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Il 21° Trofeo Melinda si accoda al Giro d’Italia appena concluso

Vi parteciperà anche il giovane Moreno Moser, nipote del grande Francesco

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Un tempo l’avrebbero definito «la rivincita», concetto che oggi ha poco senso: sei giorni dopo l’epilogo in rosa a Milano, la 21ª edizione della classica trentina racconterà sabato, nel giorno della Festa della Repubblica, una storia totalmente diversa, e certamente nuova.
 
Solo alcuni dei protagonisti annunciati vengono dal Giro, ma il filo del discorso è lo stesso: il Giro ha certificato che il ciclismo sta cambiando faccia e facce, è una svolta importante anche se alcuni non si sono divertiti granché durante le tre settimane della corsa.
«Io invece credo sia proprio così, bisogna guardare avanti e non alle nostre spalle – raccomanda Marco Brentari, storico pilastro organizzativo del Trofeo Melinda. - Per farlo, bisogna amare davvero questo sport, e credere con forza nei suoi giovani campioni.»
 
Di sicuro, anche Brentari avrebbe voluto qualche nome altisonante in più al via della sua corsa, sabato 2 giugno, lungo i 198,5km che vanno da Malè e Fondo, tragitto notoriamente pieno di sussulti e povero di pianura.
Ma poi alla fine scopre che non è fondamentale: seppure Michele Scarponi o Damiano Cunego dovessero decidere all’ultimo minuto di essere della partita, il Trofeo Melinda resta comunque il giorno della svolta.
Sarà la legge del contrappasso, ma dopo aver assistito dieci mesi fa alla vittoria di un discusso quarantenne – Davide Rebellin – in Val di Sole e Val di Non c’è una gran voglia di aria nuova.
Non è un mistero che dietro tutto questo ci sia anche un fattore campanilistico.
 
Il giovane Moreno Moser, nobile talento non solo per casata, arriva di slancio da un periodo di preparazione in quota sul Passo San Pellegrino dopo un avvio di stagione che con i successi di Laigueglia e Francoforte ha fatto intuire novità importanti in vista.
Francesco Moser, lo zio nobile ma non tenero, sembra avere un presentimento quando dice.
«Non mancherò, sabato al Melinda».
Mentre Diego Moser, padre-tifoso e uomo pragmatico, si informa.
«Ci sarà Betancur? Quello è l’uomo da battere».
 
Ci sarà eccome, Carlos Alberto Betancur (nella foto), l’insidia colombiana. Uno che l’anno scorso ha vinto il Giro dell’Emilia, quest’anno ha fatto scintille al Giro del Trentino (2° a Sant’Orsola, 2° sul Pordoi, 4° nella generale), poi a Dunkerque (secondo in una tappa, quarto nella generale), infine sbloccandosi nell’ultima tappa del Giro del Belgio domenica, proprio mentre si correva l’atto conclusivo del Giro d’Italia a Milano.
Il bello è che Betancur compirà 23 anni a ottobre. Moreno Moser addirittura 22 a dicembre.
 
Questa, a prescindere dal fatto che il Giro d’Italia sia piaciuto o no, è la prova provata che si è voltato pagina.
Il primo capitolo è ambientato in Trentino, Trofeo Melinda: il nuovo che avanza forse è già qui.

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