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«Mi piacerebbe salutare Pirlo al Maracanà con la Coppa in mano»

Lo ha detto Daniele De Rossi in una simpatica intervista – Barzagli assente all'allenamento alla vigilia della partenza per Recife

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Cesare Prandelli ha fatto lavorare la squadra allo stesso orario della partita in programma venerdì contro la Costa Rica. Un orario che preoccupa per le condizioni climatiche che rischiano di essere più disagevoli di quelle trovate a Manaus.
Unico assente Andrea Barzagli, che prosegue le terapie conservative. Abili e arruolati invece Buffon e De Sciglio, i cui infortuni sono ormai in archivio.
Domani mattina la squadra volerà a Recife dove atterrerà intorno alle 11 ora locale. Poi trasferimento allo stadio Pernambuco Arena dove si svolgerà la rifinitura, a seguire conferenza stampa di Cesare Prandelli e un giocatore.
 
Daniele De Rossi ha smaltito in 24 ore la cervicalgia che lo aveva costretto a saltare l'allenamento di ieri. Questa mattina De Rossi ha lavorato regolarmente e poi si è presentato in sala stampa a Casa Azzurri.
Il centrocampista azzurro ha affrontato le domande dei cronisti presenti partendo dalla sua collocazione in campo.
«Non credo di essere insostituibile nel ruolo davanti alla difesa che mi ha affidato il mister. Ad esempio ritengo Thiago Motta uno dei migliori al mondo come mediano. Ha magari meno esplosività del sottoscritto, ma più classe.
«Penso sia esagerato definire il nostro centrocampo come il migliore del mondo dopo una sola partita. Diciamo che da anni abbiamo un gran reparto, con giocatori che per caratteristiche si completano.
«Prandelli ha avuto l'intuizione di farci giocare in un certo modo proprio per sfruttare la tecnica che abbiamo e che permette di resistere meglio al gran caldo. Comunque preferisco che si parli di me per le vittorie della squadra.»
 
De Rossi è al terzo Mondiale, l'ultimo con il suo grande amico Andrea Pirlo.
«Manifestazioni come l' Europeo, ma soprattutto un Mondiale rimagono dentro. Ricordo con emozione anche quello negativo in Sudafrica. Con Pirlo ho condiviso tutto, a partire dalla stanza per dormire, c'è piena sintonia a livello umano.
«La gente lo ama perché oltre ad essere un campione in campo, lo è anche nei comportamenti. Spero di no, ma a quanto ho capito dopo il Brasile abbandonerà l'azzurro. Sarebbe bello salutarci al Maracanà con la Coppa in mano.
«Io mi sento bene e lo dimostrano le prestazioni sia nella Roma che in azzurro. A me la Nazionale piace da morire e finché mi sentirò così, sarò felice di farne parte.»
 
A prescindere dal risultato che otterrà, questa Nazionale sta dimostrando ancora una volta di essere un grande gruppo, dimenticando le rivalità del campionato.
«Il campionato a volte rende meno lucidi ed è comunque giusto che ci sia rivalità. Ma appena si arriva in Nazionale si dimentica tutto e quello che fino ad una settimana prima era un avversario, diventa, con la maglia azzurra addosso, il compagno da aiutare nei momenti di difficoltà.»
Ed ora sotto con la Costa Rica, finora tra le sorprese di inizio mondiale.
«Dobbiamo avere la paura giusta. Non ci sono  più squadre deboli, molti giocatori militano in Europa, sono competitivi. È meglio che abbiano vinto con l'Uruguay, altrimenti avremmo rischiato di sottovalutarli,  ora no.
«Vincere potrebbe garantirci una qualificazione virtuale. A Recife, alle 13, Il caldo ci sarà sia per noi che per loro e a tutti servirebbe ricorrere al time-out.»
 
De Rossi ed il ritiro appartato di Mangaratiba.
«Capisco che allenarsi in mezzo alla gente procuri gioia soprattutto ai bambini, ma per preparare  al meglio un Mondiale, avere meno gente intorno mi aiuta molto. Questo è il miglior ritiro che ho frequentato.
«E comunque il popolo brasiliano è splendido, può essere il Mondiale più bello e gioioso della storia e speriamo non sia macchiato da incidenti.»
Infine Daniele De Rossi, grande appassionato di basket, rende omaggio a Marco Belinelli, primo cestista italiano a vincere il campionato Nba con gli Spurs: «Ha fatto qualcosa di storico e se l'è meritato, partendo dalla gavetta».
«Sono felice per lui come lo sarei per ogni italiano capace di imporsi in qualsiasi manifestazione sportiva.»

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