Si chiude il 124° Congresso SAT in valle del Chiese

Numerosi gli spunti innovativi, tanta cultura e il consueto sguardo fisso ai valori

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Innovazione nella tradizione dei valori e dei legami che la montagna riesce ad intessere: questo il tema che quest’anno con il 124° Congresso dal titolo «Amore in montagna ovvero vivere in montagna» la SAT ha affrontato nelle quattro giornate (18-21 ottobre) in Valle del Chiese.
Cinquanta le sezioni partecipanti con la presenza di oltre 200 soci ai lavori congressuali.
L’inaugurazione giovedì scorso con la giornata culturale e la serata dedicata ad arti e mestieri delle comunità locali, mentre la giornata di venerdì 19 è stata dedicata alla visita a Forte Corno e la discesa a valle in notturna al chiarore della luna.
 
Le escursioni sabato mattina hanno portato nelle splendide laterali adamelline della Val di Daone e della Val di Breguzzo una cinquantina di satini ed in serata alla Palestra Comunale di Creto, non sono mancati gli applausi ai racconti alpinistici dei fratelli Franchini e della coppia Palma Baldo e Giovanni Groaz.
La giornata domenicale ha da tempo immemorabile il sapore dello spirito di appartenenza e di condivisione di valori in SAT. E forse mai come in questo Congresso 2018 questi valori vengono ribaditi con un tema, «Amore in Montagna…» che spesso ha fatto solo da sfondo a 145 anni di storia del sodalizio, ma che rappresenta di fatto il leitmotiv dell’impegno di centinaia di volontari.
Ad aprire la giornata al Centro Polifunzionale di Condino i rituali satini con l’accreditamento, la S. Messa nell’antica Pieve di Condino e la sfilata delle sezioni accompagnate dal Corpo Musicale Giuseppe Verdi di Condino.
 

 
Quindi ad introdurre il tema della mattinata sul confronto generazionale una piccola pièce teatrale multimediale dei giovani attori di Montagne del «Festival Montagne Racconta», diretti da Sara Maino, dove attraverso una narrazione «smart», ma proprio per questo immediata e molto efficace, emerge la difficoltà per i ragazzi di oggi di andare oltre una cultura conservativa, piena di paure e di reticenze che spesso non lascia spazio ne attenzione al ricambio generazionale ed alla voglia di cambiamento delle giovani generazioni.
Molto attese le parole della presidente Anna Facchini, a presiedere il suo primo congresso. Facchini saluta i congressisti raccontando le emozioni provate assistendo alle varie fasi di un Congresso così lontano dai centri cittadini ma così ricco di vita, di stimoli, di idealità ed energie positive.
A portare i saluti del CAI nazionale Alberto Ghedina consigliere del CAI di Bressanone.
 
Quindi una novità assoluta per i congressi SAT la tavola rotonda in luogo delle relazioni frontali. I giovani atleti giudicariesi a confronto sui vari aspetti della vita nei territori alpini, con i saggi della montagna che in questa sede avevano i volti di Annibale Salsa, antropologo e componente del Comitato Scientifico delle Dolomiti UNESCO e di Accademia della Montagna, Mariangela Franch docente di Managment del Turismo Sostenibile presso la Facoltà di Ecomonia di Trento e Maurizio Dematteis Giornalista, ricercatore e videomaker, studioso di temi sociali e ambientali e di tematiche legate ai territori alpini.
Ne è nato un confronto appassionante ed a tratti intenso per la profondità delle argomentazioni dei saggi e la freschezza delle testimonianze dei giovani atleti: Alberto Vender, Patrick Ghezzi e Marco Filosi. 


 
Lo sport a contatto con la natura il valore aggiunto che tiene i giovani legati al proprio territorio di appartenenza hanno argomentato i tre ragazzi, ma l’amore non basta asserisce Annibale Salsa occorre conoscenza, in particolare della saggezza e lo spirito di conservazione dei «roncadori» medievali, i primi montanari, per affrontare il futuro.
«Dopo il periodo fordista della modernità – dichiara Maurizio Dematteis – l’uomo post-moderno ambisce alla quiete ed al contatto con la natura del vivere in montagna.
«Lentamente le montagne si stanno ripopolando ma servono servizi (scuole, presidi sanitari, trasporti servizi di prossimità) altrimenti si tratterà solo di periodi di transizione.»

La sostenibilità, termine peraltro un po’ abusato rimane il leitmotiv di Mariangela Franch «costruire uno sviluppo sostenibile si può – ha detto- si tratta di una prospettiva proiettata in avanti, ma con attenzione al governo del limite».
La giornata si chiude con scroscianti applausi agli organizzatori di questo 124 Congresso SAT Corrado Mazzocchi (SAT Bondo-Breguzzo), Yuri Corradi (SAT Daone) Luigina Elena Armani (SAT Pieve di Bono) Ruggero Iacomella (SAT Storo), per aver regalato ai satini tantissimi stimoli, non poca conoscenza dei luoghi e delle loro vicende e tanta passione.