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Ciò che gli imprenditori chiedono ai politici – Di D. Bornancin

«Vogliamo un Trentino moderno, sostenibile e attrattivo»: è quanto sta scritto nel progetto del Coordinamento Imprenditori Trentini in vista del del 22 ottobre

Questo progetto i cui contenuti sono descritti in un documento di recente presentato alla stampa e inoltre in un dibattito pubblico con i candidati Presidenti della Provincia che si presentano alle prossime elezioni del 22 ottobre viene di seguito riassunto.
Il Coordinamento Provinciale degli imprenditori è rappresentato dalle varie categorie economiche operanti in Trentino.
 
 In questi due momenti importanti per la comunità, erano presenti:  
- Mauro Paissan presidente di Confesercenti e attuale Presidente del Coordinamento Provinciale Imprenditori;
- Gianni Battaiola, Presidente Associazione Albergatori;
- Marco Segatta, Presidente Associazione artigiani e piccole imprese Confartigianato Trentino;
- Andrea Basso, Presidente Ance Trento;
- Gianni Bort, Presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia;
- Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento;
- Italo Monfredini, Vicepresidente Vicario della Cooperazione Trentina.
 
Nel documento in questione al di là delle singole voci dei rappresentanti delle categorie economiche e sociali, emergono tre qualità della forza del mondo produttivo che si possono racchiudere in una cornice formata dalla conoscenza, dalla capacità e dalla concretezza.
 
I punti principali che saranno parte integrante della programmazione e delle attività future, riguardano:
- Autonomia come sostenibilità e competitività;
- Autonomia e Unione Europea;
- Sostenibilità economica, ambientale e sociale;
- Sistema sanitario;
- Infrastrutture;
- Imprese e Pubblica Amministrazione.
 
Di questi argomenti di seguito si espone una sintesi di indicazioni e proposte.

I primi due argomenti sull’Autonomia vengono a far parte di una unica descrizione.
Per «l’autonomia, sostenibilità e competitività - Autonomia e Unione Europea» le organizzazioni del mondo imprenditoriale anche come interpreti delle istanze collettive, desiderano dare impulso e sostanza al dibattito politico in corso, facendosi carico di una visione di sintesi tra le esigenze di categoria e l’interesse generale della comunità.
Il sistema imprenditoriale da sempre ha svolto e svolge un ruolo importante per lo sviluppo economico e sociale del Trentino.
È stato protagonista di progetti di ricerca e innovazione con la collaborazione di istituti formativi e dell’Università, per meglio qualificare il patrimonio produttivo e dei servizi.
Di fatto vi è la disponibilità per divenire sempre di più un interlocutore fondamentale della politica e della pubblica amministrazione per affrontare insieme le scelte che riguarderanno il futuro.
 
L’attuale contesto locale, nazionale ed europeo presenta scenari complessi, in grado di rimettere in discussione la sostenibilità complessiva del sistema socio economico locale e di incidere anche sul livello di benessere e sulla qualità della vita della popolazione.
Le dinamiche demografiche, il cambiamento climatico, con eventi meteo estremi che incidono sui costi delle materie prime, le nuove forme d’intelligenza artificiale rappresentano fattori di rischio che se non affrontati possono avere un enorme impatto a medio termine aggravando le criticità congiunturali anche economiche, rappresentate principalmente, dal costo del denaro, dall’inflazione e dalla crisi energetica.
L’attuale situazione rappresentata da un PIL inflazionato, nasconde la realtà del debito pubblico comunque in crescita.
 
Una sfida urgente è la tutela dell’Autonomia speciale, rispetto anche alla proposta di legge dell’autonomia differenziata delle Regioni ordinarie, che al di là dalle risorse finanziarie, potrebbe rendere più difficoltosa la gestione delle competenze già attribuite alla nostra provincia e a quella di Bolzano.
Certamente il mondo imprenditoriale farà la sua parte con convinzione e con un’unica voce.
L’Autonomia è stata e continua a essere il motore del benessere economico e sociale della nostra provincia.
Pertanto l’Autonomia speciale va difesa sia nelle istituzioni nazionali che europee e non va intaccata nella struttura che ha garantito un significativo sviluppo negli anni.
Va rafforzata in ogni organismo istituzionale in particolare nella trattazione d’importanti materie come l’ambiente, l’energia, il lavoro e l’innovazione.
 
Nella popolazione del nostro territorio, è importante mantenere e far crescere la cultura autonomistica quale elemento distintivo del patrimonio sociale trentino, utilizzando anche nuove tecnologie d’informazione.
La collaborazione con la provincia di Bolzano è necessario sia rafforzata e condivisa per ottenere maggiori risultati in sintonia con le relative strategie e programmi attuativi della politica delle due provincie confinanti.
Autonomia vuole anche dire responsabilità e capacità di amministrare e governare i territori. Queste sono le caratteristiche gestionali e politiche che devono essere riprese concretamente.
 

 
«Sostenibilità economica, sociale e ambientale»
Il concetto di sostenibilità economica per un territorio come il Trentino, si traduce nella capacità di garantire sviluppo economico e benessere duraturo per la comunità in maniera inclusiva e rispettosa dell’ambiente.
 
Dal punto di vista di un sistema produttivo che riesca a creare un miglior sviluppo economico, vanno affrontate le seguenti sfide:
- Accesso al credito del costo del denaro con una valutazione periodica sullo stato di salute finanziaria del sistema creditizio trentino per sostenere soprattutto le piccole e medie imprese.
Va supportata la micro impresa diffusa come strumento di presidio territoriale anche perché il numero di aziende: commerciali, agricole, artigiane, industriali e turistiche è un utile indicatore del benessere di una comunità.
 
È necessario prevedere nuovi strumenti finanziari per il rafforzamento patrimoniale e la crescita delle imprese.
Le aziende trentine devono essere messe nelle condizioni di affrontare i mercati internazionali attraverso la riorganizzazione dei propri modelli produttivi con il rafforzamento della struttura aziendale in termini organizzativi e patrimoniali.
Il piano strategico provinciale per l’internazionalizzazione nato per dare uno stimolo all’export deve diventare uno strumento stabile nel tempo per la qualificazione delle imprese trentine.
 
Oggi per le aziende, sono importanti, costanti investimenti in formazione, innovazione ricerca e acquisizione di nuove tecnologie, per far sì che il tessuto produttivo locale possa rimanere al passo con i tempi e incrementare i risultati produttivi.
Per il lavoro bisogna dar corso, nel breve periodo, a iniziative per rafforzare il collegamento tra scuola e mondo del lavoro, valorizzando gli strumenti di collaborazione tra aziende e istituti formativi.
Per far crescere l’occupazione è necessario dar corso a una profonda riforma della formazione professionale trentina.
 
«Sistema sanitario»
La sanità deve restare incardinata su un servizio pubblico di qualità, dalla medicina di base a quella specialistica.
Questo anche per ridurre il peso delle persone che si rivolgono in altre regioni per le cure ed interventi operatori.
Il rapporto tra sanità pubblica e privata deve essere di sussidiarietà e complementarietà con il settore privato che va in supporto di quello pubblico per garantire prestazioni di alto livello in tempi rapidi.
Quindi il privato non può continuare a ridurre il servizio pubblico.
Risulta evidente che le risorse finanziarie sono determinanti per garantire livelli di servizio a tutti i cittadini.
 
Per questa ragione sono necessarie scelte organizzative e gestionali che diano garanzie di effettività del diritto alla salute sulla base di una analisi continua sulla necessità dei fabbisogni e risorse.
La realizzazione del nuovo ospedale deve essere una occasione da non perdere per scegliere il modello di sanità trentina del futuro.
Tempi di attesa troppo lunghi (anni) per giungere ad una progettazione sono passati senza ancora giungere ad una conclusione dell’iter procedurale.
Vanno incrementati tutti gli strumenti per la tecnologia che oggi offre, come la telemedicina che permette di costruire una rete di professionalità in grado di elevare la qualità dei servizi sanitari.  
 
La carenza delle risorse umane e le liste di attesa sono delle criticità che devono essere superate con progetti particolari e con la collaborazione della nuova facoltà di medicina dell’Università di Trento, attraverso un dialogo continuo.
 

 
«Infrastrutture»
Le opere prioritarie sono: il potenziamento dell’accesso al Brennero, l’elettrificazione della Ferrovia Trento–Bassano, il prolungamento della Valdastico Nord, la terza corsia dell’Autostrada del Brennero, lo sviluppo della viabilità dell’Alto Garda, la nuova stazione ferroviaria di Trento e il miglioramento della circonvallazione, l’adeguamento infrastrutturale del Ponte Caffaro, il potenziamento della viabilità della Valsugana, il miglioramento della mobilità della SS12.
Anche su questi progetti oramai all’attenzione degli amministratori e della popolazione, vi sono ancora molte incertezze sui tempi di realizzazione.
Alle necessarie infrastrutture, va affiancato un trasporto pubblico dal centro alle valli e tra le valli stesse, che dia garanzie ai cittadini, ai lavoratori pendolari e agli studenti.
È confermata la necessità di dotare il territorio trentino di una rete telematica adeguata rispetto agli standard attuali di riferimento Opere queste che vanno nella logica di qualificare il nostro territorio in termini di accessibilità, di inclusione e di servizi di qualità.
 
«Imprese e Pubblica amministrazione»
Le Associazioni di categoria ritengono necessaria un’azione di razionalizzazione delle società controllate dalla Provincia attraverso un’aggregazione per poli specialistici e sulle dimensioni di rami di attività.
Appare essenziale un forte coinvolgimento delle rappresentanze economiche che devono diventare sempre di più interlocutori privilegiati per ogni nuovo progetto e piano di gestione, nonché delle iniziative che saranno proposte.
Si propone inoltre la costituzione di un Comitato di indirizzo specifico per le piccole imprese in grado di orientare alcune scelte strategiche fin dalla loro elaborazione.
Divenendo così per il tramite delle Associazioni di categoria, un polo di eccellenza delle PMI, favorendo inoltre, sulla base delle esperienze accumulate negli anni, la cultura, la conoscenza e la competenza sull’innovazione, sull’organizzazione, sul sistema produttivo e di mercato.
 
Il Comitato di indirizzo potrebbe avere anche il compito di favorire il partenariato con i poli di specializzazione di Meccatronica e Manifattura e con i centri di ricerca locali.
Altro importante punto, riguarda la semplificazione amministrativa degli enti locali e della Provincia nei rapporti con le imprese, quale fattore determinante per la crescita economica e sociale del territorio provinciale.
Una sollecitazione particolare merita il tema degli appalti pubblici che nei prossimi anni assumeranno sempre maggiore importanza, anche per le piccole imprese della filiera edile.
 
In tale settore non è procrastinabile l’adeguamento del prezziario provinciale per le opere pubbliche, ai criteri ambientali e ai principi di derivazione comunitaria. L’adozione di logiche di piccoli appalti a cui possono accedere anche le imprese di minori dimensioni con l’obiettivo primario di trattenere i lavori sul territorio è un punto da risolvere in tempi brevi.
Promuovere la valorizzazione del tessuto produttivo locale nell’accesso alle procedure d’appalto si inserisce nell’ottica della maggior funzionalità e realizzazione dei progetti.
Si rende necessario promuovere una politica di rilancio degli Istituti professionali, valorizzandone l’immagine e l’interesse dei giovani.
 
Questa descrizione certamente non esaustiva della voce degli imprenditori, vuole essere un momento di riflessione ma anche una nuova visione del futuro del trentino che possa portare ai futuri governanti,una proposta di confronto, di approfondimento e condivisione, di maggior disponibilità ad affrontare insieme,non solo le progettualità settoriali ma anche le sfide, le criticità in essere e che si presenteranno nei prossimi anni,per meglio qualificare il patrimonio economico e sociale trentino.
Di fatto le richieste degli operatori dei settori economici si sostanziano: nel cambio di passo della politica locale, nell’impostazione delle cose con una visione diversa e di maggior apertura, con un nuovo agire politico basato sulla mediazione e sulla concretezza.
Tutto questo non vuole essere solo una speranza, ma è una forte convinzione, con il pensiero comune sempre rivolto al Trentino.

A cura di Daniele Maurizio Bornancin

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