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Prudenza in montagna: consigli e attività per l’inverno

L’Apt Val di Fassa ha avviato diverse iniziative, in collaborazione con il Soccorso Alpino Nazionale, le stazioni locali, le guide alpine e alcuni rifugi del territorio

Distese candide da risalire o da scendere con sci, ciaspole, ramponi o scarponcini. L’inverno è una stagione meravigliosa da vivere tra le cime.
Con l’attrezzatura adatta e i consigli giusti, le esperienze in montagna diventano indimenticabili. Lo sanno bene gli appassionati delle Dolomiti d’inverno.
Accanto a loro, in questi ultimi anni, sta crescendo il numero di neofiti che si avvicinano a semplici attività outdoor, come le passeggiate sulla neve. Ecco che, nel caso di chi non conosce la montagna, diventa fondamentale una informazione corretta su come affrontare le cime nel corso della stagione della neve, del ghiaccio e delle basse temperature.
Sul fronte della «prudenza in montagna», nei giorni scorsi, l’Azienda per il Turismo della Val di Fassa ha avviato alcune iniziative, in collaborazione con il Soccorso Alpino Nazionale, tutte le stazioni del Soccorso della valle, le guide alpine del territorio e il Rifugio Vallaccia.
 
Sono stati, infatti, installati dieci checkpoint Artva di Girsberger in località ad alta frequentazione come Contrin, Passo Pordoi, Passo Fedaia, Val Duron, Soal, Vidor, Passo Carezza, Fuciade, Piciocaa e Malga Negritella.
I checkpoint permettono a sci alpinisti o ciaspolatori dotati di attrezzatura di autosoccorso di fare un controllo dello stato del loro Artva (apparecchio di ricerca di travolti da valanga che al checkpoint si verifica se funziona o meno, se si è dimenticato, etc.).
Questi checkpoint, tra l’altro, segnano i passaggi, in modo da sapere, minuto per minuto, quante persone transitano attraverso una “porta di ingresso” e quante di loro sono in possesso dell’Artva.
Dopodiché è stata implementata la segnaletica sulla “prudenza in montagna”, grazie a un decalogo di immediata lettura, realizzato in collaborazione con il Soccorso Alpino Nazionale, dedicato a escursionisti e sci alpinisti, che si trova in prossimità dei checkpoint.
 
Non da ultimo, l’Apt ha fornito alla stazione del Soccorso Alta Fassa un sistema di allenamento in valanga che permette a soccorritori, guide alpine e chiunque sia interessato di fare pratica nella ricerca in valanga da una fino a quattro persone.
Questa «Mountain Rescue Tecnology» (tecnologia di soccorso) mobile richiede, però, competenza.
«Si tratta di un sistema – sottolinea Stefano Cotter, capostazione del Soccorso dell’Alta Fassa – che va gestito da chi ha esperienza come un soccorritore o una guida alpina.
«Il sistema si compone di piastre portatili, leggere e di dimensioni contenute, che si posizionano sotto la neve per essere poi attivate, anche con diversi livelli di difficoltà, con un telecomando.
«A quel punto si avvia la ricerca con le sonde. Una guida alpina, per esempio, può far allenare uno o più clienti: quando la sonda raggiunge una piastra viene emesso un suono, come se si fosse trovata una persona sotto il manto nevoso.»
Un altro sistema di allenamento, messo a disposizione dell’Apt di Fassa, si trova al Rifugio Vallaccia che ha predisposto nelle sue vicinanze un campo Artva e ha anche realizzato un video, pubblicato su Instagram, per comunicare la possibilità di effettuare l’attività.

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