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Record di Andrea Daprai/ 3 – La forza di volontà e il buonsenso

«Per due volte mi sono trovato a fare i conti con l'ipotermia e all'una e mezzo di notte ho pensato seriamente che non ce l'avrei fatta»



La stanchezza lo ha segnato, ma solo dopo aver conquistato il suo record. E pur tuttavia, Andrea Daprai si concede senza risparmio a microfoni e taccuini, senza dimenticare le decine di scatti fotografici per i quali deve posare a fianco delle tantissime persone che lo hanno aspettato all'arrivo per fargli i complimenti. La soddisfazione si legge chiara nei suoi occhi, certo più della spossatezza.
«Un clima come quello che abbiamo trovato sabato mattina non ce lo aspettavamo di certo - racconta - anche perché tutta la preparazione era stata affrontata immaginando temperature diverse da quelle poi effettivamente incontrate.»

Dopo i caldi torridi, il maltempo aveva flagellato un po' tutte le Alpi. Era stata prevista neve fin dai 2000 metri, ma il problema vero è stato il freddo.
«I primi cinque giri le cose sono andate bene, perché aveva smesso di piovere e la condizione era ottima, poi ha cominciato a soffiare un vento freddo micidiale. Per due volte mi sono trovato a fare i conti con l'ipotermia e all'una e mezzo della notte ho pensato seriamente che non ce l'avrei fatta».

L'intervento del suo staff, che ha cercato di riscaldarlo al termine di ogni salita, gli ha comunque permesso di andare avanti a testa bassa.
«Poi però alle 6 del mattino ho dovuto fronteggiare una grossa crisi - continua - e gli ultimi sette giri sono stati caratterizzati dal alti e bassi, come si può notare dai tempi. A dieci passaggi dalla fine, una contrattura alla coscia sinistra mi ha costretto a zoppicare per almeno dieci minuti ad ogni ripartenza. Ho stretto i denti e alla fine ce l'ho fatta».

Si sarebbe potuto fare addirittura di più?
«Con temperature più alte un'altra risalita l'avrei compiuta senza problemi, forse anche qualcosa in più. Sono arrivato al 25° passaggio, quello del record, con mezz'ora ancora a disposizione, ma ho preferito fermarmi a festeggiare all'arrivo piuttosto che impostare un'altra risalita, che comunque non avrei potuto concludere. Sono comunque molto soddisfatto».

I ringraziamenti finali sono al solito cospicui, perché questo genere di imprese può essere compiuto solo con un grande lavoro di squadra.
«Devo abbracciare tutto il mio staff - prosegue Andrea - a cominciare da Mauro Mendini e Pierino Endrizzi, passando dal dottor Giovanni Staffilano. Poi il personale dell'Adamello Ski, guidato dal direttore Maurizio Andreotti, dal presidente Adriano Cattaneo e dal vicepresidente Lino Daldoss. Le aziende che hanno reso possibile questa impresa sono la Trentino SpA, Haglöfs, Itas, La Sportiva, Merelli, Crazyidea e Maurizio Fondriest».

C'è anche una dedica particolare?
«Sì, a Lorenzo Pecorella e Roberto Moratti, due amici scomparsi lo scorso anno, lo striscione che ho esposto dopo l'arrivo era dedicato a loro».

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