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Vendemmia trentina 2009: cresce la qualità delle uve raccolte

Il bel tempo ha favorito la maturazione e quindi la qualità delle uve. L'incognita, ma anche le opportunità, della crisi


Da sinistra: Roberto Giacomoni, Erman Bona e Walter LIber.

Stamani, presso la Federazione Trentina della Cooperazione, il Consorzio Vini del Trentino, che riunisce tutti i produttori trentini, ha presentato i dati della vendemmia appena trascorsa. La qualità delle uve raccolte è eccellente.

La produzione di vino in crescita del 10%, cresce la superficie vitata, le uve più coltivate sono chardonnay e teroldego. Cala il novello.
Presentati stamani a Trento i risultati della vendemmia 2009 dal presidente del Consorzio Vini del Trentino Roberto Giacomoni.
«La qualità della produzione è il primo requisito per affrontare meglio i mercati in questo momento di crisi. - Ha esordito. - Ma dobbiamo fare squadra tra produttori per controllare l'intera filiera dalla vigna allo scaffale.»

Raramente avremo una qualità come quella di quest'anno ed è un peccato che la crisi non possa premiare i nostri viticoltori come si meriterebbero.
Comunque, dice sempre Giacomoni, i risultati della vendemmia danno migliori soddisfazioni ai produttori viticoli trentini rispetto a quelli degli altri mercati.
«L'andamento climatico delle stagioni caratterizzato da temperature molto elevate, unito alla professionalità degli ottomila agricoltori trentini - afferma il direttore del Consorzio Erman Bona - hanno consentito un forte contenimento delle malattie tradizionali della vite. Uve sane quindi, giunte a giusta maturazione, di eccellente qualità.»

«Con queste uve saranno prodotti sicuramente ottimi vini, sia bianchi che rossi,» sintetizza il presidente Roberto Giacomoni, che commenta anche le difficoltà di mercato che interessano anche i vini in questo momento afferma. - Non possiamo cedere sulla qualità, a partire dalla campagna. Poi per affrontare meglio i mercati occorre ragionare sulla condivisione delle strutture, stringere alleanze commerciali, fare squadra. Dobbiamo poter controllare l'intera filiera, dalla vigna allo scaffale del negozio. E per fare questo servono investimenti.»

Anche secondo noi non può certo essere una crisi a mettere in discussione la qualità di un prodotto vinicolo. Semmai si tratterà di abbassare i prezzi, cosa che servirà però ad «abituare bene» i consumatori, che poi non potranno più farne a meno. Forse non tutto il male viene per nuocere, sempre che gli operatori riescano a farlo sapere con credibilità ai consumatori.

Il totale della produzione di uve raccolte nella recente vendemmia è di 1,3 milioni di quintali, con una crescita del 10,2% rispetto all'anno precedente. L'exploit maggiore spetta alle uve bianche cresciute del 12,8% rispetto al 4,7% delle uve nere. Il vigneto trentino è composta per il 70% da uve bianche, con una produzione 2009 di 905mila quintali, e dal 30% di uve rosse, che corrisponde ad una produzione di poco più di 403mila quintali.

Una curiosità: nel 1990 la situazione era ribaltata, con una produzione di uve nere ben superiore di quelle bianche. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad un vero e proprio exploit delle bianche, cresciute di 250mila quintali per merito di chardonnay e soprattutto pinot grigio, a fronte di una sostanziale stabilità di produzione delle uve nere.

Altra curiosità storica. Nel 1990 l'uva di gran lunga più coltivata in Trentina era la schiava, tre volte di più del teroldego. Adesso la produzione è scesa a meno della metà del teroldego.

In cima alla produzione di uve bianche c'è lo chardonnay (376.287 quintali), seguito da pinot grigio e müller thurgau. Tra le nere il teroldego (102.773 quintali) supera di poco il merlot (101.225). Seguono a distanza cabernet, schiava e marzemino.

Cresce anche la superficie vitata, che supera per la prima volta il tetto dei 10mila ettari. Attualmente il valore è di 10.140 ettari, 300 in più dell'anno scorso.

Prosegue il ridimensionamento del fenomeno novello, che scende sotto il milione di bottiglie (978.200) rispetto al 1.176.000 dell'anno scorso, e addirittura un milione e 600mila cinque anni fa.
Ma di novello parliamo in altro articolo.

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