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Alberto Schiavon: l’amaro in bocca della squalifica alle Olimpiadi

Un altro caso di arbitrato discutibile che penalizza lo sport azzurro



L'avevamo lasciato così carico di energie dopo la splendida medaglia di bronzo nello Snowboardcross agli X Games (foto sopra), quando esclamava: «Che dire, ho vinto una medaglia di bronzo agli X Games 2010! Non ho parole, sono troppo contento».
Con la voce ancora piena di emozione Alberto continuava dicendo: «Un salutone a tutti e… forza Italia! E un ringraziamento speciale lo voglio fare a mio fratello, ai miei genitori e a tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto anche nei momenti più difficili, grazie a tutti di cuore!»
E infine lasciavamo che Alberto si godesse questi incredibili momenti in attesa di fare il tifo per lui all'appuntamento più importante ed emozionante della sua carriera: le Olimpiadi di Vancouver.

Invece in questo momento Alberto è nel volo di ritorno da Vancuver.

Il 15 febbraio Alberto aveva passato le qualificazioni con il decimo miglior tempo accedendo così, insieme a tutti gli altri italiani in gara, agli ottavi di finale.
Durante la prima batteria degli ottavi, Alberto entra in contatto diverse volte con l'atleta russo Boldykov Andrey.
Alberto cade, si rialza e dopo una rimonta pazzesca riesce a chiudere in seconda posizione proprio dietro al russo.
La felicità e la soddisfazione sono enormi, il suo nome compare già sui tabelloni dei quarti e mentalmente è già proiettato alla gara successiva ma, dopo diversi minuti l'amara sorpresa: la giuria lo squalifica per una "trattenuta".

Alberto ha voluto spiegare l'accaduto con parole sue.
«Eccomi qui. Olimpiadi per me finite. Purtroppo non ho avuto modo di aggiornare i blog su internet subito e lo faccio un po' in ritardo, anche perché la delusione e l'amarezza sono enormi, uscire così… senza senso.
«Voglio cercare di spiegare quello che è successo per fare un po' di chiarezza: nella prima batteria delle finali, alla curva 3 sono entrato più volte in contatto con l'atleta russo Boldykov.
Eravamo in seconda e terza posizione. Ci siamo toccati e le nostre mani si sono più volte incrociate.
«Ovviamente essendo schiena contro schiena in un spazio minimale, era inevitabile. All'uscita della curva le nostre tavole si sono toccate e io sono caduto.
«Nel frattempo Xavier Delerue, che stava conducendo la gara, è caduto da solo e ha saltato una porta. Io mi sono rialzato, ho ripreso la gara, ho sorpassato Micael Novotny della Repubblica Ceca e sono arrivato secondo dietro all'atleta russo.
«Tutti "contenti", nessun problema, nessuna protesta, sui tabelloni compaiono i nomi di chi ha passato il turno, ovvero lui primo e io secondo.
«Poi, dopo diversi minuti, è arrivata, come una doccia gelata, la comunicazione della giuria che mi squalificava per "trattenuta evidente sul pettorale del russo", senza però che nessuno glielo abbia fatto notare o ci siano state proteste o altro, così d'ufficio. Per me FINE DEI GIOCHI!! INCREDIBILE!»

«Analizzando bene con calma le immagini a velocità normale non si vede nulla. - Prosegue Schiavon. - Se si rallenta fotogramma per fotogramma, si vede la mia mano destra addosso a lui e la sua mano sinistra sulla mia anca, probabilmente poi staccandoci, la mia mano tocca e alza il suo pettorale, ma ben lontano dal gesto di trattenerlo o spingerlo.
«Questo non è solo il mio parere, ma è condiviso dagli allenatori e soprattutto da molti riders che hanno visto e rivisto il video insieme a me.
«Di questi contatti ce ne sono a bizzeffe in ogni batteria e in ogni gara, poi arrivando io secondo e l'atleta russo primo, non c'era nessun motivo di contestazione. Inoltre non sembra che la mia azione, qualora ci fosse stata, abbia causato un suo rallentamento, o un cambio di direzione o altro, anzi lui passa e io cado. Il nostro è uno sport di contatto!»

«Ognuno ovviamente è libero di dare la propria interpretazione, forse il giudizio della giuria è stato eccessivo, ma trattandosi degli ottavi di finale ed essendo noi due arrivati primo e secondo mentre gli altri sono caduti, è davvero fuori luogo… non riesco a trovare un senso.
«So solo che per una decisione, mai presa peraltro in dieci anni di snowboardcross, mi è stata tolta la possibilità di provare a vincere una medaglia! Lavoro, sacrifici e fatiche di tanti anni sfumati così, per una decisione senza precedenti e credetemi se vi dico che brucia ed è veramente difficile da accettare.»

Quando arriverà a Trento, cercheremo di intervistarlo come si deve.

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