A Levico il 28° congresso nazionale dei giornalisti
Il tema scelto per l’edizione trentina è «L’informazione non è un algoritmo. Libertà, diritti, lavoro, nell’era delle fake news»
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha scelto Levico Terme come sede del 28° congresso del giornalismo italiano.
Il Congresso sarà dedicato a Antonio Megalizzi, giornalista trentino, precario e senza tessera vittima dell'attentato di Strasburgo dello scorso dicembre.
Questo il tema scelto per la prima edizione del congresso in Trentino: «L’informazione non è un algoritmo. Libertà, diritti, lavoro, nell’era delle fake news».
Il primo dibattito è previsto lunedì 11 alle 18:00 in sala consiliare (via Marconi, 6). Il tema è l'articolo 21 della Costituzione Italiana «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
L'articolo 21 ha una funzione centrale all'interno della nostra bellissima Costituzione perché la illumina: abbiamo il diritto di essere informati e di allenarci al pensiero critico.
Ne parleranno i giornalisti Roberta De Maddi, delegata Campana, Laura Viggiano dell'Associazione Articolo 21, Giuseppe Giuletti presidente della FNSI, Rocco Cerone, segretario del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e Fabrizio Franchi, già presidente OdG del TTAA.
Mercoledì 13 alle 18 incontriamo al Caffè Nazionale (piazza della Chiesa), Paolo Borrometi, autore di «Un morto ogni tanto. La mia battaglia contro la mafia invisibile» (Solferino ed.).
In dialogo con Beppe Giulietti, presidente FNSI, Paolo Borrometi, giornalista TV2000 e presidente dell'Associazione Articolo 21, porterà la sua coraggiosa denuncia di giornalista condannato a morte dalla mafia.
Paolo Borrometi è stato ripetutamente minacciato di morte e dal 2014 è costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta.
I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio. Il suo libro, alla sesta ristampa, ha dato molto fastidio.
La scorta mediatica, la scorta della cittadinanza attiva sono un segno fondamentale di vicinanza e democrazia.