Intervista al campione che ha inventato il passo «spinta»
La leggenda dello sci Gustav Thöni compie 70 anni e ricorda gli esordi a Cortina
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In occasione dei suoi 70 anni, che compie il 28 febbraio di quest’anno, il campione Gustav Thöni ricorda il suo sedicesimo compleanno nel 1967, quando ha vinto due ori ai Campionati Studenteschi di Cortina, proprio sulle piste coinvolte nei Campionati del Mondo di Sci Alpino 2021.
L’attualità si intreccia ai suoi ricordi in questa intervista: 10 domande alla leggenda dello sci che da un paesino in Alto Adige si fa conoscere in tutto il mondo, aggiudicandosi quattro volte la Coppa del Mondo, varie vittorie olimpiche e più volte il titolo di Campione del Mondo.
Quella volta a Cortina sei arrivato studente per diventare campione...
Arrivare a Cortina per i Campionati Studenteschi 1967 non è stato coì semplice… In quel periodo ero in collegio a Merano e ricordo di essermi alzato alle 5 per raggiungere a piedi la stazione, con due borsoni pieni di attrezzatura, scarponi compresi, e due paia di sci sulle spalle. Da qui in corriera a Bolzano, dove c’era il cambio per Cortina d’Ampezzo. Sino a quando gareggiavo senza far parte di una rappresentativa, da quella giovanile alla Nazionale vera e propria, i trasferimenti per andare a sciare erano così. Ma, nonostante la fatica, l'esperienza di Cortina ai Campionati Studenteschi nel 1967 è stato un bellissimo regalo per il mio sedicesimo compleanno, perché ho vinto entrambe le gare: lo slalom speciale proprio il giorno del mio compleanno e lo slalom gigante l’indomani. È stata anche l’occasione per me di mettermi sulle tracce del mio eroe d’infanzia Toni Sailer, provando le piste che nel 1956 lo avevano reso leggenda, come l’Olympia delle Tofane e quella che oggi è la Drusciè A di Tofana – Freccia nel Cielo; alcune fra le piste che ritengo più belle al mondo.
Quest’anno festeggerai un traguardo importante, congratulazioni per il tuo settantesimo compleanno!
Grazie... come vola il tempo. 70 anni sembrano tanti, ma in realtà mi sento ancora giovane! (sorride)
Come stai oggi e com’è la situazione dal tuo punto di vista come albergatore?
A livello di salute sto molto bene, mi sento in forma, anche se ogni tanto ho dolore al ginocchio. Come albergatore, la situazione attuale è drammatica. Mia figlia maggiore Petra gestisce il nostro Hotel Bella Vista a Trafoi. L'hotel è chiuso da mesi e tutto è fermo. Economicamente parlando, è un disastro! Ma il Bella Vista è sopravvissuto sia alla Prima che alla Seconda Guerra Mondiale, sopravviveremo anche al covid. La gente sente il bisogno di viaggiare e tornerà in montagna. Abbiamo una natura stupenda ed un sacco di spazio aperto qui, cose che oggi sono fondamentali. Molti ospiti abituali hanno rimandato le loro vacanze al prossimo inverno o all'estate. Nell'estate del 2020 abbiamo già dimostrato che la gestione di un hotel col rispetto delle regole funziona benissimo anche in tempi di covid. Dobbiamo tutti quanti imparare a conviverci!
Sei già stato vaccinato?
No... ma adesso con i mei 70 anni anch'io faccio parte del gruppo a rischio. Penso che sia molto importante che a breve termine un vasto numero di persone si faccia vaccinare. Quando mi daranno la data, mi farò vaccinare immediatamente. La vaccinazione è un dovere civico, è l'unico modo per uscire da questa crisi.
Hai già sciato quest'inverno?
Quest'anno è stata la prima volta nella mia vita che non ho sciato a Natale. Abbiamo una neve da sogno, ma gli impianti di risalita sono chiusi, è molto triste. Di solito vado regolarmente a sciare con i nostri ospiti, quest'anno mi sono preso un paio di sci da alpinismo, salgo con le pelli e poi scendo con gioia. Mi ricorda la mia infanzia, anche allora andavamo a sciare senza skilift.
Hai avuto degli eroi da bambino?
Mio padre Georg è stato il mio primo maestro, era uno sciatore stilisticamente perfetto, ha anche vinto più volte nei campionati Balilla. Successivamente il mio eroe sugli sci era Toni Sailer, aveva vinto 3 medaglie d'oro a Cortina nel 1956, tenevo il suo libro sotto il cuscino e studiavo attentamente tutte le foto. Non avrei mai pensato che da ragazzo avrei seguito le sue orme sulla pista Tofana a Cortina...
E rivali?
Più che rivali erano concorrenti. Solo per citarne qualcuno potrei dire Ingemar Stenmark, Franz Klammer, Bernhard Russi, ma soprattutto nella Squadra Nazionale: Piero Gros, Tino Pietrogiovanna, Helmut Schmalzl, Erwin Stricker, Paolo De Chiesa... Questa competizione interna era però alla base del successo per la mitica «Valanga Azzurra». Oggi siamo tutti amici e siamo felici quando ci incontriamo.
Se guardi indietro: quali sono stati i tuoi migliori successi e le più forti emozioni?
Tra i successi più belli ci sono certamente le 4 Coppe del Mondo complessive. Ma anche l'oro olimpico a Sapporo nel 1972 è qualcosa di molto speciale... naturalmente anche i Campionati del Mondo a St. Moritz nel 1974, dove ho vinto l'oro due volte: nello slalom dopo la prima manche ero solo ottavo, poi ho fatto una gara da sogno. Poi l’indimenticabile «Slalom parallelo» in Val Gardena nel 1975. Ma ho anche bellissimi ricordi e soddisfazioni da allenatore di Alberto Tomba, è stato un periodo molto emozionante.
Cosa significa per te lo sci?
Lo sci è la mia vita. Grazie a questo sport ho potuto condurre una vita straordinaria. Lo sci è stata la mia chiave, che mi ha aperto - da timido ragazzino di Trafoi - l’intero mondo.
Farai una grande festa? Cosa ti rende felice oggi?
Le grandi celebrazioni non hanno mai fatto per me, da questo punto di vista il periodo attuale mi si addice (sorride). Festeggeremo in famiglia, che non è più così piccola. Mia moglie Ingrid ed io eravamo figli unici, abbiamo 3 figlie ed una «valanga di 11 nipoti» tra i 18 e i 3 anni. 9 di loro stanno già sciando, nel nostro Bella Vista c'è tanta vita e movimento. Questi bellissimi momenti in famiglia mi rendono veramente felice.
Isabella Feltrin
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