Transdolomites: «Sì alle olimpiadi 2026, ma in treno»
La viabilità sostenibile sarà una battaglia che metterà in chiaro la volontà politica del fare: questa è un'occasione da non perdere
A seguito della proposta avanzata da parte dell’Assessore Mauro Gilmozzi, che ha inteso sposare la proposta Olimpiadi 2026 avanzata del Governatore Luca Zaia della Regione Veneto, con la necessità di completare l’anello ferroviario delle Dolomiti, la Transdolomites interviene spezzando una lancia a favore del progetto. Di seguito la nota inviata alla stampa. |
Per il Trentino e le Dolomiti si è aperta una finestra sulla storia che darà difficile possa riproporsi nel breve periodo.
Due sono gli appuntamenti sui quali dobbiamo avere il coraggio e la prontezza di riflettere ed intervenire.
Il primo riguarda l’avanzare della realizzazione del traforo ferroviario di base del Brennero e l’opportunità e necessità di associarvi la progettazione e realizzazione delle ferrovie di vallata come la Bolzano-Cortina via Val Gardena e Badia, la Trento-Penia, la Trento-Mezzana-Tirano, la ferrovia per il Lago di Garda.
Il secondo appuntamento riguarda la proposta di candidare le Dolomiti ad ospitare le Olimpiadi invernali per il 2026.
Attorno ad una serie di obiettivi ferroviari che riteniamo necessari ed allo stesso tempo impegnativi, serve un ragionamento machiavellico: il fine giustifica il mezzo purché l’obiettivo finale sia quella di lasciare in eredità ai territori un strumento di lavoro che generi pari opportunità tra le valli e le città, sia occasione di far crescere l’economia turistica il più compatibile possibile con il territorio dolomitico, e infine si dia una risposta urgente alle problematiche legate all’inquinamento da traffico che rappresenta una delle maggiori minacce alla salute della civiltà motorizzata.
Siamo concordi con l’obiettivo di investire nella realizzazione del ring delle Dolomiti in vista delle eventuali Olimpiadi 2026. Ma questo percorso non può essere fine a sé stesso.
La storia ferroviaria dolomitica sino agli anni ’60 del secolo sorso ha dimostrato che a fianco dell’anello delle Dolomiti erano in esercizio le ferrovie che raggiungevano in parte l’interno dei territori montuosi ed è stato grazie alla loro operatività che è iniziata l’avventura del turismo per le Valli Gardena, Fiemme e Fassa. Il loro limite fu evidente non solo a causa dell’avvento della vettura privata ma per il fatto che tali ferrovie erano dei vicoli ciechi, con comunicavano tra di loro.
Una visione di rete di ferrovie dolomitiche che era ben impressa nelle progettazioni ferroviarie ai tempi dell’Impero Austro Ungarico (vedi la cartina ferroviaria del 1910a pié di pagina).
Ora l’opportunità di pensare ad una concreta rete di ferrovie dolomitiche è irrinunciabile.
Fermarsi alla pura realizzazione dell’Anello delle Dolomiti senza andare oltre significherebbe fare semplicemente il periplo esterno alle Dolomiti, senza seppure toccare le vallate che ne costituiscono invece la struttura geografica, insediativa delle loro popolazioni, turistica, economica ed infine anche identitaria.
Guardando alla parte trentina la proposta di un collegamento ferroviario tra Trento e Penia dimostra di essere il progetto più verosimile e giustificato per raggiungere il cuore delle Dolomiti con l’auspicio di potersi collegare con la tratta in progettazione: la Bolzano-Cortina via Val Gardena e Badia.
Se realizzato si tratterebbe di un perfetto sistema di interconnessioni territoriali che a loro volta andrebbero ad interagire con la rete ferroviaria nazionale ed europea.
Una Olimpiade invernale nel 2026 con eventi diffusi su tutto il territorio dolomitico, rappresenterebbe una l’occasione per dare alle Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, la possibilità di organizzare in modo sostenibile un evento sportivo di visibilità mondiale, dare certezza alla realizzazione della rete ferrovia dolomitica e un più facile accesso ai finanziamenti nazionali ed europei e investitori privati.
Ciò che siamo a ricordare a coloro che amministrano nelle Istituzioni pubbliche è che il compito principale di chi ci amministra, è delineare al meglio l'avvenire della società che politicamente essi rappresentano e lavorarvi in sintonia con essa, e non in contrasto, per quanto possibile.
Concludiamo a tal proposito con una frase di Antoine De Saint Exupèry «Il futuro non dovrebbe essere previsto ma reso possibile»
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