Presentato il Mister del Trento Calcio Carmine Parlato
Una dichiarazione chiara e netta: «Il Trento ha voluto me e io ho voluto il Trento»
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Poche parole e assai misurate, una gran voglia di cominciare e le idee chiarissime.
Non potrebbe essere altrimenti per chi, in quindici d’anni di carriera da allenatore, ha vinto quattro volte il proprio girone e conquistato uno Scudetto di categoria, segnatamente nella stagione 2013 - 2014.
Carmine Parlato ha vissuto il suo primo giorno da allenatore del Trento, dove è giunto come prima e unica scelta di società e direzione sportiva.
Nella meravigliosa cornice della nuovissima sala stampa dello stadio «Briamasco», allestita a tempo di record grazie all’intervento in prima persona del Presidente Mauro Giacca, del Consigliere d’Amministrazione Mattia Valler e del dirigente Mirko Pontalti, l’ex allenatore di Rovigo, Valenzana, Sacilese, Padova, Pordenone, Rieti, Latina e Savoia ha spiegato perché ha scelto Trento anziché la serie C, categoria dalla quale sono arrivate diverse offerte.
E il suo discorso ha ricordato molto quello che fece, poco più di un anno fa, Maurizio Sarri al momento d’insediarsi sulla panchina della Juventus.
«Sia da giocatore che da allenatore – queste le parole del neomister gialloblù – mi sono sempre detto che bisogna legarsi a chi ti vuole, ti apprezza e ti permette di mettere in pratica le tue idee.
«Ecco, a Trento ho trovato tutto questo, ovvero una società e un direttore sportivo con incredibile passione e ambizione, che hanno dimostrato sin da subito la volontà di avermi con loro.
«Nel Presidente ho riscontrato un incredibile trasporto verso questi colori e il mio obiettivo sarà quello di ripagare la fiducia che mi è stata accordata.
«E, non meno importante, voglio contribuire a riportare tante persone allo stadio Briamasco perché, per il raggiungimento di un obiettivo, l’apporto dei tifosi è fondamentale.»
Il Trento si sente in serie D e, in attesa dell’ufficialità, che dovrebbe arrivare lunedì al termine del Consiglio Federale, ha deciso di affidarsi ad uno tecnico dei tecnici più vincenti di tutti i tempi della categoria.
«Stare… lassù è bellissimo – ha proseguito Parlato – ma è estremamente difficile e, soprattutto, per farlo è necessaria una mentalità diversa.
«Io ho voglia di stare… lassù e, come me, anche la società ma tra il dire e il fare c’è di mezzo tantissimo lavoro. Per vincere bisogna acquisire quella serenità che ti permette di trasformare la pressione in divertimento.
«Il percorso per raggiungere tale mentalità è fatto di sudore e allenamenti e passa, ovviamente, dalla testa dei giocatori. Più i giocatori sono abituati a stare in alto e più il percorso è breve.»
Che Parlato si sia già preso il Trento e alla squadra che verrà vuol dare un’impronta ben precisa, lo si capisce subito.
«Non m’interessa tanto in quale girone saremo inseriti – ha proseguito -, ciò che conta è la costruzione della mia squadra. Il calcio è uguale in tutta Italia, in tutto il mondo e noi dovremo essere bravi a costruire una squadra in grado di adattarsi a qualsiasi situazione. Io la chiamo una squadra quattro stagioni che possa regalare soddisfazioni alla mia società, alla mia città e ai miei tifosi.»
La scheda del Mister
È nato a Napoli il 7 giugno 1970, ma da molti anni risiede in Veneto.
Dopo una lunga carriera da giocatore, che lo porta a calcare i campi di serie B (Padova), serie C1 (Campobasso, Baracca Lugo, Avellino, Nocerina, Viterbese), serie C2 (Latina, Nocerina, Catanzaro, Viterbese, Mantova) e serie D (Mantova, Grosseto, Rovigo e Val di Sangro), nel 2005 intraprende la carriera d’allenatore.
Alla sua prima esperienza in panchina guida il Rovigo alla vittoria del girone C di serie D e, nella successiva stagione, allena i veneti in C2.
Poi si trasferisce alla Valenzana, con cui conquista un’incredibile salvezza in C2, prima di far ritorno al Rovigo con cui, nel successivo triennio, affronta prima il torneo di C2 e poi, per due stagioni, quello di serie D.
Parlato sviluppa poi un biennio alla Sacilese, conquistando ottimi piazzamenti (nella prima stagione raggiunge i playoff dopo essere subentrato in corsa a Bortoletto) e nel 2013 passa al Pordenone con cui compie una straordinaria doppietta, vincendo il girone C di serie D e conquistando lo Scudetto di categoria dopo un esaltante percorso nei playoff e il successo nella finalissima contro la Lupa Roma.
Poche settimane più tardi viene chiamato dal Padova, reduce dal fallimento e dalla retrocessione in Quarta Serie. Con i Biancoscudati domina il girone C, vincendo il campionato con 15 punti di vantaggio sull’Alto Vicentina e 23 sulla Sacilese, con un’impressionante differenza reti finale (+47).
Resta sulla panchina biancorossa anche nella prima parte della successiva annata, prima di essere sollevato dall’incarico alla 13esima giornata, nonostante la tranquilla posizione di metà classifica occupata dalla squadra.
Nella stagione 2016 - 2017 subentra a campionato iniziato a Francesco Passiatore sulla panchina del Delta Rovigo e, nonostante una splendida rimonta, non riesce a centrare la quarta promozione, chiudendo in terza piazza a quattro punti dal Ravenna e a due dall’Imolese.
Nel 2018 arriva però il suo quarto sigillo personale: dopo la terza esperienza da tecnico al Rovigo, si trasferisce al Rieti, con cui domina il raggruppamento G, chiudendo a quota 75 punti, cinque in più dell’Albalonga.
L’esperienza al Latina (2018 - 2019) si chiude dopo appena 11 gare, quando Parlato decide di rassegnare le proprie dimissioni vista la difficile situazione societaria, mentre nell’annata appena conclusa - anzitempo per l’emergenza legata al Covid-19) - ha guidato il Savoia ad un’incredibile cavalcata nel raggruppamento I.
La squadra campana, al momento della sospensione, era seconda in classifica a meno sette dalla capolista Palermo (con lo scontro diretto ancora da disputare) ed è stata la prima formazione capace di espugnare lo stadio «Renzo Barbera».
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