«Musica alla corte dei Principi Vescovi» – Di Sandra Matuella
Presentato al Castello del Buonconsiglio il nuovo CD di Angelo Branduardi «Futuro Antico»
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Guarda al Trentino e al suo ricco patrimonio di musica antica, il nuovo progetto discografico di Angelo Branduardi intitolato «Musica alla corte dei Principi Vescovi. Dai Codici Trentini alla musica di tradizione orale».
Si tratta dell’ottavo numero della collana «Futuro Antico», realizzato da Branduardi con l’ensemble Scintille di musica diretto da Francesca Torelli: il disco che ha in copertina un’immagine tratta dal celebre ciclo dei Mesi di Torre Aquila, è distribuito dalla Emi-Universal.
Giovedì 29 maggio, alle 21, al Teatro Auditorium di Trento Angelo Branduardi presenterà il disco in concerto, accompagnato dall’Ensemble Scintille di musica, con cui ripercorrerà tutto il repertorio di «Futuro Antico» a partire dalle musiche dei codici Trentini.
Ad aprire il concerto sarà il gruppo vocale «Laurence Feininger», nato nell’anno giubilare 2000, per valorizzare e far conoscere al pubblico l’immenso e trascurato repertorio sacro conservato nella Biblioteca musicale Laurence K.J. Feininger, presso il Castello del Buonconsiglio, una delle maggiori biblioteche di musicha liturgica esistenti al mondo.
Stamattina, Angelo Branduardi ha presentato «Futuro Antico» numero 8, nella Sala degli affreschi del Castello del Buonconsiglio.
«Il progetto Futuro Antico è nato alcuni anni fa dalla volontà di intraprendere una ricerca filologico-musicale diretta al recupero e all’esecuzione di brani tematici del passato di un determinato territorio.»
Così, dopo la Liguria, la Lombardia, il Veneto e il Lazio, Angelo Branduardi è approdato in Trentino, dove è molto amato come cantautore e dove, in oltre vent’anni di frequentazioni, ha dato vita a progetti musicali inediti.
«Io non sono così esperto di musica antica, ma mi piace suonarla per il suo senso di arcaico e di esotico: mi considero un romantico che ama l’antico per motivi a lui sconosciuti.
«Poi ho la voce e la musicalità adatta a questa musica e infatti sono sempre passato alla storia come il menestrello della musica italiana: Io sempre vado per terre e paesi, lasciate che prima di partire io vi canti recita un anonimo trovatore dell’anno Mille e questo vale anche per me.»
Angelo Branduardi si è soffermato sulla crisi della musica occidentale, iniziata a metà Ottocento con le opere di Wagner e la progressiva dissoluzione della tonalità e dell’armonia «Il mio personale tentativo di uscire da questa crisi è stato quello di guardare cosa succedeva nella musica prima del Quattrocento, alla ricerca di pezzi di argenteria antica nascosti, da spolverare e restituire al futuro».
«Io faccio musica perché mi piace e le cose teoriche mi interessano relativamente poco, ha continuato. – Solo in questi miei ultimi album, grazie all’aiuto di Armando Franceschini, suono in maniera abbastanza filologica, però non canto con la voce impostata, ma naturale.
«Del resto, non sappiamo nulla di come venivano eseguite le musiche, si sa solo che c’erano delle cellule melodiche che giravano per l’Europa affidate ogni volta a strumenti, voci e parole diverse.»
Accanto ad Angelo Branduardi alla presentazione di ieri c’era il maestro Armando Franceschini che ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo disco e non solo.
«Aver potuto partecipare alla registrazione di questo nuovo disco di Angelo Branduardi è stato per me motivo di grande orgoglio.
«Avevo già avuto la possibilità di realizzare altri tre lavori nell’ambito del suo progetto Futuro Antico, – ha detto Franceschini. – Stavolta però tutto ha preso un significato particolare, non solo musicale. Mi sento ancora più coinvolto perché si tratta di musiche scritte nell’ambiente trentino.»
Armando Franceschini, compositore e a lungo direttore, davvero molto amato e stimato, del Conservatorio Bonporti di Trento, ha ripercorso i momenti più importanti della musica trentina.
«Al castello del Buonconsiglio sono presenti i famosi Codici musicali che contengono pagine e pagine di splendida polifonia, – ha ricordato. – Molte composizioni sono anonime, ma altre scritte da autori noti di e di gran successo tra il 1300 e il 1400.»
«Il secondo momento – spiega Franceschini, – è rappresentato dal Concilio di Trento. Le sorti della musica sacra sono state legate sempre a questo evento: è sufficiente pensare a musicisti come Pierluigi da Palestrina e alla sua Messa Papae Marcelli.»
«Un terzo momento, più recente, è legato alle musiche del trentino Francesco Antonio Bonporti, che visse tra il 1600 e il 1700 è dà tutt’oggi il nome al nostro Conservatorio, nel disco di Angelo, – conclude Franceschini. – Rivivono anche autori e composizioni altrettanto importanti: a Trento sono passati diversi musicisti come Giovanni Contino, maestro di Luca Marenzio; il compositore Antonio Scandello; il liutista Simon Gintzler ed altri ancora. Numerose opere sono state poi cercate e trovate nella Biblioteca di Trento e nell’Archivio di Stato da Francesca Torelli.»
Sandra Matuella
[email protected]
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