Il J’accuse! di Benedetti: «Il Beppe Viola chiede più rispetto»
Il Presidente: «Bellissimo torneo, ma se la Federazione non ci aiuta è tutto inutile. Il Trentino può essere in prima linea anche nel calcio, basta lavorare assieme»
Foto di Piermarco Tacca.
Un’altra vittoria di un grande club nell’albo d’oro. Un’esposizione mediatica sempre migliore, quest’anno arricchita dal ritorno della finale in diretta su Raisport.
Un livello tecnico interessante e giocatori di sicuro talento sui quattro campi del Garda Trentino.
La collaborazione instaurata con l’Associazione Italiana Calciatori, che ha portato dentro l’evento una capacità di analisi che può far solo bene al calcio giovanile.
Ci si poteva aspettare di meglio dal 48° Trofeo Beppe Viola conclusosi ieri sera ad Arco con l’Atalanta che torna sul trono dopo la vittoria nella finale con il Milan?
«Sportivamente un risultato egregio. Complimenti all’Atalanta, al Milan ed a tutte le società che ci hanno onorato della loro partecipazione. Ma noi come organizzatori siamo soddisfatti a metà, – è il verdetto spiazzante di Marco Benedetti, Presidente del Comitato Organizzatore. – Questa manifestazione ha quasi cinquant’anni di storia, è seguita dagli appassionati, è amata dai club e dai giocatori. Ma certamente merita più rispetto.»
Quelle di Benedetti non sono parole a caldo, è la riflessione del giorno dopo. «Problemi non sono mancati, in ultimo il forfait del Ghana che ci ha fatto ritrovare con una squadra in meno e senza un contenuto tecnico di sicuro interesse.
«Dopo averci lavorato per settimane, la brutta sorpresa non è stata piacevole. D’altro canto, il torneo ha bisogno di una spinta per renderlo più internazionale, e chi non si rende conto di questo dimostra di non volere abbastanza bene al Trofeo Beppe Viola.»
La ricerca di squadre estere di grande nome è stata una rincorsa faticosa e vana, «perché la data non va bene – continua Benedetti – coincide con la pausa del campionato ma alla fine più che un vantaggio diventa un danno: tra altri tornei all’estero e impegni della nazionale, noi veniamo chiaramente penalizzati.
«Avevamo chiesto alla FIGC di farci anticipare di una settimana perché il periodo del Carnevale sarebbe stato molto più funzionale ai club esteri per via della pausa scolastica, ci hanno risposto con un no secco.
«Nel frattempo, i club italiani più importanti chiedono di affrontare grandi società europee, e il cerchio non si chiude mai.»
Benedetti va dritto al cuore del discorso.
«Io credo che per il calcio italiano questo torneo sia una ricchezza, ma non ci fanno sentire come tale.
«Ci hanno tolto dalla finale Capone del Milan, il capocannoniere della torneo e due giocatori dell’Atalanta per un raduno azzurro al quale avrebbero potuto comodamente arrivare un giorno dopo, visto peraltro che si conclude con un’amichevole di poco conto.
«Abbiamo chiesto una deroga alla Federazione, hanno risposto picche.
«Ci siamo rimasti male tutti: i club interessati, i ragazzi, e noi come organizzatori. Ha senso?»
C’è anche un regolamento da rivedere.
«Se i diffidati vengono ammoniti qui al torneo, poi non giocano in campionato.
«E così finisce che gli allenatori, se possono, non fanno giocare i diffidati. «Così togliamo alle squadre la gioia di affrontare un torneo, pur importante e prestigioso, con la voglia di giocarlo al meglio e di confrontarsi apertamente.
«Tutti parlano di calcio senza stress per i ragazzi, poi si marcia in direzione contraria.»
Il messaggio è chiaro, qualcosa deve cambiare da subito.
«Le tante energie e il tanto tempo che dedichiamo a questo evento lo richiedono, altrimenti perdiamo stimoli, e non sarebbe normale, così vicini all’anniversario dei 50 anni.
«Noi come organizzazione dobbiamo sicuramente migliorare ancora, anche se è enorme la mia gratitudine per quello che tutto lo staff ed i volontari hanno saputo fare.
«Tuttavia è arrivato il tempo di chiarirci e di provare a spiccare il volo: il calcio ha ancora tanti valori positivi da esprimere, come quelli che l’Associazione Calciatori e il suo Presidente Tommasi hanno portato in queste giornate del torneo ad Arco.»
«Bisogna farci valere di più e lavorare sempre più coesi, insieme alle società del territorio, per crescere tutti insieme.
«Il Trentino è piccolo, eppure in molti sport riesce a fare cose strepitose, – conclude Benedetti. – Ecco, io credo sia possibile anche con un pallone tra i piedi.»
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