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Vendemmiata la storica vite Versoaln, la più grande del mondo

Martedì 25 settembre si è svolta la tradizionale vendemmia della Versoaln presso Castel Katzenzungen a Prissiano: sono stati raccolti 410 kg d’uva

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Foto di repertorio della vendemmia della Versoaln.

Anche quest’anno si è svolta la tradizionale vendemmia dell’antica vite Versoaln presso Castel Katzenzungen, dalla quale si sono ricavati 410 kg di uva.
È stato calcolato scientificamente che l’età della vite sia di oltre 350 anni rendendola così la più antica vite d’Europa.
«Siamo molto orgogliosi della nostra vite e siamo contenti che ogni anno possiamo raccogliere l’uva per trasformarla in vino», – afferma Günther Pertoll, responsabile della Cantina Laimburg.
 
 Circa 400 bottiglie di vino Versoaln 
Dal 2006, la vite Versoaln è passata alla proprietà dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, mentre la Cantina Laimburg si prende cura della vite e produce dalle sue uve il vino bianco Versoaln.
«Il vino è fruttato con riflessi verdognoli, dalla struttura delicata e con un’accentuata acidità», – spiega Urban Piccolruaz, enologo della Cantina Laimburg, che quest’anno conta di produrne circa 400 bottiglie.
 
 La vite Versoaln 
Il «Versoaln» è un vitigno antico e autoctono dell’Alto Adige.
La vite cresce su un muro del versante settentrionale di Castel Katzenzungen a Prissiano vicino a Tesimo e si ramifica su una pergola per una superficie di ben 350 m².
L'origine del nome della vite non è del tutto chiara: il nome «Versoaln» potrebbe originare dalla parola dialettale «verdolen» (verde come il colore degli acini) o anche da una forma di allevamento: le pergole si trovano su pendii ripidi, dove la raccolta veniva fatta assicurandosi a delle corde (dalla parola tedesca Seil, che significa corda, e di conseguenza la trasposizione dialettale in versoaln).
Si pensa anche ad un’alterazione della parola «Versailles» in quanto secondo una leggenda, nel 15 ° secolo l’allora proprietario di Castel Katzenzungen, il Conte Schlandersberg, introdusse il vitigno proprio da lì.

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