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Tutto pronto in Val di Fiemme per il Tour de Ski

La finalissima del Tour de Ski animerà la Val di Fiemme da venerdì 3 a domenica 5 gennaio

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Giandomenico Salvadori - Foto Elvis.
 
Un meritato giorno di riposo per i fondisti di Coppa del Mondo, prima della finalissima del Tour de Ski che da domani a domenica 5 gennaio vivacizzerà la Val di Fiemme.
La località trentina domani celebrerà la 100ª tappa di sempre del Tour con la mass start di 10 e 15 km, quindi sabato ci sarà la nuova gara sprint e domenica la Final Climb nell’inedita versione mass start, senza dimenticare il decennale della «Rampa con i Campioni» (iscrizioni a 25 euro entro la giornata di domani).
Pierre Mignerey è il FIS race director del Cross-Country, e ha raccontato le proprie impressioni sul nuovo format dei tre giorni in Val di Fiemme.
«Sarà interessante, dalla sprint in fase così avanzata del Tour alla nuova mass start della Final Climb del Cermis, una nuova sfida dove mostreremo chi sarà il vincitore del giorno, ma sugli schermi in tempo reale si conoscerà il leader e quindi il vincitore del Tour de Ski. Credo sarà un valore aggiunto.»
 
La Val di Fiemme è l’unica località ad aver ospitato tutte le edizioni del Tour de Ski, e non è più soltanto «una tappa».
«La Final Climb del Cermis è ormai parte del brand del circuito.
«Ovviamente è dovuto anche al fatto che quella della Val di Fiemme è da sempre un’organizzazione solida, tanto nel Tour quanto nelle Coppe del Mondo di Salto Speciale e Combinata Nordica.
«È un posto sicuro in termini di qualità dell’organizzazione, il team è accogliente e tutti sono sempre contenti di andare in Val di Fiemme», prosegue Mignerey.
E la tappa di domani sarà celebrativa, essendo la numero 100 di sempre.
«Da subito eravamo convinti che una gara a tappe potesse essere interessante, qualcosa di mai visto, perciò non ci sorprende il successo che ha avuto.»
 
Il Tour de Ski è un ottimo laboratorio per testare nuovi format ma… «dovrebbe restare fedele all’essenza dello sci di fondo: l’idea originale era quella di radunare tutti i migliori atleti, quelli forti in tutti i format di gara esistenti.
«Gli atleti scandinavi, ad esempio, sono molto conservatori, e storcono il naso quando notano che il programma del Tour de Ski è troppo diverso da quello cui sono abituati. Dunque: sì all’innovazione, ma restiamo in contatto con l’essenza della disciplina.»
Il problema dei ritiri non sembra impensierire più di tanto Mignerey.
«Tra una tappa e l’altra ci sono molti ritiri, probabilmente dovuti al ritmo serrato; quest’anno il Tour de Ski è leggermente diverso, abbiamo tentato di tenere gli sprinter per più tempo inserendo una sprint nell’ultima tappa, il fatto è che molti quando si rendono conto di non avere più molte possibilità nella classifica overall si ritirano.
«Il problema non appartiene solo al Tour de Ski, bisogna lavorare con i team e con gli sponsor per affrontarlo, in tutto l’universo dello sci di fondo.»
 
Il fulcro delle sfide fiemmesi sarà come sempre il Centro del Fondo di Lago di Tesero, scenario «mondiale» e nel 2026 anche olimpico.
Ma perché la pista della Val di Fiemme è considerata una delle più difficili del Tour de Ski e del calendario di Coppa del Mondo? Ce lo racconta il direttore di gara Enzo Macor.
«Viene considerata complessa perché strutturata in maniera tale che abbia delle salite difficili al limite della pendenza a spina di pesce (si parla di un 20% di pendenza circa), ma anche delle discese in cui devi continuamente lavorare, sono tendenzialmente tutte o con delle curve in mezzo o con delle curve abbastanza lunghe da non permettere di riposare.»
Quindi un atleta non allenta mai la tensione nervosa?
«Solo in alcune frazioni, specialmente all’interno dello Stadio, l’unica zona che ti permette di usare la scivolata spinta per qualche tratto, il resto è tutto classico e discesa.»
 
Asperità talmente complesse da avere un nome, riferendosi a proprietari dei fondi, a delle zone morfologiche del terreno o ad ex campioni.
«Come la salita della Valena – prosegue Macor – che prima dei Mondiali 2013 era una piccola vallettina che saliva ai prati superiori, e da lì il nome è rimasto, le altre come la Zorzi portano i nomi dei proprietari, mentre l’unica che ha un certo tipo di storia è la Brink, che ricorda quando nel 2003 Jörgen Brink ebbe una crisi incredibile su quella salita, che poi ne prese il nome anche per ricordare quel particolare accadimento.»
Tutte le sfide fiemmesi verranno trasmesse da Eurosport e Rai Sport, oltreché dalle principali emittenti televisive internazionali di tutto il mondo. Lo scorso anno (e le stagioni precedenti) la Final Climb della Val di Fiemme raggiunse l’apice degli ascolti di Coppa del Mondo, e quest’anno potrebbe segnare l’ennesimo record.
 
La prossima settimana toccherà invece a Salto Speciale e Combinata Nordica.
Ieri la neve del trampolino HS 135 è scivolata a valle sul sottofondo ghiacciato.
Così le gare, con autorizzazione ovviamente della FIS e nello specifico di Walter Hofer (salto) e Lasse Ottesen (combinata), si svolgeranno sul trampolino HS 106 che era stato completato da tempo.

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