Festival oggi più che mai non smette di guardare al futuro: quest’edizione ha visto l’esordio del T4Future, la sezione del Trento Film Festival dedicata ai bambini, alle famiglie ed alla scuola, che si pone come principale obiettivo quello di educare alla cittadinanza globale, alla tutela del contesto montano ed alla sostenibilità ambientale.
Presso il giardino del MUSE si sono svolti più di 40 i laboratori per i più piccoli e 6 eventi rivolti alle famiglie, proposti in collaborazione con tantissimi partner: MUSE, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, UISP, SAT, Parco Naturale Adamello Brenta, WWF, Centro per la Cooperazione Internazionale, Soccorso Alpino, CAI, Fondazione Dolomiti Unesco, IPRASE, Laba.
I partecipanti, nonostante il meteo incerto e diverse giornate di maltempo, sono stati circa 400, tutti regolarmente iscritti tramite i form online.
Inevitabile un ruolo centrale per il sito web www.trentofestival.it, che nel periodo dal 7 agosto al 7 settembre ha registrato oltre 210mila visualizzazioni delle pagine e quasi 40mila utenti.
In un’edizione fortemente digitale, i social media sono stati determinanti strumenti non solo di promozione, ma anche di fruizione degli eventi.
Su Facebook sono state raggiunte più di 300mila persone, con oltre 40mila interazioni e un aumento di quasi 1.500 «Mi piace» alla pagina, che ora è seguita da più di 24mila persone.
Su Facebook c'è stato anche il ritorno di alcune collaborazioni importanti, come quelle con Freeda, il notissimo media digitale che ha dedicato un Instant Article alle Cholitas e alle Donne di Montagna (copertura totale di 356.735 persone), con Coming Soon e con Gazzetta dello Sport, che ha seguito il Festival con diversi post sulla pagina Facebook, rilanciando gli articoli dal seguitissimo sito.
Un discorso a parte merita la pagina Instagram, che quest’anno è stata protagonista di uno speciale progetto «educomunicativo» realizzato dall’Agenzia di Stampa Giovanile: grazie al coinvolgimento di un gruppo di oltre dieci volontari/e, e in collaborazione con i tirocinanti del TAG – Alta Formazione Grafica, il Festival è stato raccontato con 96 stories, 121 post singoli e 10 video-interviste ai protagonisti dell’edizione, per un totale di 264 contenuti unici che si sono concentrati in particolare sulle tematiche «green» e che hanno raggiunto oltre 65mila persone, con quasi 240mila impressions e una crescita di circa 600 follower della pagina.
«Le edizioni di Trento e di Bolzano, che si sono svolte a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, si sono caratterizzate per le nuove formule d’intrattenimento e programmazione studiate appositamente per garantire i protocolli di sicurezza», aggiunge la direttrice Luana Bisesti.
«Una situazione di crisi che si è trasformata in opportunità, con il ricorso a nuove tecnologie che hanno riscosso un successo al di sopra delle nostre stesse aspettative, e con la proposta di incontri all’aperto e a numero chiuso particolarmente apprezzati dal pubblico, non solo perché in grado di garantire la sicurezza con il distanziamento interpersonale, ma perché hanno permesso di vivere una dimensione più intima dell’evento, avvicinando ancora di più il festival alle persone e al loro bisogno di vicinanza, per guardare con fiducia al futuro che ci attende. Tutte esperienze importanti e significative, di cui si potrà fare tesoro anche per le prossime edizioni del festival.»