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Manifestazione della comunità ucraina residente a Rovereto

La comunità ha ricordato i due anni di guerra sul terreno della loro amata Patria

Sabato 24 febbraio 2024 la comunità ucraina residente a Rovereto e in Vallagarina ha ricordato con dolore e dignità i due anni dall’inizio dell’invasione della loro Patria da parte del criminale Vladimir Putin.
Numerose le donne e i bambini radunatisi nella piazza dell’Urban City in Corso Rosmini con le loro bandiere gialle e azzurre e i loro cartelli imploranti la pace. Pochi gli uomini, in quanto quasi tutti in Ucraina a combattere e molti di loro sono già morti in guerra. L’iniziativa è stata voluta dalle due associazioni ucraine «Mriya» e «Ucraina per amore».
 
Con grande emozione sono echeggiate le note dell’inno ucraino, e poi altre canzoni e poesie recitate in italiano dai più piccoli. Forte in me la convinzione che se il mondo fosse governato dai bambini non vi sarebbe sulla Terra alcuna guerra.
Settecento giorni di guerra. Sessantamila soldati e diecimila civili ucraini morti, a cui vanno aggiunti oltre centomila soldati russi uccisi. Una Nazione distrutta e umiliata, i danni sono calcolati in 500 miliardi di dollari, che potranno essere riparati solo in molti decenni.
Questa è l'Ucraina oggi, il Paese che il 24 febbraio del 2022 il Presidente russo Putin e i suoi oligarchi hanno unilateralmente e vigliaccamente fatto invadere.
 
La comunità internazionale, e l’Europa in particolare, non possono più tergiversare. Basta tentennamenti, timidezze o comportamenti al limite dell’ipocrisia. Putin va fermato con ogni mezzo. Il popolo e l’eroico esercito ucraino vanno aiutati nella loro lotta di resistenza e di liberazione. C’è in gioco la pace nel nostro continente europeo. I beni russi confiscati in tutto l’occidente, circa 300 miliardi di dollari, vanno messi a disposizione di Kiev. Solo così Putin potrà essere costretto alla resa. L’invasione dell’Ucraina è un precedente pericoloso.
 
Se qui Putin vince, cosa potrebbe succedere alle Repubbliche baltiche, alla Moldavia, alla Georgia, al Kazakistan, alla stessa Polonia e oltre? Non è fantasia. Tutti vogliamo che la guerra cessi, tutti vogliamo la pace. Ma la storia ci ha insegnato che per sconfiggere il nazi – fascismo abbiamo dovuto fare la guerra e la resistenza, sacrificando migliaia di vite. Ma alla fine la libertà, la democrazia e la pace sono state conquistate, in Italia e in Europa. E durano tuttora.
L’Ucraina va fatta entrare nell’Unione Europea, mettendo a sua disposizione la difesa europea e chiudendo, nel contempo, ogni influenza russa sui processi democratici del nostro mondo occidentale. Questa guerra non possiamo permettere a Putin di vincerla. Ci sono in gioco la nostra storia di conquiste democratiche e il nostro futuro di pace e di libertà.
 
I bambini e le donne ucraine, anche a Rovereto, ci hanno ricordato che il loro popolo da due anni sta combattendo con esemplare amore di Patria. Non vogliono essere sopraffatti come popolo e come identità. Hanno sin qui combattuto e continueranno a farlo con enorme coraggio, consapevoli di avere contro un esercito più forte. La situazione per l’Ucraina oggi è gravissima. Putin ha fatto della sua economia un’autentica economia di guerra, ha un’entità di mezzi e di munizioni che Kiev si sogna. Ma gli ucraini continuano strenuamente a difendere il loro Paese, anche con truppe di volontari giovanissimi.
 
Il dolore e la disperazione si sono percepiti ad ogni parola pronunciata a Rovereto dalle donne e dai bambini ucraini. Si sono colte dignità, fierezza e non certo rassegnazione. La lotta dell'Ucraina contro Putin è anche la nostra lotta, di europei e di italiani. Abbandonare gli ucraini vuol dire dare la vittoria ad un regime assassino. Rovereto in tutti questi 24 mesi di guerra, assieme a tutta la gente trentina, ha risposto fattivamente, ha onorato l’essere Città della Pace, la città natale di don Antonio Rosmini, che ci ha lasciato scritto che «non c’è l’Uomo e il Diritto, ma l’Uomo è il Diritto».
 
Gli ucraini hanno il diritto universale all’indipendenza, alla libertà, alla democrazia. Rovereto ha conosciuto nella sua storia la guerra, la dittatura nazi – fascista, da cui la povertà, l’umiliazione dell’emigrazione, la perdita della libertà, le molte umiliazioni causate dalla dittatura. Senza alcuna esitazione, Rovereto è con generosità e con grande forza materiale e morale al fianco del popolo ucraino. Slava Ukraini.

Paolo Farinati

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