La VolatA è pronta al debutto in Coppa del Mondo
La pista promossa dalle azzurre per la tappa in programma dal 26 al 28 febbraio
Foto Mattia Rizzi - Laura Pirovano.
Dopo aver ospitato gare di Coppa Europa (nel 2018 e nel 2019) e le prove veloci dei Mondiali Junior del 2019, la pista La VolatA è pronta a fare il proprio debutto in Coppa del Mondo, teatro di gara della tre giorni del massimo circuito internazionale in programma in Val di Fassa dal 26 al 28 febbraio.
Le due discese libere e il superG in calendario sulle nevi della Skiarea Passo San Pellegrino rappresenteranno il primo appuntamento dopo i Mondiali di Cortina, ovvero la prima apparizione ufficiale per le neo campionesse del mondo delle due specialità, Corinne Suter e Lara Gut.
Francesca Marsaglia.
Le atlete che hanno avuto modo di testare La VolatA prima della rassegna iridata, le azzurre e la svizzera Michelle Gisin su tutte, hanno apprezzato le caratteristiche tecniche del tracciato, garanzia di spettacolarità.
Michelle Gisin è una delle atlete più attese in Val di Fassa, in corsa per la conquista della Coppa del Mondo e protagonista ai Mondiali di Cortina, dove ha conquistato la medaglia di bronzo in combinata, un quarto posto in superG e un quinto in discesa.
«È stato importante per me fare due giorni d’allenamento su La VolatA, – ha commentato la Gisin. – A prima vista non è semplice da interpretare, ma già al secondo passaggio mi sono sentita più a mio agio.
«La parte alta è più pianeggiante, poi ci sono cambi di pendenza, dossi. Ne usciranno delle gare molto interessanti.»
Laura Pirovano.
«La VolatA è una bella pista, – ha detto Marta Bassino, fresca di conquista del titolo iridato nel parallelo. – Ho già avuto modo di provarla più volte in allenamento e proprio su questo tracciato abbiamo disputato anche un’edizione dei campionati italiani assoluti.
«Sono contenta che ci siano delle nuove gare in Italia e che si possa gareggiare qui.»
Federica Brignone ha avuto parole d’apprezzamento anche per la location. «Ho provato La VolatA per la prima volta lo scorso anno e l’ho subito trovata molto bella, – ha raccontato la vincitrice della Coppa del Mondo 2019/2020. – Non solo per l’aspetto tecnico, ma anche per lo scenario, con un panorama stupendo.»
Elerna Curtoni.
«La VolatA abbina parti tecniche a parti di scorrevolezza – ha aggiunto la valtellinese Elena Curtoni – Molto dipenderà dalla neve che troveremo.
«Più dura sarà e più tecnico diventerà il tracciato, ovvero più adatto alle mie caratteristiche. Qui mi sono allenata più volte e mi sento di dire che il pendio di gara è davvero bello.»
Per il Comitato Organizzatore presieduto da Andrea Weiss e coordinato operativamente dal segretario generale Cristoforo Debetol sono giornate di lavoro intenso per essere pronti per questo grande evento.
Proprio nella giornata di sabato è poi stato ultimato il salto sulla parte finale del tracciato che rappresenta un valore aggiunto a questo tracciato di gara, preparato accuratamente dallo staff di volontari coadiuvati da personale della Scuola Alpina delle Guardia di Finanza di Predazzo e della Scuola Alpina della Polizia di Stato di Moena, sotto le direttive dei due direttori di gara Rainer Senoner e Cesare Pastore.
Nadia Delago.
La denominazione scelta per il tracciato riprende in apertura e in chiusura le iniziali di Alberto Vendruscolo, vero e proprio pioniere dello sci in questa zona del Trentino.
Il pendio di gara ha uno sviluppo di 2.300 metri, un dislivello di 630 metri, una pendenza media del 28,4% e massima del 57%.
Si parte dai 2.510 metri d’altitudine di Col Margherita e si arriva ai 1880 della «finish line».
La pista è caratterizzata da cinque settori principali: il primo tratto, che ha uno sviluppo di 190 metri, è denominato Muro Alberto, seguito da un altro cambio di pendenza lungo 280 metri (Muro Manfroi) e poi da una sezione con dislivello inferiore, non a caso denominata La Piana (410 metri).
Il tratto più impegnativo arriva nella seconda parte del percorso, con i 1.000 metri di sviluppo dei Muri del Poeta, dove saranno posti tre intermedi, a precedere il tratto finale di 880 metri del Dosso del Camoscio, caratterizzato da una serie di avvallamenti che portano allo Schuss finale.
Roberta Melesi.
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