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Biagio Antonacci ha stregato un pubblico perlopiù femminile

Ieri al PalaTrento più di 3.500 allo spettacolo del cantautore, che è durato quasi tre ore

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Rinviato dalla scorsa primavera, il concerto di Biagio Antonacci è arrivato venerdì 5 ottobre sera al PalaTrento grazie all’agenzia Showtime di Merano, per gli oltre 3.500 spettatori di tutte le età. E, come era prevedibile, in prevalenza femminile.
Sotto il palco, infatti, spiccavano gruppi di sole donne, giovani e meno giovani, in abiti attillati, look molto curati e movenze scatenatissime agli ammiccamenti fisico-melodici di un Biagio nazionale più fascinoso che mai, in elegante abito scuro, al quale seguirà, nella seconda parte del concerto, uno stile più informale, in jeans, camicia bianca aperta sul petto, sciarpa verde e scarpe da ginnastica di una nota marca sportiva.
 
In quasi tre ore ininterrotte di concerto, Antonacci ha mostrato, senza risparmiarsi mai e con un grande dispendio di energia nel percorrere il lungo palco- passerella con ritmi da maratona, tutte le sue anime, da quella autenticamente rock e muscolare, alla vena romantico-sensuale, ma anche sofferta e arrabbiata.
Il concerto propone le canzoni di «Sapessi dire no», l’ultimo album dell’artista, capitanato dalla travolgente «pizzica» salentina di «Non vivo più senza te», insieme ai grandi successi di sempre come «Quanto tempo e ancora», «Alessandra», «Sognami» «Sappi amore mio» e «Pazzo di lei»: ad aprire il concerto e la canzone «Insieme finire», seguita da «Vivi avventura», «Se fosse per sempre» e «L’evento», mentre si è chiuso sulle note di «Se io se lei», «Convivendo» e «Ti dedico tutto».
A punteggiare la musica, qua e là ci sono gli artisti di strada che propongono poetici numeri di colore, danza e parate sui trampoli.
 
Questo di Antonacci a Trento, si farà ricordare come un concerto generoso, dove il pubblico è continuamente stimolato a cantare e muoversi: il cantante cede perfino il microfono a Marta, una ragazza del pubblico, per farle intonare il ritornello di «Iris».
Ed è soprattutto un concerto con molto calore umano, nonostante l’imponenza dell’allestimento scenico che ha richiesto ben sette tir per trasportare tutto il materiale scenotecnico, a iniziare dal grande palco-passerella che arriva fino a metà parterre del palazzetto e le due gabbie di acciaio ai lati del palco, illuminate da eccezionali giochi di luce.
Mancano i maxischermi perché, come spiega verso la fine del concerto lo stesso Biagio «sarebbe come vedere la televisione, e al posto degli effetti speciali ho scelto di investire negli artisti di strada che non stanno passando un bel momento, perché vengono sempre multati per il loro lavoro, eppure non rubano, vanno a testa alta e con dignità. Loro creano bellezza, mentre in Italia, purtroppo, più fai cose brutte e più paga».
 
Cede così il palco a Lucignolo, che presenta i colleghi e parla della «carovana» di artisti di tutta Italia che il 7 novembre si radunerà a Roma.
E con la causa degli artisti di strada, è emerso un aspetto davvero inedito di Biagio Antonacci, che con toni molto duri e arrabbiati si è scagliato contro i politici «che continuano a riempirsi le tasche con denaro nostro».
«La politica italiana – ha ricordato Antonacci – alimenta invidie e insoddisfazioni nelle persone e il sogno di ricchezza dei politici. È tempo di votare facce nuove, gente che ha cose nuove da dire.»
 
Sandra Matuella
s.matuella@ladigetto.it

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